GUERRA ALLE PORTE E DIGIUNARE CON IL PAPONE PACIFISTA E’ FINE E NON IMPEGNA (ALTRO CHE DIETE)

Paolo Rodari per "La Repubblica"

Oltre alla preghiera, il digiuno che è pratica anche laica, per tutti. Certo, nella tradizione cristiana è penitenza e insieme "mea culpa" per le colpe del passato, ma anche mortificazione condivisibile dai non credenti come, ovviamente, dagli appartenenti ad altre religioni.

Giovanni Paolo II lo propose a tutti i leader religiosi dopo l'attacco alle Torri Gemelle convocandoli ad Assisi. Stavolta Francesco fa di più. Lo estende anche agli atei, una giornata di preghiera e di digiuno per la pace in Siria che avrà luogo in piazza San Pietro sabato prossimo.

Perché, come spiegano in Vaticano, «in tutte le grandi esperienze religiose il digiuno occupa un posto importante». In sostanza, «conduce alla conversione del cuore». Ma per Francesco l'evento è anche aconfessionale, pacifismo senza etichette. Un allargamento che, come sempre nello spirito di Jorge Mario Bergoglio, costruisce ponti invece di muri.

Riuscirà Francesco a sciogliere i cuori induriti dei potenti, degli Stati Uniti pronti al raid in Siria ma anche di coloro che usano le armi chimiche contro civili innocenti («Con particolare fermezza condanno l'uso delle armi chimiche», ha scritto ieri il Papa in un tweet)? Difficile rispondere.

La storia, anche quella ebreo-cristiana, è piena di insuccessi. Ma pure di vittorie. Il primo a vincere fu Giona, oltre sette secoli prima della nascita di Cristo. Riportò Ninive sulla retta via, digiunando tre giorni nel ventre della balena. L'ultimo a perdere, però, è stato proprio Giovanni Paolo II che nel 2003 chiese il digiuno per scongiurare l'attacco di Bush all'Iraq senza successo.

Francesco ha fatto sapere di non volere una piazza festante quanto penitente. Come fu il suo primo viaggio fuori le mura leonine a Lampedusa. Solo la mortificazione del corpo eleva lo Spirito. Dalle sette di sera alle 23 piazza San Pietro sarà vestita a lutto. E la serata divisa in due parti: una più ecumenica e laica, la seconda più "cattolica" dove sono previsti adorazione eucaristica, recita del Rosario, esposizione del Santissimo Sacramento.

A fare da spartiacque, il discorso del Pontefice, tra le 21 e le 21.30. Non solo cristiani ed ebrei conoscono la pratica del digiuno, ma anche i musulmani. La chiamata di Francesco è non a caso rivolta anche - c'è chi dice soprattutto - a loro che, come dice un versetto della Sura, «tramite il digiuno diverranno timorati». E, infatti, i capi dell'islam mondiale come il Gran Mufti di Siria Ahmad Badreddin Hassou e i leader delle associazioni religiose impegnate nel dialogo saranno presenti.

Spiega Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio: «Il Papa chiama non solo alla preghiera ma anche al digiuno come fu ad Assisi nel 1986. È un atto di profonda sensibilità verso l'islam che fa del digiuno uno dei suoi pilastri spirituali».

Francesco non vuole apparire come il portavoce unico del fronte contrario alla guerra. E, consapevole che ogni sua uscita pubblica si trasforma da cinque mesi in un trionfo personale, ha scelto il "profilo condiviso", cioè il coinvolgimento alla pari di tutte le sigle dell'«internazionale delle fedi». Come a dire: «Non sono io che convoco voi ma insieme promuoviamo la mobilitazione».

E con pari dignità vengono coinvolti anche gli atei secondo la lezione del Satyagraha di Gandhi, una chiamata alle coscienze indipendentemente dalla loro "casacca d'appartenenza". Una pratica che nei decenni ha accomunato personalità diversissime fra loro come Martin Luther King, la birmana Aung San Suu Kyi e i laicissimi radicali di Marco Pannella.

Il Papa sa bene che la preghiera e il digiuno possono non bastare. Per questo i nunzi in Medio Oriente lavorano senza sosta. Le informative che i monsignori Mario Zenari da Damasco, Gabriele Caccia da Beirut, e Giorgio Lingua da Amman inviano a Roma sono da codice rosso e prospettano uno scenario apocalittico: la cancellazione dei cristiani dalla
terra di Gesù.

Anche di questo la segreteria di Stato vaticana vuole parlare con gli ambasciatori accreditati presso la Santa Sede in un briefing domani mattina. E per informare tutto il corpo diplomatico sui significati dell'iniziativa di sabato. In segreteria di Stato i canali con il Medio Oriente sono aperti giorno e notte. Nell'amara consapevolezza che ogni sforzo potrebbe essere vano.

 

PAPA FRANCESCO BERGOGLIO TWITTA CONTRO LA GUERRA IN SIRIAPAPA JORGE BERGOGLIO PAPA FRANCESCO BERGOGLIO RIFUGIATI IN SIRIA RIFUGIATI IN SIRIA RIFUGIATI IN SIRIA dettaglio Siria gas nervino SIRIA v2MARIO MAUROUmberto Veronesi FEDERICA PELLEGRINI PIER FERDINANDO CASINI

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…