IO VORREI, NON VORREI, KHAMENEI - IL LEADER IRANIANO A RUOTA LIBERA: "L'ARABIA SAUDITA E' UNA NAZIONE SOTTOSVILUPPATA, CHE COMPIE UN GENOCIDIO IN YEMEN. NIENTE ACCORDO NUCLEARE SE NON CI TOLGONO LE SANZIONI, NESSUNA ISPEZIONE NEI SITI MILITARI" - - - -

Mentre i moderati Rouhani e Zarif fanno accordi con Obama e Kerry, ci pensa l'ayatollah a strillare. Per dimostrare al popolo di non aver calato le braghe davanti al Satana americano e ai suoi alleati sauditi, rimarcando il disprezzo per il giovane figlio del nuovo re...

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Maurizio Molinari per “la Stampa

 

ayatollah khamenei ayatollah khamenei

Niente accordo sul nucleare se le sanzioni non verranno tolte da subito e nessuna ispezione nei siti militari: Ali Khamenei rende pubbliche le proprie condizioni all’intesa di Losanna, nell’evidente intento di ottenere nuove concessioni dagli Usa entro la scadenza del 30 giugno per la firma del documento finale.

 

INTESA ANCORA LONTANA

Il Leader Supremo della rivoluzione iraniana è la più alta carica della Repubblica Islamica nonché l’uomo da cui dipende il programma nucleare, da qui l’importanza di quanto afferma in un discorso pubblico. L’intento è far sapere al Gruppo 5+1 (Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia, Cina più Germania) che l’intesa sul nucleare è ancora lontana. «Non c’è alcun bisogno di prendere posizione perché nulla è stato ancora concluso e niente è obbligatorio, dunque non sono d’accordo nè in disaccordo» esordisce Khamenei, aggiungendo però che «le sanzioni devono essere tolte tutte assieme, il giorno stesso della firma, non sei mesi o un anno dopo».

 

michelle e barack obama con re salman dell arabia saudita michelle e barack obama con re salman dell arabia saudita

È una posizione che il presidente iraniano, Hassan Rohani, fa propria con la formula «tutte le sanzioni Onu, Usa e Ue, devono essere tolte al momento della firma» ma stride con quanto affermano Casa Bianca e Dipartimento di Stato sulla necessità di una «riduzione progressiva» per «verificare l’adempimento iraniano degli impegni presi»: riduzione delle scorte di materiale fissile, smantellamento delle centrifughe e ridimensionamento degli impianti.

 

LA REPLICA DI WASHINGTON

La posizione Usa è nel documento del Dipartimento di Stato sugli accordi di Losanna ma Khamenei, in un tweet, lo liquida così: «Poche ore dopo i colloqui, gli americani hanno divulgato un testo gran parte opposto a quanto concordato. Come sempre ingannano, violano gli accordi». Il disaccordo sulle sanzioni investe la possibilità di reintrodurle perché mentre Earnest, portavoce della Casa Bianca, afferma che «se l’Iran violerà le intese le risoluzioni torneranno» Rohani obietta che «una volta tolte, le sanzioni non potranno essere reimposte».

Presidente Hassan Rouhani Presidente Hassan Rouhani

 

Nel discorso a un pubblico di fedeli e sostenitori, Khamenei aggiunge un’altra condizione: «Nessuna ispezione ai siti militari». Anche qui in contrasto con il testo Usa che parla di adesione dell’Iran ad un «nuovo protocollo» dell’Agenzia atomica dell’Onu per ispezionare i «sospetti siti di test nucleari militari» come Parchin, individuati dal 2011 ma mai ammessi dall’Iran.

 

ZARIF CON I SUOI FAN ZARIF CON I SUOI FAN

NUOVE CONCESSIONI

Khamenei sta chiedendo agli Usa nuove concessioni sul nucleare con un approccio di sfida confermato da quanto afferma sull’Arabia Saudita: «In Yemen sta compiendo un genocidio simile a quello fatto da Israele a Gaza, in Arabia Saudita alcuni giovani inesperti sono giunti al potere sostituendo la compostezza con la barbarie». Il disprezzo per il nuovo re saudita Salman, trapela anche da quanto Khamenei afferma sulla volontà di Riad di arricchire uranio: «È una nazione sottosviluppata, noi abbiamo la tecnologia nucleare, loro devono dimostrare di averla».

 

attentati contro le moschee sciite a sanaa in yemen 4 attentati contro le moschee sciite a sanaa in yemen 4

La sovrapposizione fra condizioni sul nucleare e attacchi a Riad lascia intendere che Khamenei non ha gradito la scelta Usa di sostenere i sauditi nello Yemen, fornendogli armi e sposando la tesi che i ribelli houthi sono sostenuti dall’Iran. Solo poche ore prima il Segretario di Stato Kerry aveva chiesto a Teheran di «cessare le interferenze nei Paesi della regione».

 

 

 

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