INCROCI DI FAMIGLIA: CHI FECE SCOOP FILMANDO IL MASSACRO DELLA DIAZ? IL FIGLIO DI DE GENNARO! - LE IMMAGINI FINIRONO SUL TG DI MENTANA CHE POI LO HA ASSUNTO - DE GENNARO JUNIOR: “SE NON FOSSI STATO LÌ PER LAVORO, SAREI ANDATO COME MANIFESTANTE”

Mentana ricorda: “Ero a conoscenza del fatto che quelle immagini le avesse girate il figlio di Gianni. Non vedo nessuna stranezza, se non un paradosso straordinario: oggi De Gennaro rischia la presidenza di Finmeccanica perché accusato di essere l’ispiratore di quella carneficina”...

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Tommaso Rodano per il “Fatto Quotidiano”

Giovanni De Gennaro Giovanni De Gennaro

 

La sera del 21 luglio 2001, la prima telecamera a entrare nella scuola Diaz di Genova è quella di un giovane operatore dell’agenzia televisiva H24. Ancora non lo sa, ma sta per girare immagini esclusive di quella che passerà alla storia come la “macelleria messicana”, una tortura di Stato. Il cameraman si chiama Giulio De Gennaro. Nei giorni del G8 è a lavorare in prima linea, nonostante le raccomandazioni e la naturale apprensione dei suoi genitori. Il padre, Giovanni, in quei giorni è a Roma, ma non è a riposo: è il capo della polizia italiana.

 

Gli incroci della storia sono riusciti a produrre anche questo: il primo giornalista a filmare il massacro della Diaz è il figlio di Gianni De Gennaro, l’uomo al vertice della catena di comando di quelle operazioni. Il ragazzo è a Genova dal primo giorno del G8. Quella sera, mentre la polizia sfonda il portone e inizia la mattanza, Giulio è in compagnia di un collega.

 

GIULIO DE GENNARO GIULIO DE GENNARO

A un tratto il cordone dei carabinieri in presidio all’esterno dell’edificio si spezza e i due cronisti riescono a sgattaiolare all’interno della scuola. Più tardi – racconta il giornalista oggi – alcuni agenti si accorgono di loro e li affrontano battendo i manganelli sugli scudi. Il figlio del capo della polizia – come tutti gli altri operatori, in quei giorni – è andato vicino ad assaggiare le carezze degli uomini in divisa. Ma riesce ad allontanarsi insieme al suo collega.

 

Le immagini di Giulio De Gennaro sono un documento provvidenziale: il G8 era finito e le troupe stavano smobilitando. Le manda in onda il Tg5. Il direttore era Enrico Mentana. Rimane così colpito dal lavoro del ragazzo che dopo gli offrirà un posto di lavoro nel suo telegiornale.

de gennaro de gennaro

 

De Gennaro lavora per il Tg5 ancora oggi, quattordici anni dopo. “Io ero a Genova – ricorda Mentana – facevo il lavoro da lì. Ero a cena con Enrico Deaglio, Giuliano Ferrara ed altri colleghi. Era finito tutto, o almeno così pensavamo. Poi uscì la notizia della Diaz. Era un dramma anche giornalisticamente: non sapevamo come coprirla”.

 

Enrico Mentana Enrico Mentana

Poi arrivano le immagini di De Gennaro. “Vuole sapere se ero a conoscenza del fatto che le avesse girate il figlio di Gianni, quando le ho mandate in onda? Certamente. Ma non vedo nessuna stranezza, se non un paradosso straordinario: oggi rischia la presidenza di Finmeccanica perché accusato di essere l’ispiratore di quella carneficina. Non vorrei sbagliarmi, ma proprio nello stesso giorno delle immagini della Diaz avevo mandato in onda anche un’intervista con il padre. Ma al di là del cognome, le immagini erano eccellenti e Giulio De Gennaro era un cronista tenace e coraggioso”.

 

Nel curriculum del giornalista De Gennaro – a conferma delle qualità di cui parla Mentana – c’è anche un premio Ilaria Alpi, uno dei riconoscimenti più prestigiosi per questa professione, in Italia. “Se non fossi stato a Genova per lavoro, sarei andato come manifestante”, dice lui oggi. La formazione è solidamente ancorata a sinistra, ma con il padre poliziotto – a quanto dice – nessun conflitto. “Ognuno fa il suo lavoro. La stima che ho per lui e per quello che ha fatto nella sua vita, pubblica e privata, è infinita. Sono orgoglioso di lui”.

DE GENNARO DE GENNARO

 

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