JOBS ACT COL TRUCCO - LE PMI ITALIANE AMMETTONO CHE SENZA ARTICOLO 18 AUMENTERANNO I CONTRATTI A TEMPO INDETERMINATO - MA LE NUOVI OCCUPAZIONI A TUTELE CRESCENTI SARANNO REGOLARIZZAZIONE DI ATTUALI PRECARI O DI LAVORATORI IN NERO AL 100%

RENZI POLETTIRENZI POLETTI

(AGI) - I primi effetti concreti del Jobs Act si potranno tastare con mano a giugno ed entro la fine dell'anno potrebbero essere, complessivamente, circa 250.000 le nuove assunzioni realizzate grazie alla riforma del mercato del lavoro. Queste le indicazioni fornite dal Centro studi di Unimpresa, sulle nuove norme sui contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti introdotte dal governo di Matteo Renzi con il decreto legislativo pubblicato venerdì sulla Gazzetta ufficiale.

 

Per Unimpresa, "l'incremento dei contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato previsti dalle nove norme sulle tutele crescenti sara' legato in parte alla stabilizzazione degli attuali precari (tempo determinato, contratti a progetto, partite Iva), in parte all'emersione di occupazione irregolare o cosiddetta "in nero", in parte a nuove assunzioni di disoccupati in senso stretto derivanti da incremento di produzione e prospettive di crescita delle aziende italiane. Turismo, agricoltura e servizi i settori che potrebbero sfruttare di piu' l'intervento normativo".

 

RENZI POLETTI
RENZI POLETTI

"Le nuove norme sono entrate in vigore ieri - ricorda Unimpresa - ma le prime settimane serviranno ai consulenti del lavoro e alle direzioni del personale dei grandi gruppi imprenditoriali per studiarne l'impatto oltre che per calibrarne l'applicazione nelle singole realta' produttive e lavorative. Si puo' pertanto stimare che un primo, sensibile incremento delle posizioni a tempo indeterminato si registrera' a giugno e proseguira' poi per tutto il secondo semestre del 2015: alla fine dell'anno le nuove assunzioni potrebbero arrivare a quota 250.000".

la firma di renzi sul jobs actla firma di renzi sul jobs act

 

Tuttavia, secondo l'associazione, "non si trattera' di occupazione aggiuntiva al 100%. Sono infatti almeno tre i bacini da cui verranno "pescati" i neoassunti. Anzitutto, una parte dei nuovi contratti sara' "semplicemente" il frutto della stabilizzazione di attuali precari: si tratta dei contratti a tempo determinati, dei contratti a progetto e di collaborazione, delle partite Iva.

 

La seconda fonte di lavoratori e' quella dell'occupazione parzialmente irregolare o completamente "in nero", vale a dire gli individui piu' o meno sconosciuti sia all'amministrazione finanziaria sia agli enti di previdenza. Il terzo recinto potrebbe infine essere quello composto dai disoccupati "veri", cioe' soggetti che non hanno occupazione di alcun tipo e che saranno assunti a tempo indeterminato beneficiando del "Jobs Act" e delle tutele crescenti. I settori che potrebbero incrementare piu' di altri l'occupazione sfruttando la riforma sono l'agricoltura, il turismo, i servizi e l'edilizia.

 

contro il jobs actcontro il jobs act

"Gli sgravi contributivi rendono vantaggioso il nuovo contratto a tempo indeterminato, ma certamente il governo deve mettere il piede sull'acceleratore per migliorare le condizioni in cui operano le imprese italiane, a cominciare dalla riduzione del carico fiscale per poi passare allo snellimento della burocrazia e al miglioramento delle infrastrutture: l'area di disagio sociale e' composta da oltre 9 milioni di persone e la strada per ridurla e' lunga", dice il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi. "Almeno nel breve periodo, poi, intravediamo qualche rischio legato alla creazione di un mercato del lavoro a due velocita': potrebbe aumentare l'ingessamento della forza lavoro nei grandi gruppi, poco disposta a cambiare e quindi a smuovere il settore occupazionale per paura di perdere le tutele piene del vecchio articolo 18".

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