GRAN ROTTURA DI MARÒ: L’INDIA VUOLE AL PROCESSO GLI ALTRI 4 FUCILIERI

La Corte suprema obbliga a testimoniare anche i colleghi di Latorre e Girone che erano in servizio sulla Enrica Leixe e, sulla base degli accordi presi dal governo Monti, i quattro dovranno rientrare a Nuova Delhi - Per portare a casa i due marò servirà uno scambio di prigionieri con i detenuti indiani in Italia…

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Andrea Koveos per La Notizia

Il gioco dell'oca dei Marò non finisce mai. Anzi ricomincia da capo. E ora invece di salvarne due si rischia di perderne altri quattro. Le autorità di Nuova Delhi, infatti, nel processo che vede imputati Massimiliano La Torre e Salvatore Girone, vogliono interrogare anche gli altri quattro militari della pattuglia in servizio anti-pirateria sulla petroliera Enrica Lexie.

TERZI E MAROTERZI E MARO

Per la Corte suprema indiana Massimo Andronico, Alessandro Conte, Antonio Fontana e Renato Voglino devono rispondere alla sbarra davanti ai giudici. E L'Italia non potrà che rispettare i patti. Quali? Quelli presi ufficialmente da rappresentanti del Governo (Monti) che, secondo le informazioni in possesso di Wikilao e confermate da fonti militari e indiane, ha sottoscritto un impegno per far tornare in India i quattro, laddove ritenuto necessario. Fu sulla base di quella garanzia davanti alla Corte Suprema che il 2 maggio del 2012 venne autorizzato il rilascio dei marinai, della nave e del suo equipaggio.

Salvatore GironeSalvatore Girone

L'ennesimo salto indietro che allontana ancora di più i due marò da casa. E, loro malgrado, raggiungeranno presto il triste traguardo dei 500 giorni di prigionia. Da quel 15 febbraio 2012, fra le ore 16 e le 17 locali, in cui la petroliera italiana Enrica Lexie viaggiava a oltre 20 miglia dalla costa indiana dello Stato del Kerala. La questione della distanza dalla terra ferma è fondamentale.

I DUE MARO GIRONE E LATORREI DUE MARO GIRONE E LATORRE

Secondo i dati recuperati dal GPS della petroliera e le immagini satellitari raccolte dal Maritime Rescue Center di Mumbai, l'Enrica Lexie si trovava esattamente a 20,5 miglia nautiche dalla costa del Kerala, nella cosiddetta «zona contigua». Il diritto marittimo internazionale considera «zona contigua» il tratto di mare che si estende fino alle 24 miglia nautiche dalla costa, entro le quali è diritto di uno Stato far valere la propria giurisdizione.

SALVATORE GIRONE E MASSIMO LATORRESALVATORE GIRONE E MASSIMO LATORRE

Tutti dettagli rilevanti che devono essere ancora chiariti una volta per tutte. Una cosa è certa: se il nostro Ministro della Difesa fosse stato previamente consultato - e non con 72 ore di ritardo - è probabile che avrebbe fatto in modo che la Enrica Lexie avesse mantenuto la rotta lontano dalla costa senza il pericolo di uno stop in alto mare da parte delle autorità indiane.

L'ACCORDO
Comunque siano andate le cose, il governo italiano, a scanso di equivoci ma soprattutto di condanne emesse dal tribunale indiano, aveva pensato di assicurare la vita dei due fucilieri con un accordo firmato con Nuova Delhi, ratificato con legge pubblicata sulla "Gazzetta Ufficiale" del 29 ottobre 2012. Cosa prevede l'accordo? Semplice, uno scambio di condannati. L'India ci restituisce i marò e il nostro Paese consente ai condannati stranieri di scontare la pena a casa. Vi è però una condizione per il trasferimento del condannato.

ENRICA LEXIEENRICA LEXIE

La sentenza deve essere definitiva e quindi può accadere che, una volta condannato in primo grado, il condannato non possa essere trasferito se questi o il pubblico ministero interponga appello. Insomma una vera e propria polizza sulla testa di Latorre e Girone, che li riporterebbe in Italia ma non li salverebbe dalla radiazione dalla Marina militare italiana. Intanto però gli altri colleghi della pattuglia, scomparsi dalla scena appena rientrati in Italia, rischiano di tornare in India per il processo.

STAFFEN DE MISTURA E SIGNORASTAFFEN DE MISTURA E SIGNORA

COSA HA DETTO IERI L'INDIA
Lo stesso Staffan De Mistura, nominato da Letta inviato speciale per il caso dei marò, ha confermato la richiesta della Corte suprema indiana di interrogare gli altri quattro marò. Sulle modalità sembra ci sia stato un tentativo di proporre una videoconferenza dall'Italia, eventualità assolutamente esclusa dall'India, sempre secondo Wikilao. Intanto proprio ieri si è fatto sentire il segretario indiano agli Esteri Ranjan Mathai. Il numero due della diplomazia indiana ha confermato gli sforzi del governo di Roma e di New Delhi per trovare una soluzione alla grave crisi diplomatica.

Tornando all'accordo per il trasferimento dei condannati dall'Italia all'India e viceversa, basti ricordare le parole di De Mistura, durante la discussione del disegno di legge: "La necessità di ratificare questo Accordo, peraltro simile ad altri precedentemente approvati, è confermata anche dal fatto che in termini statistici i cittadini indiani reclusi in Italia sono molto più numerosi rispetto a quelli italiani detenuti in India. La soluzione della vicenda dei due fucilieri della Marina resta una priorità per il Governo". Che ha in mano l'asso dello scambio.

 

 

 

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