I CONTI DEL CNEL NON TORNANO - LE FIAMME GIALLE INDAGANO SUGLI SPRECHI DEL “CARROZZONE” SU INPUT DELLA CORTE DEI CONTI - L’ISTITUTO NON SI SA A COSA SERVA, SE NON AD INGRASSARE DIRIGENTI, CONSIGLIERI E CONSULENTI - LA “CATTIVA GESTIONE” DENUNCIATA DAL SEGRETARIO GENERALE FRANCO MASSI - 20 MILIONI L’ANNO DI COSTO TRA GETTONI (D’ORO) E UN GAZEBO AFFACCIATO SU VILLA BORGHESE - 35MILA EURO PER DELL’ARINGA…

Valeria Di Corrado per lanotiziagiornale.it

Le spese pazze del Cnel sono arrivate persino sul tavolo della Corte dei Conti. Un organo dello Stato che indaga su un altro organo di rilievo costituzionale per un botto di presunti sprechi, contratti di ricerca conferiti illegittimamente e oneri di missione liquidati irregolarmente.

"Sembra ci siano state anomalie e disfunzioni interne che potrebbero aver causato un danno pubblico", spiega a La Notizia giornale.it il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio, Angelo Raffaele De Dominicis.

A denunciare la cattiva gestione dell'Ente è stato lo stesso segretario generale del Cnel, Franco Massi. La magistratura contabile ha così affidato l'incarico di indagare al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Roma.

E tra breve sarà nominato il pubblico ministero che si occuperà del caso. Si tratterebbe di errori compiuti da funzionari amministrativi, in una gestione non "illibata" dell'Ente.

L'inutilità del Consiglio nazionale dell'Economia e del Lavoro è scolpita a chiare lettere anche sui manuali di diritto costituzionale. Istituito nel 1957 con lo scopo di creare un raccordo tra le forze economico-sociali del Paese e le istituzioni politiche, sin dai primi anni del suo funzionamento "non ha dato buona prova di sé" (Martines, Diritto costituzionale), perché vi è stata sempre la tendenza a saltare la sua mediazione. Ciò spiega "lo scarso successo che ha avuto il Cnel e la sua scarsissima influenza nel processo decisionale politico" (Bin-Pitruzzella, Diritto Costituzionale).

Per renderlo più incisivo fu realizzata nel 1986 una prima riforma dell'Ente, che ampliò le sue competenze nell'attività consultiva e di iniziativa legislativa (fino a quel momento, cioè in 30 anni, erano stati partoriti soltanto cinque disegni di legge, tra cui il riordinamento del credito agrario e della pesca).

Ma nemmeno questa riforma è servita a farlo diventare utile.
Dall'‘86 ad oggi il Cnel ha elaborato solo altre 12 proposte di legge, molte delle quali "fotocopia": come le "Disposizioni in materia di statistiche di genere", approvata nel 2004, riproposta nel 2006 e poi ancora nel 2008.

Finora nessuno di questi ddl ha visto l'approvazione in Parlamento. Tranne l'autoriforma del Cnel, un regolamento interno elaborato il 19 novembre 2011 e trasformato in legge lo scorso 11 giugno. Il tutto per annacquare il taglio ai consiglieri e i risparmi alle consulenze imposti dal governo Monti con il decreto legge 138/2011, dopo la richiesta di intervento avanzata da Franco Massi, lo stesso segretario generale che ha chiesto l'intervento della Corte dei Conti.

Allo Stato il baraccone del Cnel costa quasi 20 milioni di euro. Tre milioni e mezzo servono per pagare il personale amministrativo (a fronte di un assenteismo che nel mese di dicembre 2012 ha toccato quota 22%). Due milioni vanno in fumo solo per le indennità del presidente, dei due vicepresidenti e dei 64 consiglieri. Antonio Marzano, in carica come presidente fino al 27 luglio 2015, ogni mese vede accreditarsi sul conto 17.850 euro, i suoi vice 3,5 mila euro, ciascun consigliere 2.168 euro.

Oltre alle indennità i fortunati membri del Cnel percepiscono un rimborso spese (1,3 milioni di euro, nel 2011) per partecipare ai lavori del Consiglio, cioè per fare il lavoro per il quale vengono già abbondantemente pagati. A questa somma si aggiungono 270 mila euro destinati ai viaggi in Italia e all'estero.

Costano poi altri 323 mila euro l'anno tutti gli uomini del Presidente, tra segreterie, direttore della segreteria e collaboratori vari. Il compenso più alto è quello del portavoce di Marzano: 105 mila euro fino ad ottobre 2015. E poi spiccano anche i 35 mila per la collaborazione dell'economista Carlo Dell'Aringa, appena eletto alla Camera dei deputati nella lista del Pd.

Nel bilancio di previsione del 2013 vengono stanziati 5 milioni per far partecipare alle riunioni "estranei al Cnel" e altri 3,5 milioni per "acquisire ed elaborare dati". Quali dati? Non è specificato. A cosa servano? Nemmeno. Ancora più oscuro l'utilizzo di un milione e mezzo per pagare la pubblicità e le relazioni esterne di un organo la cui esistenza viene ignorata dalla maggior parte delle persone.

L'acquisto di carta, penne ed evidenziatori costa ben 350 mila euro. Altri 250.000 per pagare il noleggio e il carburante delle auto blu. Più di un milione viene destinato invece alla manutenzione. Dulcis in fundo i 200 mila euro che verranno spesi per tinteggiare la sontuosa sede del Cnel (villa Lubin) e per realizzare un gazebo sul terrazzo, dal quale i membri del Consiglio, nella bella stagione, potranno godere di uno splendido affaccio su villa Borghese, mentre magari sorseggiano un tè.

 

corte contiRIUNIONE CNEL CNEL marzano antonio Cnel CNEL Logo

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...