LA DINASTIA DEL BANANA - CARLO ROSSELLA PASSA DAL PADRE ALLA FIGLIA: “ORA POTREBBE TOCCARE ALLA FIGLIA BARBARA” - “LA POLITICA È SANGUE E MERDA E NON SI FA NEI TALK SHOW. ORA SAPREMO CHI HA I COGLIONI E CHI NON LI HA” - “SPERO CHE FARÀ COME MAO TZE TUNG, CHE POI RIENTRÒ NEL PARTITO E FECE FUORI TUTTI QUELLI CHE GIÀ LO DAVANO PER SPACCIATO”…

Malcom Pagani per "il Fatto Quotidiano"

"Berlusconi riserverà al Pdl la campagna dei Cento Fiori. Il trattamento che un Mao Tse Tung in odore di rinuncia, destinò al Partito comunista cinese nel '57. Ricorda? Il leader sull'uscio e tutti a straparlare, rinnegare, sputare nel piatto e specchiarsi nella vanità. Mao che non se ne era mai andato davvero, tornò. Li fece fuori uno a uno. Riprese in mano il potere. Non vorrei fossimo davanti a una stagione simile. Ha visto quanti fiori sono sbocciati l'altroieri? Quanti altri ne spunteranno da qui alle primarie? Ne vedremo di tutti i colori".

Dell'amico Silvio: "Affetto personale, mai avuto niente a che fare con il partito", l'etereo Carlo Rossella, ex direttore di tutto un po', presidente di Medusa film, elegante cartolina vivente sulle terrazze del pianeta intero, si fida quasi sempre. Ora dubita: "Non credo al suo ritiro" e tra una citazione di Beckett: "La scena è vuota, il palco a disposizione, se gli attori sono in grado, recitino" e una di Rino Formica: "La politica è sangue e merda e non si fa nei talk show", aspetta il futuro senza abiurare al passato.

"Dentro il partito non vedo nessuno con la statura del capissimo. Non sono le posizioni che fanno gli uomini. Ma gli uomini che fanno le posizioni. È utile che si capisca ora chi ha i coglioni e chi non li ha. La prego di scrivere attributi, come direbbe un compito Berlusconi".

Alfano li ha?
È da dimostrare. Per riprendere le redini di quel 20 per cento dell'elettorato borghese che ancora non si è deciso e che dall'ultimo anno di centrodestra è rimasto obnubilato, serviranno.

Silvio è amareggiato?
Molto. Ha sofferto. Ripeto, mi auguro che i successori siano all'altezza. Altrimenti, come insegnava Sciascia, a ciascuno il suo.

Il dolore, dicevamo.
Per le vicende private e non solo, è quella di tutti noi, amici senza secondi fini. La stessa di Barbara, sua figlia. "Si metta alla prova chi ha dato lezioni" ha detto. Condivido. Maestri, professoroni, professorini, mezzi professori, maestrine, molte maestrine che senza tregua, in questi mesi, hanno diffuso lamentele, comportandosi come i padroni del partito, offendendo Mario Monti, la sua gestione della cosa pubblica e il suo privato.

Berlusconi dissente?
Per quel che ho avvertito parlandogli nel recente ieri, totalmente. Per Monti nutre assoluto rispetto. La tregua politica dovrebbe durare a lungo e attenzione, perché la battaglia elettorale di domani non ha precedenti. Twitter, i blog, la rete. I social network. Il comizio si è allargato. Modernizzato.

Torniamo all'antico. Santanchè è maestrina dalla penna rossa?
Daniela è una professoressa. Le maestrine dalla penna nera, non rossa, sono altre.

B. parla di "giovani". Allude a Barbara? Successione dinastica?
Dopo la dichiarata rinuncia di Marina non sarebbe una cattiva idea.

Ricorda il primo incontro con lui?
Nel 1989, a bordo di un camper lussuoso. All'epoca del pre-Mondadori, quasi ci viveva. Renzi gli ha copiato l'idea e non solo lui. Ne abbiamo viste di roulotte, ma nessuno di quelli che tenevano il volante ha avuto il successo di Silvio. Lo ammiravo. L'incontro fu entusiasmante: "Carlo, noi lavoreremo insieme".

Il 1989 è l'anno in cui i Vopos, nella Berlino non ancora riunificata, respingevano in verde militare i colori della rivoluzione.
Il crollo dell'idea a me e a tutti gli ex comunisti creò problemi. La rinuncia di Berlusconi somiglia da vicino alla caduta del Muro di Berlino. Se verrà confermata, la premessa è d'obbligo, sarà un avvenimento storico. Dopo la fine del comunismo assistemmo alla diaspora. Avverrà anche nel Pdl e di solito le diaspore trascinano in direzioni imprevedibili.

Confalonieri lo chiamava il Ceausescu buono. Silvio si incattivirà?
Non è rancoroso e conosce la virtù cristiana del perdono. Sa quanta gente, anche molto malevola, ha graziato? Nel '94 compì un miracolo, in pochissimi pensavano che avrebbe vinto le elezioni. Non ci credeva ne-ssu-no.

Scommetto che lei era tra i pochi.
Scommette bene. Mi si creò il vuoto attorno: "Ma lo appoggi sul serio?", "Ma sei impazzito?". Oggi tutti riconoscono la genialità e la capacità di Silvio. Ma in Italia succede sempre così. I meriti te li restituiscono dopo la caduta, mai prima.

C'è chi non li riconosce neanche adesso.
Ma io ne parlo da aficionado.

Per Silvio inventò anche una fine operazione tricologica. Gli disegnò una folta chioma per una copertina di Panorama.
Fu un errore, un eccesso di goliardia. Ma lavorai sulla sovrastruttura, non sulla struttura che era forte e nerboruta. (Ride).

È vero che Berlusconi immagina un'alleanza con Montezemolo e Casini?
Mi pare che Montezemolo si occupi a fondo di... come si chiama? (Rossella, con sublime distrazione, finge di dimenticare il nome dell'associazione di suo fratello ndr).

Italia Futura.
Ecco, dell'organizzazione, dei suoi ragazzi. Che sono bravi. L'unione tra Luca e il Ccd poi è impossibile. Casini è tra i più spiazzati. Sorpreso sul triplo fronte Vendola, Renzi e ora, anche sull'addio di Silvio.

Ma se abbiamo detto che non si ritira.
Osserverà, valuterà, capirà. Di certo non andrà in chiesa con la moglie, come il generale De Gaulle a Colombey-les-Deux-Églises. Ma se vedrà l'eredità di una vita disperdersi in mille rivoli, darà retta a chi già urla in coro: "Aridatece Silvio".

 

CARLO ROSSELLA carlo rossellaSILVIO BERLUSCONI A OCCHI CHIUSI jpegSILVIO BERLUSCONI ANGELINO ALFANO Barbara BerlusconiFEDELE CONFALONIERI E EMILIO FEDEMONTEZEMOLO E BERLUSCONI

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