appendino di maio

LA GIRAVOLTA GRILLINA SULLE OLIMPIADI - PER PUNTELLARE LA GIUNTA APPENDINO, DI MAIO CONVINCE I CONSIGLIERI COMUNALI M5S CHE I GIOCHI INVERNALI DEL 2026 POSSONO DIVENTARE UN’OPPORTUNITÀ: “UN NUOVO APPROCCIO SENZA SPRECHI NE’ CATTEDRALI NEL DESERTO” - MA A ROMA VIRGINIA RAGGI HA BOCCIATO L’IPOTESI DELLE OLIMPIADI: "SAREBBE DA IRRESPONSABILI"

Andrea Rossi per “la Stampa”

CHIARA APPENDINO E IL MARITO MARCO LAVATELLI

 

Le Olimpiadi invernali del 2026 possono diventare un esempio, il primo, «di un nuovo approccio alla gestione della cosa pubblica: senza sprechi né cattedrali nel deserto». Un modo di agire capace di trasformare ciò che fino a ieri rappresentava il demonio, o comunque uno spauracchio da evitare, in una opportunità di mostrare che un altro mondo è possibile che le cose si possono fare diversamente. Per puntellare la poltrona di Chiara Appendino, la sindaca di Torino entrata in rotta di collisione con la sua maggioranza sul progetto di candidare la città ai Giochi invernali tra otto anni, Luigi Di Maio spolvera tutto l' armamentario del M5S di lotta che vuole essere governo senza smarrire se stesso.

 

E per convincere i 23 consiglieri comunali, coesi e compatti nel bocciare la proposta iniziale di Appendino al punto da spingerla quasi alle dimissioni qualche giorno fa, di fatto sembra dare sponda al loro contro documento. Lo definisce «condivisibile», ne sposa le parti in cui si parla di consumo di suolo, sostenibilità economica e ambientale, zero debiti e uso responsabile delle risorse pubbliche, una spasmodica attenzione alle regole, lotta alla corruzione e attenzione per tutto quello che verrà dopo in termini di eredità.

APPENDINO DI MAIO

 

È l' unico modo per provare a ricomporre il dissenso e far decollare la candidatura di Torino dopo la frattura fra sindaca e i suoi. «Se si vuole considerare come investimento una spesa che lascia un pesante debito e che non ottiene i risultati sperati in termini di occupazione e rilancio, allora lo si può fare considerandolo un investimento sbagliato.

 

È impossibile in questo momento storico non tenere conto di ciò», gli spiegano i consiglieri motivando il no di pochi giorni fa alla bozza predisposta dalla sindaca. Di Maio si è fiondato a Torino per questa ragione: dopo giorni in cui a Roma si credeva che la fronda interna fosse limitata a pochi barricaderi, è scattato l' allarme: si è capito che il malessere era diffuso e investiva il ruolo stesso della sindaca e il suo modo di gestire i dossier più importanti. Il M5S rischiava di perdere Torino.

 

APPENDINO DI MAIO

Serviva una figura di primo piano per ricucire e, come chiesto da entrambe le parti (Appendino e i consiglieri) si è mosso il capo politico in persona. Una vittoria sostanziale per il Movimento, molto meno per la sindaca, perché se Di Maio ha dovuto venire a Torino (già mercoledì era stato sul punto di abbandonare tutti i suoi impegni romani) è perché i vertici hanno capito che Appendino non teneva più la sua maggioranza: serviva una mediazione di altissimo livello.

 

E allora ecco Di Maio, che arriva in compagnia di Pietro Dettori, l' uomo che Davide Casaleggio ha voluto a Roma per seguire da vicino l' azione del governo. Di Maio che rassicura, impegna il governo sui punti cari ai grillini: niente debiti e attenzione per un evento a impatto basso.

OLIMPIADI INVERNALI TORINO

 

Così facendo è chiaro che crea un cortocircuito: il capo politico è pur sempre il vicepresidente del Consiglio dei ministri che dovrà decidere tra pochi giorni chi tra Torino, Milano e Cortina ha maggiori possibilità di organizzare i Giochi. Il suo arrivo a Torino di fatto schiera - come già avvenuto nei giorni scorsi con le sortite di altri ministri - il Movimento su una delle contendenti creando potenzialmente un fronte di conflitto con la Lega.

 

Un problema secondario, in questo momento: ieri la premura di Di Maio era salvare la seconda città per importanza tra quelle governate dal movimento. E - almeno stando alle indiscrezioni filtrate dal vertice ancora in corso - sembra esserci riuscito.

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?