HOME SWEET HOME - CAMERON FA LA COSA GIUSTA: IMPOSTE AZZERATE PER GLI IMMOBILI ACQUISTATI FINO A 125 MILA STERLINE - IL TENTATIVO DI STRIZZARE L’OCCHIO AGLI ELETTORI LABURISTI E IL MESSAGGIO DI OTTIMISMO AL MERCATO IMMOBILIARE

Gaia Cesare per “il Giornale”

 

DAVID CAMERON E MARK RECKLESSDAVID CAMERON E MARK RECKLESS

Gli esperti inorridiscono e avvertono gli inglesi che saranno necessari «tagli colossali», nuove lacrime e nuovo sangue, e che il governo li riserverà cinicamente al periodo post elezioni. Ma quel che l'esecutivo guidato da David Cameron ha voluto lanciare nel suo Autumn statement - la manovra d'autunno presentata alla Camera dei Comuni dal Cancelliere dello Scacchiere George Osborne - è il più grande messaggio di ottimismo al mercato immobiliare degli ultimi decenni, la mossa di maggior impatto elettorale del piano economico e quella che in queste ore sta traumatizzando l'opposizione laburista.

david camerondavid cameron

 

Home sweet home, casa dolce casa, specie sotto il cielo del Regno Unito dove dalla mezzanotte di mercoledì la riforma dello stamp duty, l'imposta sulle transazioni immobiliari, darà sollievo al 98 per cento dei nuovi acquirenti.

 

Azzerata del tutto sulle prime 125mila sterline dell'intera quota d'acquisto, crescerà proporzionalmente e ammonterà al 2% per la restante parte fino a 250mila sterline, e avanti del 5% per un acquisto fino a 925mila, del 10% per abitazioni fino a un milione e mezzo di sterline e del 12% per quelle ancora più costose. Risultato, riferisce Osborne: un taglio alle tasse pari a 800 milioni di pound l'anno (oltre un miliardo di euro) e di circa 5.600 euro sull'acquisto di un'abitazione del valore medio di 275mila sterline (350mila euro).
 

GEORGE OSBORNE GEORGE OSBORNE

La mossa è una convincente strizzata d'occhio ai nuovi acquirenti, un sostegno alle «aspirazioni» dei cittadini - ha spiegato Osborne - dunque al sogno per eccellenza (non solo quello dei britannici): la casa. È un modo, tra l'altro, per corteggiare gli elettori laburisti delle classi basse e medie. «L'imposta cresce su quel 2% di case più costose - chiarisce il ministro dell'Economia e delle Finanze Osborne per dimostrare di aver chiesto ai «ricchi» di fare la loro parte - ma l'aumento avviene solo in fase d'acquisto e dunque quando gli interessati hanno il denaro a disposizione», precisa per confortare i propri elettori, i benestanti Tory.

 

Poi l'affondo agli avversari laburisti, spiazzati dalla strategia del governo dopo aver proposto di introdurre una nuova imposta, la mansion tax sul valore annuale delle case oltre i 2 milioni di sterline: «Ci muoviamo in netto contrasto con coloro che vogliono colpire le pensioni e il lavoro e l'abitazione con nuove tasse. È un approccio che rigettiamo del tutto».

 

Così Osborne fa apparire i laburisti come i soliti tassatori sfrenati e primi fomentatori della lotta di classe contro i ricchi. E li mette spalle al muro costringendoli ad appoggiare il piano per l'abbassamento dell'imposta sulla casa, come il Cancelliere dello Scacchiere ombra Ed Balls è stato costretto ad annunciare. 
 

reagan thatcher  5reagan thatcher 5

Un piano ben riuscito. Specie perché legato a un'altra mossa a effetto: l'annuncio dell'introduzione della cosiddetta «Google tax», l'imposta al 25% sul fatturato delle multinazionali che spostano le proprie sedi legali verso Paesi a bassa tassazione, con l'obiettivo di eludere il Fisco. La riforma sull'imposta sulla casa sarà finanziata proprio dalla «Google tax» e anche da un aumento della tassazione sulle banche per un totale di 4 miliardi di sterline.

 

Musica per le orecchie dei contribuenti inglesi. Una melodia che ha fatto passare in secondo piano le denunce di opposizione ed economisti sull'indebitamento monstre del Regno Unito, ammesso dallo stesso Osborne, e sui tagli che stanno portando ma soprattutto porteranno la spesa pubblica ai livelli più bassi degli ultimi ottant'anni, ridisegnando completamente l'immagine dello Stato - dicono gli esperti dell'Institute for fiscal studies - e rendendolo praticamente irriconoscibile.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”