IL GOVERNISSIMO COL CONFLITTO: LA MINISTRA DE GIROLAMO “VIGILERA’” SUL CONSORZIO DI SUO PADRE

Il papà di Nunzia De Girolamo è il direttore del Consorzio agrario di Benevento, in liquidazione coatta - Indovinate chi “sorveglia” la procedura? Il ministero dell’Agricoltura! - Quella telefonata con Pasqualino Lombardi da Cervinara - Quanti conflitti d’interesse nel nuovo governo…

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1 - DE GIROLAMO, L'INTRECCIO AGRICOLO CON PAPÀ NICOLA
Vincenzo Iurillo per il "Fatto quotidiano"

NICOLA DE GIROLAMONICOLA DE GIROLAMO

Una figlia d'arte" gongola il papà, fiero. Inconsapevole che in questo modo sta sottolineando il primo conflitto d'interesse del governo Letta. Sì, perché la neo ministra pidiellina delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo è la figlia di Nicola De Girolamo, 62 anni, direttore del Consorzio Agrario di Benevento, cooperativa con 112 anni di storia alle spalle, celebre per la produzione dei rinomatissimi vini "Cantina del Taburno", una collezione di premi lunga un chilometro (l'ultima coccarda risale al 2010, per i "Vini Buoni d'Italia", con il massimo riconoscimento per la Corona Falanghina Doc 2009).

Nunzia De GirolamoNunzia De Girolamo

Sul loro sito internet puoi acquistare una Falanghina dop 2012 a 7 euro e 30 centesimi e altri bianchi, rossi e rosati tra i 6 e gli 8 euro, ma se non badi a spese puoi puntare sul Bue Apis Aglianico doc 2003/2004, prezzo di listino 45 euro.

Il Corriere del Mezzogiorno, l'inserto napoletano del Corriere della Sera, insieme alla gioia di papà De Girolamo riporta la telefonata della figlia un'ora prima della nomina: "Pronto, papà, voglio dirti che probabilmente fra poco ti ritroverai una figlia ministro. E dovrebbe essere proprio quello che piace a te, cioè quello alle Politiche Agricole".

Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia da _Panorama_Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia da _Panorama_

Cuore di papà. Una grande soddisfazione per Nicola, il punto di riferimento di circa mille soci del Consorzio sparpagliati sul territorio della provincia beneventana. Nicola De Girolamo ne è direttore dopo una precedente nomina a commissario ministeriale che risale al 2001.

Il Consorzio Agrario beneventano è infatti in liquidazione coatta amministrativa dal 1964 e di conseguenza è sotto la sorveglianza dei ministeri dello Sviluppo e delle Politiche Agricole. Doveva essere liquidato entro il 2007, ma una proposta di concordato preventivo ne ha prolungato la procedura, come espressamente previsto dalla legge.

Dunque, il ministro De Girolamo vigilerà sulla liquidazione di un Consorzio diretto dal padre. Peraltro, dalla visura camerale emergono altri intrecci interessanti. Nel 2003 il ministero delle Attività Produttive nominò il comitato di sorveglianza del Consorzio, ed "in rappresentanza del ministero delle Politiche Agricole e Forestali" fu designato Pasquale Lombardi.

ALFANO GIURA AL QUIRINALE CON LETTA E NAPOLITANOALFANO GIURA AL QUIRINALE CON LETTA E NAPOLITANO

L'uomo che "sussurrava ai giudici", sette anni prima di diventare famoso come tessitore delle trame della P3. E quando anche Nunzia De Girolamo finì nelle intercettazioni per una telefonata con Lombardi forse concernente il Lodo Mondadori, lei minacciò di querelare chiunque l'avesse associata a Flavio Carboni ed Arcangelo Martino ma ammise di conoscere il geometra di Cervinara: "Conosco Lombardi perché ha avuto rapporti con mio padre". Nel Consorzio, per l'appunto.


2 - CONFLITTI D'INTERESSE: GOVERNISSIMO DA RECORD
Davide Vecchi per il "Fatto quotidiano"

MAURIZIO LUPIMAURIZIO LUPI

Giovani, donne e conflitti d'interesse. Il neonato governo Letta ha diversi record. Due legati ad anagrafe e genere, un terzo per essere riuscito a esprimere ministri che rappresentano interessi altrui, ciascuno decisamente in conflitto con le deleghe ottenute. Da Angelino Alfano a Flavio Zanonato, in rigoroso ordine alfabetico.

Il vicepremier e ministro dell'Interno, si sa, è fidatissimo uomo di Silvio Berlusconi a cui deve la sua ascesa politica. Da ministro della Giustizia concentrò i suoi sforzi, assieme a Niccolò Ghedini, nel tentativo (poi fallito) di cucire addosso all'allora premier il Lodo Alfano e il legittimo impedimento. Ora che siede al Viminale ha un potere d'intervento diretto sulla sicurezza. Dalla lotta all'immigrazione a quella alla criminalità organizzata.

SACCOMANNISACCOMANNI

Lui che, siciliano, da giovane deputato dell'Ars e pupillo di Gianfranco Micciché, nel 1996 baciò Croce Napoli (capomafia di Palma di Montechiaro) al matrimonio della figlia. E quando nel 2009 presa una posizione netta contro Cosa Nostra dicendo "la mafia fa schifo", scatenò la protesta dei picciotti in carcere.

Lo ha raccontato, nel processo a Totò Cuffaro, il pentito Ignazio Gagliardo. "Abbiamo visto Alfano parlare in tv e dire che la mafia fa schifo. Ciccio Mormina, Pasquale Fanara, Limblici e Vella Francesco dissero che era un pezzo di merda. A questo punto Giovanni Alongi, rappresentante della famiglia di Aragona, disse: 'Il padre di Angelino mi ha chiesto voti per Angelino".

Accuse di pentiti, per carità. E il Viminale, fra l'altro, gestisce il programma di protezione. I poteri del ministero dell'Interno sono molteplici. A lui, per dire, rispondono i commissari prefettizi che lui stesso nomina. A breve sul tavolo di Alfano arriverà la relazione conclusiva di Enrico Laudanna, il commissario prefettizio nominato al Comune di Siena dopo lo scandalo Mps. In quei documenti sarà ricostruito il legame tra la banca e la politica cittadina.

FLAVIO ZANONATOFLAVIO ZANONATO

Altro devoto al Re di Arcore è Maurizio Lupi che si è visto affidare il ministero delle infrastrutture e trasporti. Dicastero ora fondamentale per il Nord, in particolare per Milano e la Lombardia in attesa di numerosi via libera alle autostrade per l'Expo e per la nuova pista di Malpensa. Ma soprattutto è stato affidato a un esponente di Comunione e Liberazione, rimasta orfana nei Palazzi a seguito dell'addio di Roberto Formigoni, dopo 17 anni, dal Pirellone. Il movimento fondato da Don Giussani ha anche un altro ministro: Mario Mauro alla Difesa.

Cl, in pratica, ha un ministro in meno di quanti ne ha espressi Scelta Civica e la metà della componente tecnica: 3 dicasteri e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Qui è seduto Filippo Patroni Griffi, che oltre a essersi guadagnato a pieno titolo l'ingresso nella Casta, comprandosi una casa vista Colosseo a prezzo agevolato, è anche considerato rappresentante dei "poteri di Stato".

Magistrato, Uomo di fiducia del Capo dello Stato, è cresciuto nel Palazzo. Capo dell'Ufficio legislativo del ministero della funzione pubblica dal governo tecnico Ciampi del 1993 ha ricoperto lo stesso incarico in diversi dicasteri fino al quarto esecutivo Berlusconi, terminato nel 2011.

Altro tecnico è Fabrizio Saccomanni, titolare dell'Economia, legittimo erede del banchiere Corrado Passera. Anche Saccomanni, del resto, arriva dai palazzi della finanza. Direttore generale di Bankitalia, ha avuto incarichi, fra gli altri, alla Bce, al fondo monetario internazionale. Anche lui stimato da Napolitano. Così come Carlo Trigilia, esperto meridionalista, nel governo in quota Pd come ministro della Coesione territoriale è molto legato a Giuliano Amato e da Massimo D'Alema.

A quest'ultimo è legato nell'esperienza della Fondazione Italianieuropei, di cui è membro. Del Pd è anche Flavio Zanonato, ministro allo sviluppo economico. Inciampato anni fa in un'inchiesta per tangenti della cooperativa rossa Cles. Diventato sindaco a Padova, nel 2006 costruì il "muro di via Anelli" per isolare un quartiere problematico della città. La recinzione è ancora lì, lui è diventato ministro.

 

 

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