1. È INIZIATO IL CONTO ALLA ROVESCIA PER LA CADUTA DI VIRGINIA RAGGI: ''VADO AVANTI ANCHE SENZA IL SIMBOLO''. UNA FRASE CHE È UNA CONDANNA A MORTE. 10 CONSIGLIERI LA SFIDUCIANO
2. I DURI FICO E LOMBARDI IMPONGONO LE CONDIZIONI PER EVITARE IL SILURAMENTO: VIA IL SUO ADORATO VICESINDACO FRONGIA, SALVATORE ROMEO, E IL FRATELLO DI RAFFAELE MARRA
3. E ORA PARTE IL PROCESSO ANCHE A LUIGI DI MAIO, CHE HA FATTO SCUDO SULLA SINDACA MENTRE SUI GIORNALI SI ACCUMULAVANO LE RIVELAZIONI SULLA SUA ''ANIMA NERA'' MARRA
4. GRILLO HA LASCIATO ROMA ALL'ALBA. SA CHE PERDERE LA CAPITALE VUOL DIRE MOLTO IN TERMINI DI CONSENSO. MA SA ANCHE CHE ASPETTARE AVVISI DI GARANZIA SULLE NOMINE DELLA RAGGI (VEDI LA DENUNCIA DELLA SUA EX CAPO DI GABINETTO CARLA RAINERI) E' ANCHE PEGGIO

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RAFFAELE MARRA 1 RAFFAELE MARRA 1

In manette il braccio destro, Grillo pronto a toglierle il simbolo La sindaca convoca i consiglieri nella notte, ma in 10 la sfiduciano

 

 

1. M5S: GRILLO HA LASCIATO ROMA

 (ANSA) - Il leader del MoVimento 5 Stelle, Beppe Grillo, ha lasciato questa mattina presto - intorno alle 5.30, l'albergo romano che lo ha visto ieri protagonista di una lunga serie di incontri con i parlamentari pentastellati convocati per la "crisi" della giunta Raggi a seguito dell'arresto di Marra. Grillo, secondo quanto riferito, avrebbe preso un treno intorno alle 6 per raggiungere Genova

 

virginia raggi1 virginia raggi1

 

2. MARRA:SUMMIT CAMPIDOGLIO, IPOTESI AVANTI SENZA SIMBOLO M5S

 (ANSA) - Una nuova riunione di maggioranza del M5S in Campidoglio è prevista questo pomeriggio. Sul tavolo, a quanto si apprende, c'è la possibilità di andare avanti anche senza il simbolo del M5S, ipotesi che è già circolata ieri e a cui la sindaca si sarebbe detta disponibile. Dopo l'arresto di Raffaele Marra, uomo che godeva della fiducia di Virginia Raggi, i consiglieri pentastellati capitolini si erano riuniti già ieri sera per un incontro andato avanti ad oltranza fino a tarda notte in cui si è già affrontato il tema senza però arrivare alle "conte" finali di quanti resterebbero e quanti no.

GRILLO RAGGI GRILLO RAGGI

 

 

 

3. CADE MARRA, RAGGI NEL BUNKER «AVANTI ANCHE SENZA M5S»

Stefano Cappellini per ''la Repubblica''

 

RAGGI LOMBARDI RAGGI LOMBARDI

Dieci del mattino, Virginia Raggi arriva in Campidoglio. All' ingresso sorride e saluta i dipendenti come fosse una ordinaria mattinata di lavoro. Loro ricambiano la finzione. Ma non è una mattina come le altre. Una notizia ha cambiato il corso della giornata, il futuro di Raggi nel Movimento 5 Stelle e forse, cosa più importante, il destino della giunta romana. Raffaele Marra, il dirigente che la sindaca ha voluto al suo fianco dal primo giorno, è in arresto. Accusa di corruzione.

 

La sindaca che sei mesi fa entrava in Campidoglio con quasi il 70 per cento dei voti è a un passo dall' espulsione. Beppe Grillo ha ricevuto tutti i suoi avversari interni. Ha ascoltato le accuse. Ha spiegato di essere pronto a sospendere Raggi dal Movimento. Toglierle il simbolo per costringerla alla resa.

 

virginia raggi virginia raggi

A mezzanotte inoltrata, quattordici ore dopo il suo ingresso, Raggi è ancora in Campidoglio, insieme ai consiglieri comunali e presidenti di Muncipio M5S convocati tutti a mezzanotte. Il tentativo disperato di serrare le fila per scongiurare la scomunica o, al peggio, per una conta dei fedeli disposti a seguirla comunque. Ma dieci consiglieri la mettono subito di fronte al fatto compiuto: «Se non cambi tutto, ci dimettiamo ». Tutto, nell' ultimatum di Grillo, significa via subito almeno in tre. Il vicesindaco Daniele Frongia, il fedelissimo Salvatore Romeo e il fratello di Marra, Renato, promosso al dipartimento Turismo.

 

Lei resiste e propone: «Avanti anche senza simbolo».

Il dramma grillino proseguito fino a notte comincia all' alba di ieri, quando la sindaca apprende la notizia: Marra è in manette.

 

Proprio Marra. Il dirigente che Raggi ha scelto a dispetto della fama che lo accompagna dai tempi in cui collaborava con Alemanno e Polverini. Il chiacchierato dominus cui la sindaca ha messo in mano le chiavi della macchina capitolina, difendendolo dagli attacchi dello stesso Movimento 5 Stelle, avrebbe preso mazzette da Sergio Scarpellini, un "palazzinaro".

 

L ARTICOLO DI FITTIPALDI CHE ANTICIPAVA DI TRE MESI L ARRESTO DI RAFFAELE MARRA E I RAPPORTI CON LA RAGGI L ARTICOLO DI FITTIPALDI CHE ANTICIPAVA DI TRE MESI L ARRESTO DI RAFFAELE MARRA E I RAPPORTI CON LA RAGGI

In tribunale non sarebbe un' aggravante, per il codice del Movimento sì, eccome. I fatti si riferiscono a vicende che precedono l' amministrazione corrente.

Ma il problema è politico: Marra non è per caso il capo del Personale in Campidoglio, ce lo ha messo Raggi promuovendolo per la terza volta in sei mesi.

 

Segue presto una seconda telefonata, quella di Beppe Grillo. Arrivato nella Capitale per lanciare la volata per la conquista del governo nazionale, il leader è furente: «Io ti avevo avvisato. La colpa è tua. E ora come rimedi?». La sindaca sa che il leader non le telefonerebbe nemmeno, se avesse già deciso di scaricarla. E quindi prova a scavare la prima trincea: «Possiamo andare avanti, sostituiremo Marra e spiegherò tutto in un video».

 

Ma un paio di ore dopo, nella sua stanza vista Fori, Raggi si rende presto conto che stavolta non potrà cavarsela con il solito sermone via Facebook. Grillo ha già diramato alla comunicazione la parola d' ordine: «Sono incazzato come un toro, non possiamo permetterci di perdere Roma».

 

Lo stop del leader evita che la rabbia interna tracimi subito. Più della metà dei gruppi parlamentari sta già chiedendo via chat di togliere il simbolo alla sindaca, «prima che combini altri danni».

 

VIRGINIA RAGGI E LA SUA GIUNTA VIRGINIA RAGGI E LA SUA GIUNTA

Sui social avvampa l' hashtag #raggidimettiti. Persino tra i commenti del blog di Grillo la maggioranza è ostile alla sindaca. Si fa vivo con lei Alessandro Di Battista: «Devi fare autocriti- ca, sono stufo di finire sotto attacco in tv per colpa dei tuoi errori».

 

I sorrisi di facciata lasciano il posto al nervosismo e dall' ufficio della sindaca partono i soliti ordinativi di camomille e tisane al bar del Campidoglio. «Ma mi sa che oggi che ne servirà più del solito », si lasciano sfuggire al banco. Raggi si blinda a scrivere il testo da leggere ai cronisti insieme al vicesindaco Frongia. Il suo più fedele collaboratore. Soprattutto, colui che le ha presentato Marra.

 

Raggi butta giù, aggiusta, cassa e riscrive. Quando all' una e mezza si presenta nella Sala della piccola Protomoteca davanti ai cronisti, il foglietto con il testo che leggerà in un minuto e cinquanta secondi netti appare la brutta copia di un tema: porta tutti i segni della riscrittura e della trattativa interna. «Fiducia nella magistratura». «Ci siamo fidati, nonostante le perplessità di Grillo». «Marra non è un politico, è solo uno sui 23mila tecnici del Campidoglio». «Il mio braccio destro sono i cittadini romani». «Vado avanti». Frongia, terreo, le siede accanto e non dice una parola.

 

Quella della sindaca, in tutta evidenza, non è un' autocritica. Piuttosto suona come una sfida: se pensate che io sia in difficoltà, vi sbagliate. Quindi sorride, si alza e se ne va. Le domande non sono previste. Grillo non gradisce l' asciuttezza: «Ma che razza di conferenza stampa è? Ma siamo cretini? », si sfoga con un paio di parlamentari.

salvatore romeo salvatore romeo

 

Poco dopo, nell' aula Giulio Cesare comincia la seduta del Bilancio da approvare entro il 31 dicembre, pena l' esercizio provvisorio. Raggi non si presenta. C' è invece il candidato da lei sconfitto al ballottaggio, Roberto Giachetti: «I romani, nella loro disperazione, si erano affidati a questi come all' ultima speranza. E ora...».

 

I sette consiglieri del Pd per protesta occupano i banchi della giunta. I quattro di Fratelli d' Italia sventolano cartelli "onestà" in faccia ai consiglieri M5S.

Dal poco pubblico presente sale un urlo: «Incapaci!». I consiglieri grillini sono seduti, composti e zitti come quelle scolaresche in visita sulle tribune di Montecitorio che aspettano solo il cenno della prof per togliere il disturbo.

virginia raggi raffaele marra virginia raggi raffaele marra

 

Il presidente di Aula è Marcello De Vito, che ora nel rimpasto per risolvere la crisi potrebbe diventare vicesindaco. È stato lo sfidante di Raggi alle primarie, si sono combattuti a colpi di dossier e contro-dossier. Ha vinto lei, ma De Vito non aveva bisogno della sconfitta per alimentare la sua disistima. Mentre fronteggia le proteste dell' opposizione è in imbarazzo evidente. Nel pomeriggio la comitiva 5stelle si raduna nella Sala delle Bandiere, quella dove si riunisce la giunta.

 

E lì, a porte chiuse, Raggi comincia il suo show. Un discorso infarcito di se e di ma. «Sì, ho sbagliato a fidarmi, ma Marra mi era stato segnalato da altri». «Se i parlamentari non si fossero immischiati imponendomi Minenna e Raineri, oggi non staremmo così...». Carla Raineri, magistrato, è la ex capo di gabinetto che non voleva Marra nello staff. «Se pensa di liberarsi di me, non ha capito nulla», le disse Marra faccia a faccia.

 

VIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITO VIRGINIA RAGGI E LA CARTA DI CREDITO

Infatti, pochi giorno dopo, era la fine di agosto, Raineri fu silurata sulla scia di un parere Anac sollecitato da Marra. Minenna, super-assessore al Bilancio, lasciò subito in solidarietà con Raineri.

 

Tra i consiglieri c' è chi annuisce all' autodifesa di Raggi. Uno di loro, Pietro Calabrese, commentò così l' addio di Minenna e Raineri: «Avemo cacciato i bocconiani ». Per De Vito è troppo. Alza i tacchi e lascia subito la Sala sbattendo la porta. Poi si sfoga: «La prima gamba del raggio magico è zompata, ora vediamo...».

 

All' Hotel Forum, il quartier generale di Grillo quando scende a Roma, la sfilata degli oppositori interni al cospetto del leader è un fuoco di fila di accuse. Il timore condiviso da tutti: «Pochi giorni e sarà indagata pure Virginia. Poi che facciamo?». Meglio toglierle subito il simbolo. A Raggi arriva l' eco del processo interno. I suoi assessori in quota "sinistra" sono in imbarazzo. Luca Bergamo, titolare della Cultura, di Marra diceva: «Su di lui solo voci». Ieri non l' ha presa bene: «Sono stato un cretino». Paolo Berdini, Urbanistica, è sull' uscio da settimane. Forse è la volta buona.

raggi previti raggi previti

 

In Campidoglio non c' è più nessuno. Due vigili fanno la posta davanti al presepe allestito in un angolo della piazza. La Madonna, Giuseppe e c' è già anche il bambinello. Un vigile dice all' altro: «L' unica cosa su cui 'a Raggi s' è portata avanti». La sindaca riconvoca tutti a mezzanotte. Ma i numeri non sono dalla sua parte. O accetta di fare tabula rasa dei suoi stretti collaboratori o è fuori dal Movimento. E la sua ultima frase nella notte è una sfida a tutti: «Vado avanti anche senza il simbolo ».

 

 

 

4. IL PRESSING DEI FALCHI SU GRILLO "È ORA DI STACCARE LA SPINA" E PARTE IL PROCESSO A DI MAIO

Annalisa Cuzzocrea per ''la Repubblica''

 

salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco salvatore romeo e raffaele marra al compleanno di pieremilio sammarco

Mollare Virginia Raggi al suo destino. Chiusi in una stanza dell' hotel Forum, Beppe Grillo e Roberto Fico prima, poi anche-Luigi Di Maio, Paola Taverna, Nicola Morra, Roberta Lombardi, Carla Ruocco e alcuni consiglieri romani si confrontano per ore.

Stavolta parla chi dice da tempo che qualcosa - nella capitale - non sta funzionando. Che la difesa a oltranza di Raffaele Marra da parte di Virginia Raggi è inaccettabile. E che non chiudere la partita adesso, significherebbe ritrovarsi in difficoltà ancora maggiori se - come pensano in molti nel Movimento - arrivassero nuovi guai giudiziari, magari per la stessa sindaca o per il capo della segreteria politica Salvatore Romeo.

RAGGI GRILLO RAGGI GRILLO

 

L' obiettivo dei falchi è togliere il simbolo 5 stelle alla giunta romana e spingere i consiglieri «a staccare la spina». Ma è una scelta difficilissima, e si continua a parlarne fino a notte.

Il fondatore ascolta. Sa che perdere Roma significa perdere molto, in termini di consenso. Per la prima volta però sta a sentire chi aveva cercato di avvisarlo. Quasi si scusa per non averlo fatto prima. L' unico a tacere - stavolta e per tutto il tempo - è Luigi Di Maio. Il vicepresidente della Camera è accusato dai suoi stessi colleghi di aver dato copertura politica all' operato del "raggio magico" chiedendo autonomia per la sindaca di Roma.

 

 Ieri non ha detto una parola, forte - forse - di un' altra resistenza: quella di Davide Casaleggio, che da Milano invita alla prudenza. La serata si chiude così: con Grillo convinto che bisogna rinunciare a Roma per salvare il Movimento e con il figlio del cofondatore che frena e chiede: «E se poi lei non fosse coinvolta?».

muraro raggi muraro raggi

La giornata era già cominciata malissimo. Scendendo da un pullman che non parte più per Siena perché il flash mob davanti al Monte dei Paschi - e quello di domenica in Valsusa - sono annullati, Roberto Fico dice a caldo: «È una cosa grave, gravissima.

Poi se qualcuno, Marra, è stato arrestato, bene così. È giusto che la magistratura faccia il suo corso».

 

raggi tutino raggi tutino

Il senatore Nicola Morra è severo: «Da un movimento nato per pretendere il rispetto delle regole non si può che pretendere un rispetto altrettanto rigoroso».

Mentre Michele Dell' Orco twitta: «Penso che oggi qualcuno dovrebbe chiedere scusa e ringraziare Carla Ruocco e Roberta Lombardi». E su Facebook Giuseppe Brescia, durissimo, scrive - con evidente riferimento a Di Maio - «chi nei mesi scorsi ha difeso questa linea scellerata dovrebbe smetterla di giocare al "piccolo stratega" perché evidentemente non è in grado e arreca solo danno».

 

RAGGI RAGGI

«È il momento che qualcuno si prenda delle responsabilità politiche perché il Movimento non vada a sbattere su questa storia dice a Repubblica Carlo Sibilia parlo di chi ha detto per mesi: "Vediamo vediamo"', e abbiamo visto cos' è successo. Grillo invece, come al solito, ci aveva visto lungo e aveva chiesto a Virginia di fare a meno di Marra». Tutti contro Di Maio, quindi. Ma il momento della resa dei conti non è ancora arrivato. Bisogna pensare a come gestire la vicenda. «Trovo allucinante tutto questo - si sfoga Carla Ruocco, altra esponente del direttorio esploso e cancellato proprio dopo il caso Roma - da certa gente ho preso le distanze fin dal primo momento. E sono molto contenta di essere sempre stata dalla parte delle persone perbene».

 

BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI

Paola Taverna, al suo arrivo all' hotel Forum, è ancora più esplicita: «Chiedere scusa non basta». Aveva scritto dei report precisi, su Raffaele Marra, ai tempi del minidirettorio, ma non era stata ascoltata. Anzi, era finita sotto accusa insieme alle altre donne del Movimento, che oggi si prendono una rivincita. «No, chiedere scusa non basta», ripete Ruocco uscendo dal Forum. E Fico con lei: «Chiaro che per me Marra non è solo un tecnico». Nel frattempo, Pd, Lega e Forza Italia chiedono le dimissioni della sindaca di Roma. Il dem Matteo Orfini attacca: «Noi abbiamo fatto pulizia, loro scappano» .

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