conte salvini di maio black mirror

GOVERNO SULL'ORLO DI UNA CRISI DI NERVI - SALVINI FURIOSO CON GIUSEPPE CONTE: “BASTA SCHERZI” - IL LEADER DELLA LEGA SOSPETTA UN ASSE FRA IL PREMIER E DI MAIO E ATTACCA SU TAV, TRIVELLE, MIGRANTI, SINDACI, MAGISTRATI, RAGGI - SALVINI ESCLUDE UN PIANO B (“SI VA AVANTI FINO AL 2029") MA I LEGHISTI IPOTIZZANO LA ROTTURA DELL’ALLEANZA DOPO LE ELEZIONI IN ABRUZZO (IL 10 FEBBRAIO): “VIA IL REDDITO DI CITTADINANZA. BASTANO 55 RESPONSABILI ALLA CAMERA E 17 AL SENATO”

Monica Guerzoni per corriere.it

 

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE

La tregua siglata in notturna a Palazzo Chigi era scritta su carta velina. L’umore di Matteo Salvini è sempre più nero e il governo gialloverde sempre più traballante. Prova ne siano i fronti di scontro aperti anche ieri dal vicepremier leghista. La Tav, le trivelle, i migranti, i sindaci, i magistrati, Virginia Raggi... Ma il bersaglio del «Capitano» furioso è ancora il premier, sospettato di tramare con i 5 Stelle per indebolirlo.

 

Nelle parole con cui Salvini concede a Giuseppe Conte di incontrare i sindaci perché «un caffè non si nega a nessuno», c’è il sarcasmo di chi soffre il tentativo del capo del governo di smarcarsi politicamente. Il ministro dell’Interno teme che Luigi Di Maio abbia cambiato strategia e, forte dell’asse con il premier, stia provando a fregarlo. E così attacca, rivendicando la centralità del suo ruolo: «Il decreto sicurezza funziona e non si tocca, applicato e apprezzato dal 99% dei sindaci».

 

 

conte salvini di maio

Brutto clima, da campagna elettorale permanente. Eppure Salvini rassicura. Dice che andrà fino in fondo, scaccia la crisi di governo («sciocchezze»), fa smentire dal suo staff la tentazione di rompere prima delle Europee. «Siamo nelle mani del buon Dio, questo governo va avanti fino al 2029 — dice a Porta a Porta —. Nonostante tutti gli uccellacci del malaugurio». E Conte, balla da solo? «Ci siamo chiariti, è stato un malinteso».

 

Ufficialmente Salvini nega piani B. Nessuna tentazione di andare all’incasso per prendersi Palazzo Chigi, col rischio di bruciarsi: «No a governi con cambia-casacche e cambia-poltrone». Purché gli alleati non facciano altri scherzi. La furia del vicepremier non risparmia l’Anm, che ha criticato la legge sulla legittima difesa perché presenterebbe profili di incostituzionalità: «Rischia di legittimare l’omicidio? Ma per favore! Si leggano il testo». È il suo cavallo di battaglia e il titolare del Viminale, convinto che non contenga alcuna «licenza di uccidere» (copyright Giulia Bongiorno), punta al via libera entro febbraio.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

 

Giornata infinita, ma c’è anche il tempo di approvare la corsa di Marcello Minenna verso Consob («Ha un buon curriculum») e di tifare per le Olimpiadi del 2026 in Italia: «Farò di tutto». È notte e gli echi della polemica con Virginia Raggi ancora non si spengono. A Roma si spara, i 5 Stelle invocano gli agenti promessi per la Capitale e Salvini sbotta: «Ognuno faccia il suo mestiere, chiedo al sindaco che oltre 5.000 vigili urbani siano utilizzati. Non si possono fare i rally, servono autobus puntuali, bisogna togliere l’immondizia... Qui i gabbiani sembrano pterodattili».

 

 

2. CONTE DIFENDE LA LINEA

Da corriere.it

CONTE DI MAIO SALVINI

Alla fine lo scontro lo vince Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio: la settimana prossima l’Italia, come da accordi europei, prenderà in carico 15 migranti che sono appena sbarcati a Malta, in prevalenza donne e bambini, ma con i padri, e li girerà alla Chiesa valdese, che ha promesso di farsene carico senza oneri per lo Stato. Allo stesso tempo, nel confronto con Salvini, il premier ha garantito che chiederà un incontro urgente con il commissario Ue Avramopoulos per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l’Italia aspetta di far accogliere dalla Germania, Olanda e altri 7 paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni.

 

Si conclude così, poco dopo l’una di notte, il vertice a tre fra premier e i suoi due vice sulla vicenda dei migranti, ma restano non pochi strascichi di una vicenda che è stata l’ennesimo cortocircuito in seno al governo. Che ci sia qualcosa di serio che non funziona non lo racconta solo lo scontro, ma anche la cronaca dell’appuntamento per il chiarimento. Il ministro dell’Interno sta tornando dalla Polonia, Chigi fa sapere che i due si vedranno a cena. Quando Salvini atterra a Roma, il Viminale dice che la cena è saltata. Poi Conte chiama il suo vicepremier, evidentemente indispettito. La cena del chiarimento rivive. Ma siccome la verifica riguarda anche il reddito di cittadinanza, le pensioni di invalidità, e tanto altro, allora interviene anche Di Maio.

SALVINI DI MAIO CONTE

 

E’ proprio il leader dei 5stelle a rivelare che il chiarimento sarà a tre, e a Chigi: «Io sto andando lì si farà verso le 23.15, abbiamo orario nottambuli..». In effetti di cose da chiarire ce ne sono parecchie, è anche slittato a dopodomani il Cdm che dovrebbe approvare quota 100 e reddito:

 

«La Ragioneria ha bisogno di più tempo, è un provvedimento complesso», spiega ancora Di Maio, mentre ai piani della Lega dicono che può anche saltare tutto, se non verranno accolte le richieste, numerose, del vicepremier che dirige il Viminale. Insomma in alto mare, dopo i migranti, stanno anche le comunicazioni interne al governo, il programma, e infine, ad ascoltare gli spifferi di Palazzo, addirittura la tenuta stessa dell’esecutivo.

 

SALVINI CONTE DI MAIO

Prima del vertice Conte ha chiarito con i suoi collaboratori: «Io non torno indietro, mi sono assunto delle responsabilità che fanno parte del mio ruolo e lo spiegherò a Salvini, stiamo prendendo delle persone in una cornice di eccezionalità, per ragioni umanitarie». Matteo Salvini ai suoi collaboratori comunica diversamente: «A Conte dirò che il Viminale resterà fuori da questa storia, li gestisca la Chiesa, la Caritas, non mi interessa, ma a questo punto, se non si può tornare indietro, significa che la Lega chiede una verifica su tutto».

 

Vista da fuori la situazione può apparire paradossale. Si può produrre uno scontro fra il premier e il suo vice per 15 migranti? «Non sono i migranti il problema, il tema è la tenuta della maggioranza», dicono nella Lega.

di maio conte salvini

 

Sono le stesse fonti, vicine a Salvini, per cui lo scenario di breve periodo non contempla la crisi migratoria nelle acque maltesi. A Chigi hanno fatto le ore piccole per risolvere la matassa, ma nello staff di Salvini il tono sulla materia è quasi di dileggio: «Conte si è rimangiato la parola data all’Onu sul Global compact, poteva rimangiarsi la parola data a Bruxelles sui migranti». E allora, mentre fra il premier e i due vice è in corso il chiarimento, lo stesso si dilata: nelle file della maggioranza si avvertono spifferi di crisi. Affiora persino uno scenario che potrebbe schiudersi il giorno dopo le elezioni in Abruzzo e che prevederebbe un cambio di governo subito dopo.

 

di maio conte salvini 2

Fra i leghisti si fanno addirittura i numeri di un’operazione che vedrebbe la rottura clamorosa dell’alleanza: «La quota 100 ce la approviamo il giorno dopo, e senza il reddito possiamo anche fare il taglio delle tasse. Bastano 55 responsabili alla Camera e 17 al Senato».

tria conte di maio salvinidi maio conte salvini 1DI MAIO CONTE SALVINItria conte di maio salvini casalinoEUROPE THE FINAL COUNTDOWN

 

Ultimi Dagoreport

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)