L’IMPERO DELLA POMPA – LA PROCURA SEQUESTRA 142 DISTRIBUTORI DI BENZINA AI FRATELLI COSENTINO – PESANTI SOSPETTI DI COLLUSIONI CON IL CLAN DEI CASALESI

Dario Del Porto per “la Repubblica

 

NICOLA COSENTINO ALLA CONFERENZA STAMPANICOLA COSENTINO ALLA CONFERENZA STAMPA

I carabinieri sequestrano il tesoro dei Cosentino. Su richiesta del pool anticamorra coordinato dalla Procura di Napoli, diretta dal procuratore Giovanni Colangelo, scattano i sigilli a 142 distributori di carburante e ad altri beni dell'importo complessivo stimato in 120 milioni di euro ritenuti riconducibili alla famiglia di Casal di Principe attiva nel commercio dei prodotti petroliferi.

 

Un impero, quello messo in piedi da Nicola Cosentino, a lungo leader incontrastato in Campania del partito di Berlusconi e già sottosegretario all'Economia, e dai fratelli, sul quale gravano pesanti ombre di presunte collusioni con il clan dei Casalesi. Il provvedimento giudiziario è stato eseguito di prima mattina dai carabinieri di Caserta guidati dal comandante provinciale Giancarlo Scafuri.

 

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Dal tre aprile scorso Nicola Cosentino è in carcere, gravato da tre ordinanze di custodia e da due processi già a dibattimento proprio per i suoi presunti rapporti con la cosca di Gomorra. Anche il fratello Giovanni è in cella, nell'ambito dell'indagine relativa a presunte pressioni esercitate nei confronti di un imprenditore che aveva aperto un distributore di carburante a poca distanza da un impianto della famiglia Cosentino.

 

L'indagine, coordinata dai pm Sandro D'Alessio, Fabrizio Vanorio e Antonello Ardituro (oggi al Csm) con il pm della Direzione nazionale Antimafia Francesco Curcio, ha preso in esame l'attività di gestione di impianti di distribuzione di carburante svolta dalle società Aversana petroli e Ip service.

SANDOKANSANDOKAN

 

L'inchiesta, spiega il procuratore Colangelo, "è la realizzazione della impostazione della Procura che attribuisce priorità alle indagini sulle attività patrimoniali". In provincia di Caserta ci sono 380, 40 appartengono a società della famiglia Cosentino. Altri impianti sono ad Avellino, Benevento, Napoli, Vibo Valentia, Siena, Crotone.

 

"È riduttivo parlare di distributori di carburante, siamo in presenza di una attività complessa", rileva il procuratore. Il provvedimento firmato dal gip Isabella Iaselli, rileva il pm Curcio, è un sequestro preventivo: le società sono ritenute lo strumento per il conseguimento di alcuni reati, anche in virtù della presenza di fatto di Cosentino nella società.

 

I pm Woodcock e Francesco CurcioI pm Woodcock e Francesco Curcio

L'ex sottosegretario, "pur non figurando come socio, esercitava pressioni su amministratori locali per ottenere autorizzazioni a favore delle aziende", sottolinea il magistrato. I fatti contestati sono fino al 2011 e partono dal 98-99. Nel 2007 furono rilasciate al gruppo Cosentino certificazioni antimafia ritenute non dovute dalla Procura. Il 31 ottobre la Corte di Cassazione ha confermato l'impianto cautelare dell'indagine, rigettando i ricorsi dei difensori di alcuni indagati, che potranno replicare alle contestazioni nei successivi passaggi del procedimento. Contro il sequestro potrà essere proposto ricorso davanti al tribunale del Riesame.

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