IL GRANDE BLUFF! MOBILITAZIONE OCEANICA O FLOP MASCHERATO? ESCONO I NUMERI VERI DELLE ADESIONI ALLO SCIOPERO GENERALE CGIL-UIL E MANDANO AL MACERO LE CIFRE SPARATE DAI SINDACATI

Altro che 60%, alla fiat roccaforte della fiom di Landini ha scioperato solo l’11,6%, pari a 7300 lavoratori su 63mila addetti. Record negativo a Pomigliano (1%) e Cassino (1,7%). Come è possibile che per lo sciopero generale di venerdì scorso, indetto da Cgil, Uil e Ugl insieme, sia stato raggiunto il 70% di adesione quando nel 2011, per lo sciopero della sola Cgil, annunciò una partecipazione del 60%?

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1 - BLUFF LANDINI: IN FIAT NON HANNO SCIOPERATO 

Nicola Porro per “Il Giornale

 

felpa fiom camusso landini felpa fiom camusso landini

Sugli scioperi i sindacati non possono cambiare idea per il semplice motivo che non ne hanno un’altra. Sostengono che sono sempre e comunque necessari e che inevitabilmente rappresentano un successo. Anche quello di venerdì scorso (a cui coraggiosamente non si è associata la Cisl) ha seguito il solito copione. Piazze invase da lavoratori straordinari. Pochi e circoscritti scontri ad opera di infiltrati. Il solito milione e mezzo di adesioni. Più del 60 per cento di astensioni dal lavoro. Ma le cose sono andate davvero così? I numeri ufficiali raccontano una storia ben diversa.

 

Con un po’ di mente fredda e coni dati veri si può iniziare sragionare. Il successo politico di uno sciopero dipende fondamentalmente dalla eco mediatica e da quella della piazza accanto: più è forte più si spera di condizionare la politica. In questo caso una legge già votata dal Parlamento. Vedremo quanto i decreti delegati che il governo sta predisponendo in queste ore saranno influenzati dallo sciopero di Cgil e Uil. E quanto l’evocazione della Resistenza (che palle) del solito sindacalista che sembra dire nulla dal palco, ma lo fa urlando e con gesti gladiatori, p ossa influenzare le decisioni di Matteo Renzi. Quel che conta, dicevamo, sono i numeri.

 

landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10 landini camusso sciopero sociale a roma blitz e scontri milano 10

Ebbene, andiamo nella principale società manifatturiera di mercato che ci sia in Italia. La Fiat. E andiamo nei suoi stabilimenti caldi, quelli nei quali si consumò la rottura con la Fiom sui referendum di Sergio Marchionne. I luoghi di lavoro, in cui c’è da aspettarsi ribolla più il sangue.

 

Entriamo in quelle linee di montaggio che vedono applicato il nuovo contratto predisposto dal Lingotto, e che avrebbero dovuto imbarbarire il rapporto di lavoro oltre i limiti consentiti in un Paese occidentale. Il numeretto assoluto vede un’adesione allo sciopero generale dell’11,6 per cento, pari a 7300 lavoratori su 63mila addetti di Fiat Chrysler e Cnh (trattori e movimentazione terra). Alto che successo, si tratta di una percentuale ridottissima.

 

LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI LANDINI E CAMUSSO CONTRO RENZI

Che scende ancora negli stabilimenti caldi. A Pomigliano e Cassino hanno scioperato rispettivamente l’1 e l’1,7 per cento degli operai. Un po’ più alte le percentuali dei due stabilimenti più popolati: il 5 per cento alla Sevel di Val di Sangro e il 2,7 per cento alla Sata di Melfi. Anni luce dalle adesioni propagandate a livello nazionale e pari al 60-70 per cento dei lavoratori. Insomma lo sciopero generale, almeno in casa Fiat, è stato, dal punto di vista sindacale, un flop.

 

Dovrebbe far ragionare i sindacati confederali (la Cisl qualche sospetto sul cosa fare dopo lo aveva intuito e per ciò si è sfilata dal coro) sulla differenza che c’è tra i loro annunci e i risultati. E soprattutto fornisce a noi l’idea di come ormai lo sciopero sia diventato un strumento più di propaganda politica che di rivendicazione per un diritto negato.

 

2 - 2011: LA CGIL SCIOPERA DA SOLA E DICHIARA ADESIONI AL 60%

felpa fiom camusso landini felpa fiom camusso landini

(ANSA) La Cgil rivede al rialzo le stime sulle adesioni allo sciopero del sindacato proclamato per oggi. Secondo l'organizzazione guidata da Susanna Camusso avrebbe incrociato le braccia il 60% dei lavoratori (alle 12.00 era stata diffusa una prima proiezione del 58%). (ANSA).

 

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