LA GUERRA E' VI-CINA – ALTRO CHE DAZI: GLI SCAZZI COMMERCIALI TRA WASHINGTON E PECHINO SONO SOLO UN VELO CHE NASCONDE IL VERO OBIETTIVO: IL PREDOMINIO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE – GLI USA VOGLIONO IMPEDIRE IL SORPASSO DEI CINESI, MA FORSE È TROPPO TARDI – L’ARRESTO DI LADY HUAWEI, IL 5G E I SATELLITI: TUTTE LE BATTAGLIE IN CORSO

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1 – CASO HUAWEI E GUERRA USA-CINA: DIETRO IL CYBER-DUELLO LA CINA PERSEGUE UN OBIETTIVO: DIVENTARE LEADER NELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ENTRO IL 2030

 

Marcello Bussi per “Milano Finanza”

 

STATI UNITI CONTRO CINA STATI UNITI CONTRO CINA

La guerra commerciale e per il predominio tecnologico tra Wahington e Pechino, che ha raggiunto l’apice nelle ultime ore in seguito alla notizia dell’arresto di Meng Wanzhou, figlia del fondatore di Huawei nonché vicepresidente e cfo del colosso tech di Shenzen), fa capire quanto sono lontani i tempi in cui la Cina era la fabbrica del mondo.

 

La globalizzazione viaggiava a gonfie vele e le imprese del mondo occidentale aumentavano i loro profitti grazie alla manodopera a basso costo gentilmente concessa dal Partito Comunista Cinese. Troppo bello per durare. Come tutte le favole, anche quella della globalizzazione era una favola che la dura realtà si sarebbe premurata di smascherare. Nell’immaginario occidentale i cinesi erano solo capaci di copiare.

Meng Wanzhou Meng Wanzhou

 

Che miopia. I cinesi avevano bisogno di fare il grande balzo in avanti fallito da Mao Zedong. Per compierlo era necessaria la tecnologia occidentale. L’hanno ottenuta grazie alla globalizzazione e hanno dimostrato di non essere capaci solo di copiare.

 

Gli Stati Uniti se ne sono accorti in ritardo. La presidenza di Donald Trump non nasce dal nulla. Alla lunga la deindustrializzazione ha fiaccato l’America. Un disastro umano ed economico icasticamente rappresentato dagli Stati della Rust Belt, che hanno portato Trump alla Casa Bianca. Bisognava porvi rimedio e il modo più veloce per farlo si sono rivelati i dazi. Da qui nasce la guerra commerciale.

trump xi trump xi

 

Troppo tardi? È ancora presto per dirlo. Di certo la Cina si prepara al sorpasso. In tutti i campi. Lo spettro che agita le notti della parte più consapevole dell’élite americana è quello di una Cina dominatrice nel 5G e nell’intelligenza artificiale. Come dice il presidente russo Vladimir Putin, «chi diventa leader in questa sfera dominerà il mondo di domani». E l’obiettivo di Pechino è quello di diventare leader nel settore dell’intelligenza artificiale entro il 2030.

 

A simboleggiare i cambiamenti c’è spesso un evento sportivo. Come la diplomazia del ping-pong sfociò nello storico viaggio in Cina del presidente degli Stati Uniti Richard Nixon, così una sfida a Go ha dato alla dirigenza di Pechino la scossa necessaria per lanciarsi nella corsa al predominio nell’AI (Artificial Intelligence). Il Go è forse il gioco da tavolo più antico del mondo; nato in Cina 2.500 anni fa, si è diffuso in tutto l’Estremo Oriente, in particolare in Corea e Giappone.

 

Meng Wanzhou Meng Wanzhou

Le regolo del Go sono molto semplici, ma danno origine a una strategia estremamente complessa, molto più che negli scacchi. L’ideale per mettere alla prova l’intelligenza artificiale. Nella primavera del 2016 AlphaGo, un sistema di AI ideato da Google, sconfisse a Seul uno dei maestri del Go, il sudcoreano Lee Se-dol. Uno spettacolo visto da ben 280 milioni di cinesi. Il mese successivo, a maggio, AlphaGo sbarcò in Cina a Wuzhen e sconfisse anche il primo classificato del Go, l’eroe locale Ke Jie. Curiosamente, le fasi finali della partita non le vide nessuno perché caddero i collegamenti.

 

ALPHAGO GOOGLE ALPHAGO GOOGLE

«AlphaGo è quasi come il Dio del Go», disse Ke. Due mesi dopo la Cina presentò il Piano di sviluppo per diventare leader nell’intelligenza artificiale nel 2030 con la creazione di un’industria di settore da 1.000 miliardi di dollari. Da quel giorno gli investimenti cinesi nell’AI aumentarono in misura esponenziale. Riuscirà Pechino a raggiungere il suo obiettivo? In America ci sono due scuole di pensiero. Secondo Vivek Wadhwa, docente del College di Ingegneria della Carnegie Mellon University, «i governi non possono fare innovazione buttando soldi su di essa, questo porta solo più corruzione e burocrazia. L’innovazione viene da chi ha idee diverse, prende rischi e sfida l’autorità». Altri studiosi notano però che l’intelligenza artificiale si basa sulla raccolta du dati.

 

E di dati i cinesi ne raccolgono molti di più degli americani. I numeri sono fondamentali: i cinesi clienti della telefonia mobile sono tre volte più numerosi degli americani e spendono 50 volte di più perché usano gli smartphone per pagare di tutto, dal biglietto della metropolitana alla cena in un ristorante, perfino per dare l’elemosina ai mendicanti. WeChat è come avere concentrati in un’unica app Facebook , Twitter e il conto in banca online. La protezione della privacy è molto più debole che negli Stati Uniti, per non parlare dell’Europa.

 

intelligenza artificiale usa cina intelligenza artificiale usa cina

E il governo ha maggiore facilità di accesso ai dati personali per ragioni di sicurezza, mentre in Occidente gli ostacoli legali sono decisamente maggiori. Insomma, la base di dati dell’AI cinese è molto più vasta di quella occidentale.

 

Come se non bastasse, i colossi tecnologici cinesi, anche quelli di proprietà privata, si sentono obbligati ad avere ben presenti le priorità del presidente Xi Jinping, mentre le varie Facebook , Google e le altre società della Silicon Valley sono politicamente contrarie a Trump. Nel 5G poi la Cina è già leader con Huawei.

 

Il 5G consente prestazioni e velocità superiori a quelle della tecnologia precedente. Questo porta a una maggiore utilizzazione della telefonia mobile e di conseguenza a una più ampia raccolta di dati. Ecco perché gli Stati Uniti hanno messo nel mirino Huawei, società strategica per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. La guerra è appena cominciata e Washington vuole impedire che la Cina diventi leader nel 2030.

 

2 – LA GUERRA MONDIALE DELLE TECNOLOGIE

Eugenio Cau e Giulia Pompili per “il Foglio”

STATI UNITI CONTRO CINA STATI UNITI CONTRO CINA

 

Hu Xijin, direttore del Global Times, che è un giornale cinese molto nazionalista ed esagerato ma che spesso ha il polso di quello che pensa l' opinione pubblica della Repubblica popolare, ha scritto sui social network locali che "possiamo tranquillamente considerare l' arresto di Meng Wanzhou da parte degli americani come una dichiarazione di guerra contro la Cina". Come era facile immaginare, questa presunta "dichiarazione di guerra" è arrivata dal settore della tecnologia, quello che più di ogni altro sarà decisivo per capire quale sarà la potenza dominante del Ventunesimo secolo: in un' èra che è sempre più governata dalla tecnologia, chi ne ha il predominio conquisterà il mondo.

trump xi trump xi

 

Ma se davvero c' è una guerra, quali sono i suoi campi di battaglia? Dove si collocano le forze in campo? E chi ha maggiori possibilità di vincere? Il primo scontro, quello da cui originano anche l' affaire Huawei e l' arresto di Meng Wanzhou, riguarda il 5G, le connessioni di nuova generazione. Gli esperti dicono che nel giro di pochi anni sulle nostre strade viaggeranno automobili che si guidano da sole.

 

Per farlo, i veicoli devono essere sempre connessi, e l' unica connessione abbastanza veloce per farli funzionare (servono velocità e ridotta latenza, cioè tempo di risposta immediato) sarà il 5G. Allo stesso tempo, si progettano centrali elettriche intelligenti, capaci di riconoscere i problemi prima che avvengano perché sono sempre connesse: ovviamente al 5G. Gli F-35, gli aerei da guerra di nuova generazione costruiti dall' America, possono dare il massimo del loro potenziale in guerra soltanto se sono sempre connessi: indovinate a cosa? Al 5G.

MENG WANZHOU - HUAWEI MENG WANZHOU - HUAWEI

 

L' Amministrazione americana considera il 5G come un' infrastruttura strategica, al pari del sistema autostradale voluto da Eisenhower, e chiaramente non vuole che a costruirlo sia un' azienda cinese come Huawei, né in patria né nei paesi alleati perché teme operazioni di spionaggio e boicottaggio. Negli ultimi mesi l' Au stralia e la Nuova Zelanda hanno bandito Huawei dagli appalti per il 5G: non sono paesi minori, perché fanno parte del Five Eyes, l' alleanza di stati che hanno la più stretta condivisione d' intelligence con Washington.

 

Gli altri due membri del Five Eyes, Canada e Regno Unito, potrebbero seguire: questa settimana il capo dell' agenzia d' intelligence canadese ha messo in guardia il paese dall' avvalersi di Huawei, e British Telecom ha scaricato l' azienda cinese, dopo molti avvertimenti da parte di agenzie di regolamentazione e d' intelligence. In Germania, il governo vuole inasprire i controlli. Il secondo campo di battaglia decisivo è quello dell' intelligenza artificiale. Torniamo all' automobile che si guida da so la.

donald trump xi jinping mar a lago donald trump xi jinping mar a lago

 

Se la connessione 5G è necessaria al veicolo per connettersi e ottenere i dati di navigazione, servono degli algoritmi di intelligenza artificiale molto sofisticati per consentire all' au tomobile di navigare e districarsi tra gli ostacoli, distinguere un pedone in movimento da un cartello stradale, calcolare la traiettoria migliore. L' intelligenza artificiale ha innumerevoli altri utilizzi, tra i quali moltissimi di tipo militare, ed è imperativo per la superpotenza dal Ventunesimo secolo padroneggiare la tecnologia.

 

STATI UNITI CONTRO CINA STATI UNITI CONTRO CINA

Qui lo scontro è a due: Stati Uniti e Cina sono a oggi gli unici paesi al mondo che hanno centri di ricerca abbastanza avanzati da poter contare qualcosa. La guerra sull' in telligenza artificiale è anzitutto una lotta sui cervelli: chi ha i ricercatori più bravi vince.

Guardate per esempio ad Andrew Ng, lumina re del campo, che è cinese ma ha cittadinanza americana. Dapprima è stato il capo dell' intel ligenza artificiale a Google, poi è passato all' azienda cinese Baidu, che grazie a lui è diventata una superpotenza nel campo. La ricerca sull' in telligenza artificiale, infatti, si basa in gran parte sull' apporto delle grandi aziende digitali, da Google e Amazon a Baidu e Tencent, e qui il protezionismo è feroce, specie da parte cinese: Pechino non vuole i giganti americani nel suo mercato, e se prima le ragioni principali riguardavano la censura del dissenso, oggi riguardano la lotta per la supremazia nell' intelligenza artificiale. Nell' ottobre del 2017, Xi Jinping ha tenuto al Congresso del Partito un discorso di più di tre ore in cui esortava il popolo a diventare il numero uno nel campo, perché questa tecnologia cambierà il mondo.

 

DONALD TRUMP XI JINPING DONALD TRUMP XI JINPING

L' esperto Kai -Fu Lee (ex capo di Google Cina) ha detto che quel discorso fu come quando Kennedy promise che gli americani sarebbero andati sulla Luna.

Terzo campo di battaglia: la nostra automobile che si guida da sola, oltre alle connessioni e agli algoritmi ha bisogno di microprocessori potenti per poter calcolare tutti i dati. L' Economi st la settimana scorsa è stato molto esplicito nel suo articolo di copertina quando ha parlato di una guerra dei chip: le automobili diventano computer su ruote, le portaerei diventano computer su strada, i missili balistici diventano computer che portano distruzione, e tutta questa computerizzazione si basa sui microchip.

 

elon musk elon musk

Qui la Cina ha un grosso problema: i suoi chip non sono avanzati abbastanza, e l' America è in forte vantaggio. Quando Donald Trump ha imposto alle aziende americane di non vendere componenti a Zte (in gran parte chip, appunto), la compagnia cinese è stata costretta a chiude re la produzione. Huawei è meno dipendente dalla tecnologia americana, ma la possibilità di un bando del genere terrorizza tutte le aziende cinesi che si occupano di tecnologia, e ha spinto il governo a correre ai ripari. Il piano "Made in China 2025", che è la versione locale di Industria 4.0 e prevede la trasformazione del paese in una superpotenza tecnologica nel giro di pochi anni, è molto spostato proprio sui microchip, un mercato che valeva 412 miliardi di dollari nel 2017 e che è la base per ogni altra tecnologia digitale. Huawei è una delle poche aziende cinesi che può fare microchip di alto livello, giusto il mese scorso il governo si vantava della capacità dell' azienda di produrre microchip specifici per l' intelligenza artificiale, e questa è un' altra delle ragioni per cui l' azienda è al centro di tutte le attenzioni.

 

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America e Cina combattono anche per il predominio di internet. Il web è un' invenzione americana, ed è per questo che tutti i protocolli e tutti gli enti regolatori sono gestiti da enti americani. Ma la Cina, che in questo è sostenuta da Russia, India, Brasile, non vuole sottostare al dominio di Washington, e ha cominciato a costruire la sua rete, più chiusa, in un' opera zione di nazionalismo digitale. Questo significa boicottare Google e Facebook, ma anche creare infrastrutture nuove, stendere cavi sottomarini alternativi a quelli degli americani, rimpiazzare l' influenza occidentale sul web.

 

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Un capitolo a parte lo merita l' industria aerospaziale. Mentre in America prosperano progetti privati come SpaceX di Elon Musk, Trump ha annunciato la creazione di una "Space Force", un' armata indipendente sia dall' aviazione sia dalla Nasa in grado di mettere in sicurezza la cosa più preziosa che c' è quando si parla di telecomunicazioni: i satelliti. La Cina sta lavorando già da anni al suo sistema di posiziona mento BeiDou 2, che sarà sempre più importante nell' economia globale e farà concorrenza all' americano Gps - per intenderci, quello che si usa per le mappe di Google sullo smartphone. Sul fronte aerospaziale, il governo cinese non ha mai voluto rendere indipendente l' industria dalle Forze armate, e quindi da Pechino. Già da anni la Cina sta lavorando al progetto di una stazione spaziale in concorrenza con quella internazionale - che tra qualche tempo dovrà andare in pensione.

 

guerra cibernetica cina usa guerra cibernetica cina usa

Anche dal punto di vista della scienza applicata alle cose terrene, come la scienza medica, l' obiettivo cinese resta quello dell' egemonia.

Lo dimostra l' accelerazione che ha fatto Pechino sull' ingegneria genetica: mentre l' occidente è vincolato da riflessioni di tipo bioetico, periodicamente arrivano dalla Cina notizie che hanno massima eco sui giornali internazionali.

HACKER CINA USA HACKER CINA USA

 

L' ultima in ordine di tempo è quella del "Dr. Frankenstein", lo scienziato cinese He Jiankui, che avrebbe fatto nascere una coppia di gemelli il cui Dna era stato modificato grazie alla tecnica Crispr. Una tecnica che va a modificare il genoma umano, e che dalla comunità scientifica occidentale è considerata l' inizio di un percorso verso l' eugenetica. L' iniziativa del dottor He è stata condannata perfino da Pechino, ma non è la prima volta che gli scienziati cinesi si spingono più in là di quanto farebbero quelli occidentali. A gennaio l' Istituto cinese di neuroscienze di Shanghai, coordinato da Qiang Sun, ha clonato per la prima volta due scimmie con la stessa tecnica con la quale negli anni Novanta fu clonata la pecora Dolly.

 

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