IMPRESENTABILI PER BERSANI - I CONSIGLIERI REGIONALI DEL LAZIO, DOPO LA GRANDE ABBUFFATA. “PROMOSSI” IN PARLAMENTO DAL PD (CHE ESCLUDE I RADICALI CHE FECERO SCOPPIARE LO SCANDALO) - BRUNO ASTORRE (INDAGATO) VA AL SENATO CON ALTRI QUATTRO “COLLEGHI” - LA MOGLIE DI MANCINI IN LOMBARDIA - MONTINO (QUELLO DEI 4.500 EURO DI VINO PER I BAMBINI POVERI) CANDIDATO A SINDACO DI FIUMICINO, LA MOGLIE A MONTECITORIO…

Condividi questo articolo


Pierluigi BersaniPierluigi Bersani

Sergio Rizzo per il "Corriere della Sera"

Siamo sicuri che l'esistenza di Giuseppe Rossodivita non cambierà in peggio. Il suo mestiere è quello di avvocato, ed era impegnato in politica con i radicali ben prima di finire nel consiglio regionale del Lazio. Come sanno bene i molti che lo ricordano da tempo impegnato nella battaglia per restituire decenza alle carceri. Ma la notizia che né lui, né l'altro consigliere del suo partito Rocco Berardo sono nelle liste che sosterranno il candidato di centrosinistra Nicola Zingaretti suona effettivamente come una beffa.

pier luigi bersanipier luigi bersani

Senza l'iniziativa dei due radicali, che la scorsa estate hanno rivelato con la pubblicazione sul loro sito le dimensioni abnormi dei finanziamenti di gruppi consiliari della Regione Lazio, lo scandalo che ha poi travolto Franco Fiorito e Vincenzo Maruccio difficilmente sarebbe esploso con tanto fragore. Di più. Sarebbe continuato anche lo stesso andazzo in tutte le Regioni italiane, senza controlli della Corte dei conti e senza l'obbligo di dare trasparenza ai bilanci dei gruppi politici.

Beffa doppia, considerando che una bella fetta di quel consiglio regionale ha trovato posto sulle scialuppe di salvataggio predisposte dai partiti. Se la governatrice Renata Polverini resta fiduciosa circa la prospettiva di una candidatura in Parlamento nel centrodestra e il consigliere Francesco Storace ha pescato il jolly della candidatura a governatore, ben sei dei quattordici componenti del gruppo consiliare del partito democratico che ha partecipato con gli altri alla spartizione dei fondi sono già stati imbarcati con destinazione Montecitorio o palazzo Madama.

FRANCO FIORITO VERSIONE BATMANFRANCO FIORITO VERSIONE BATMAN Nicola ZingarettiNicola Zingaretti

A cominciare da Bruno Astorre, l'ex presidente del consiglio regionale che faceva parte dell'ufficio di presidenza nel quale si deliberavano gli stanziamenti sui quali è in corso una inchiesta della Corte dei conti. Mentre va ricordato che l'intero ufficio è sotto indagine da parte della magistratura per una proroga, ritenuta illegittima, dell'incarico dell'ex segretario generale. Astorre sarà candidato al Senato.

Insieme ad altri quattro consiglieri democratici: Carlo Lucherini, Claudio Moscardelli, Daniela Valentini e Francesco Scalia. Non Marco Di Stefano, per il quale si è aperta invece la strada di Montecitorio. Un altro dei consiglieri del Pd più in vista, Claudio Mancini, ex assessore, è rimasto invece appiedato. Si consolerà con l'elezione della moglie Fabrizia Giuliani in Lombardia.

E il capogruppo Esterino Montino, il quale giustificò ad Alessandro Capponi una fattura di 4.500 euro spesi in una famosa enoteca, dicendo che si trattava dei doni natalizi per i bimbi delle famiglie disagiate? Escluso dalle liste per il consiglio regionale, dove fece la sua prima apparizione nel 1975, e dal Parlamento (anche lì era già stato), proverà il brivido di fare il sindaco. Il Pd lo candida a Fiumicino. Mentre sua moglie Monica Cirinnà andrà con ogni probabilità a Montecitorio.

BRUNO ASTORREBRUNO ASTORREVINCENZO MARUCCIOVINCENZO MARUCCIO

Non ignoriamo i meccanismi della nostra politica. È chiaro che se Zingaretti avesse fatto posto ai radicali che hanno dato fuoco alle polveri, avrebbe dovuto fare qualche concessione anche agli esclusi del suo partito. Né, pur volendo, avrebbe potuto impedire che si aprissero per loro, come si sono aperti, tutti quei paracadute.

Ma resta il dubbio, anche a causa di questa vicenda, sulla portata del rinnovamento in casa democratica: dove anche le primarie (il sistema che ha consentito per esempio ad Astorre di rientrare in gioco al Senato) hanno fatto vittime illustri. Un nome per tutti, quello di Salvatore Vassallo, che si era battuto perché andasse in porto la legge che dopo 65 anni avrebbe definito finalmente la forma giuridica dei partiti. Battaglia ovviamente persa. E vittime si sono contate anche fra coloro che grazie alle tanto criticate deroghe per quanti hanno fatto più di tre legislature complete per 15 anni di mandato, avrebbero dovuto essere «recuperati». Regola che ha determinato situazioni curiose.

ESTERINO MONTINOESTERINO MONTINO

Per esempio quella di Mauro Agostini, cui Walter Veltroni aveva affidato i cordoni della borsa del Pd ed era stato il primo a far cadere il tabù dei controlli «esterni» sui bilanci dei partiti. Quando era tesoriere affidò la verifica dei conti del Pd a una società di certificazione: adesso quello è per tutti un sacrosanto obbligo di legge.

Monica CirinnaMonica Cirinna

Avendo già fatto quattro legislature, per 17 anni di mandato, doveva essere teoricamente escluso. Ma aveva ottenuto una deroga, che però non gli è servita perché è rimasto fuori dalle liste. Non ha fatto le primarie e nessuno l'ha chiamato. Contrariamente al suo predecessore Ugo Sposetti, che ha alle spalle lo stesso numero di legislature ma con 14 anni di mandato anziché 17.

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING... 

FLASH! - FACILE FARE I PATRIOTI CON LE CHIAPPE ALTRUI – INDOVINATE CHE AUTO GUIDA ADOLFO URSO, IL MINISTRO CHE PER DIFENDERE L'ITALIANITÀ HA “COSTRETTO” ALFA ROMEO A CAMBIARE NOME DA “MILANO” A “JUNIOR”? UN PRODOTTO DELL’INDUSTRIA MADE IN ITALY? MACCHÉ: NELLA SUA DICHIARAZIONE PATRIMONIALE, SPUNTANO UNA VOLKSWAGEN T-CROSS E UNA MENO RECENTE (MA SOSTENIBILE) TOYOTA DI INIZIO MILLENNIO. VEDIAMO IL LATO POSITIVO: ALMENO NON SONO DEL MARCHIO CINESE DONFGENG, A CUI VUOLE SPALANCARE LE PORTE...

DAGOREPORT – ANCHE I DRAGHI, OGNI TANTO, COMMETTONO UN ERRORE. SBAGLIÒ NEL 2022 CON LA CIECA CORSA AL COLLE, E SBAGLIA OGGI A DARE FIN TROPPO ADITO, CON LE USCITE PUBBLICHE, ALLE CONTINUE VOCI CHE LO DANNO IN CORSA PER LA PRESIDENZA DELLA COMMISSIONE EUROPEA - CHIAMATO DA URSULA PER REALIZZARE UN DOSSIER SULLA COMPETITIVITÀ DELL’UNIONE EUROPEA, IL COMPITO DI ILLUSTRARLO TOCCAVA A LEI. “MARIOPIO” INVECE NON HA RESISTITO ALLE SIRENE DEI MEDIA, CHE TANTO LO INCENSANO, ED È SALITO IN CATTEDRA SQUADERNANDO I DIFETTI DELL’UNIONE E LE NECESSARIE RIFORME, OFFRENDOSI COME L'UOMO SALVA-EUROPA - UN GRAVE ERRORE DI OPPORTUNITÀ POLITICA (LO STESSO MACRON NON L’HA PRESA BENE) - IL DESTINO DI DRAGHI È NELLE MANI DI MACRON, SCHOLZ E TUSK. SE DOPO IL 9 GIUGNO...