LA MINISTRA A MANO ARMATA - IL BODYGUARD DELLA FRIGNERO CHE PER ACCEDERE AL CIRCUITO DI MONZA MOSTRA (CAMORRISTICAMENTE) LA RIVOLTELLA ALLO STEWARD SEPPELLISCE IL MITO DELLA SOBRIA PIEMONTESE - LA FORNERO SBANDA ANCHE SULLA DIFESA D’UFFICIO: “I MILITARI CHE SI OCCUPANO DELLA MIA SICUREZZA NON HANNO MAI TENUTO, IN MIA PRESENZA, COMPORTAMENTI MENO CHE INECCEPIBILI” - QUELL’ “IN MIA PRESENZA” SA DI SQUALLIDO SCARICABARILE…

Malcom Pagani per il Fatto

Forse le cene da Hamasei di Elsa Fornero durano troppo. O forse le ore trascorse in piedi da un'allargatissima scorta, a sbadigliare davanti alle vetrine e agli ideogrammi giapponesi nelle notti romane, confondono i linguaggi e alterano le percezioni. Sia come sia, l'ultimo idioma conosciuto, quello con sfumatura anni '80: "Lei non sa chi sono io" ed eccesso di boria da clan in trasferta all'autodromo di Monza con la pistola in vista, coincide con il definitivo crollo di un'illusione. Il ministro umano.

Il vate del basso profilo già rivendicato nel 2009 al salone del libro: "C'è una sobrietà che apprezzo e tiene conto dei nostri tempi". La lettrice di Jane Austen, priva di orgoglio e pregiudizio. La cantrice dell'epopea di una famiglia in cui suo padre Donato, operaio in un deposito dell'Esercito, caricava i tre figli in Vespa: "E ci portava nella Vauda, nella brughiera".

Nella metamorfosi continua, il passo è stato breve e anche se le cronache giurano sull'inconsapevolezza della Fornero brianzola, nel fotogramma del "ferro" di Stato che si manifesta per fare spazio alla corte, è difficile non scorgere una sinistra congiuntura comunicativa. Una filologia mascherata da essenza severa.

Un nodo che parte dalle ingenue vanterie travestite da battuta: "Da quando scrivo per il Sole 24 ore non mi guardano più dall'alto in basso", scivola nei meandri dell'anima per farsi considerazione storica: "Del 1968 ho odiato il falso egualitarismo, il 30 ' politico' per tutti" e non si scioglie. A proprio agio nel labirinto delle umane contraddizioni:

"Ho conservato l' idea che essere liberali non significa considerare solo l' individuo: al centro c'è la responsabilità di ciascuno" Fornero finisce per erigere un fortino attorno all'indifendibile, come qualunque altro politico di professione: "'I militari che si occupano della mia sicurezza non hanno mai tenuto, in mia presenza, comportamenti meno che ineccepibili. Ho sempre chiesto loro la massima correttezza e discrezione'".

Lei non c'entra. Come ai tempi in cui sui banchi del Comune di casa criticava Occhetto per attaccare Rifondazione e non spacciava ancora l'aria di rinnovamento paternalista che da "salverò l'Italia" in poi, sembra averne dilatato i confini dell'Ego. La Fornero fotografata al tramonto dei '90, non spacciava adolescenze bruciate: "Mai preso una droga, mai stata in un locale per giovani", copriva di pudicizia il suo matrimonio postideologico con Mario Deaglio, sposato 6 mesi dopo la laurea ("Era già assistente, mi tese un tranello: ' Vuoi migliorare l' inglese?

A Londra possono ospitarti' dissi di sì e lo ritrovai lì) e ogni tanto, tra una cena da Franco Debenedetti con vista su Piazza Castello in compagnia di Siniscalco e Vattimo e un Cda , trovava il modo di affrancarsi dal dominio del maschio e cazziare gli scettici, a brutto muso: "Se le chiedo una cosa, me la dica. Non mi parli di altro". Così farsi fare strada da un agente fuori giri somiglia alla nèmesi di un'identità. Alla sacrilega sporcatura di un'astuta epopea pauperista:

"A San Carlo Canavese mi svegliavo tutti i giorni alle 5,30 del mattino". Alla caduta di una tormentata indipendenza: "Non frequento più convegni dove tutti i relatori sono maschi. Mi rifiuto di credere che, in qualsiasi campo, non si sia almeno una donna competente quanto loro". Se esistesse un'indennità governativa, Elsa Fornero, esperta di banche, banchi politici e stato sociale, ne avrebbe diritto. L'hanno fatta diventare come tutti gli altri. Proprio lei, che alle cafonate fuori programma, preferiva i vezzi provinciali: "adoro quando all'estero mi dicono 'come sei chic, che look italiano'".

Ora si deve giustificare e cosa dire, oltre a sventolare un trionfalismo fuori posto, esattamente, non lo sa: "Avevo accettato con piacere l'invito per partecipare a una manifestazione che rappresenta un punto di eccellenza del nostro Paese. Le poche ore trascorse in un clima di entusiasmo rischiano di essere rovinate da un episodio spiacevole. Non posso far altro che esprimere il mio profondo rammarico". Della diversità sono rimaste solo le intenzioni. La casa brucia e intorno, c'è il deserto.

 

 

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