LA MOSSA DELLA ‘GIAGUARA’ – LA BOSCHI USA ‘IL METODO GENTILE’ E DOPO LO STOP ALLA SATIRA DI BALLARÒ CHIEDE ALL’HUFFINGTON DI TOGLIERE IL PEZZO SULLE SUE MINACCE ALLA BIANCHI (NCD): ‘TUTTO FALSO’ – LA ANNUNZIATA SI OPPONE: ‘SARÒ LIETA DI INCONTARLA IN TRIBUNALE’

Entrambe le deputate hanno smentito il pizzino minatorio, non il contenuto – Resta il tentativo di censura del ministro renziano che avrebbe usato il ‘metodo Gentile’ – Solo che all’esponente alfaniano, quella storia, è costata il posto da sottosegretario. La Boschi, invece, vorrebbe passare da martire…

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Enrico Paoli per ‘Libero Quotidiano'

MARIA ELENA BOSCHIMARIA ELENA BOSCHI

Il pizzino minatorio, come ha raccontato L'Huffington Post venerdì scorso, fra il ministro Maria Elena Boschi e la deputata del Nuovo Centrodestra, Dorina Bianchi, sulla legge elettorale e le preferenze non c'è stato. Entrambe lo hanno smentito, ma non il contenuto: «Con le preferenze salta l'accordo sulla legge elettorale». Quel che c'è stato, invece, a corredo di una storia a base di presunzione e delirio di onnipotenza, è il tentativo di censura da parte della Boschi nei confronti del quotidiano on line diretto da Lucia Annunziata, che ha raccontato la storia.

RENZI, BOSCHI, BRIZZIRENZI, BOSCHI, BRIZZI

«La Boschi venerdì scorso mi ha telefonato dicendomi che avrei dovuto togliere subito il pezzo sostenendo che era tutto falso», dice a Libero il direttore dell'Huffington Post, «a quel punto le ho spiegato che le cose non funzionano affatto così è che poteva inviare una lettera di smentita. Per tutta risposta mi ha detto che mi avrebbe portato in tribunale. Sarò lieta d'incontrarla in un'aula di giustizia. Noi dell'Huff siamo soliti controllare ciò che scriviamo, tanto che abbiamo fatto ampie verifiche, trovando le conferme ». Come ha fatto Libero, del resto. Rapido flashback per tornare a venerdì scorso.

LUCIA ANNUNZIATALUCIA ANNUNZIATA

Alla Camera si discute di legge elettorale. A un certo punto, quando le cose per il Pd sembrano andare per il peggio, la ministra renziana punta dritta la Bianchi e le presenta il conto. «Maria Elena è venuta da me», racconta a Libero la deputata alfaniana, «dicendomi che la preferenze non facevano parte dell'accordo sulla legge elettorale e che insistere sul punto poteva far saltare tutto. A quel punto ho pensato che era inutile risponderle, visto che tutti sanno qual è la nostra posizione».

Dorina BianchiDorina Bianchi

Siccome ripetere non fa male, l'Ndc è per il ritorno alle preferenze, cosa che non piace affatto al Pd di Matteo Renzi. Tutto questo viene raccontato nella tarda serata di venerdì scorso (il pezzo è stato postato alle 17 e 50 del 7marzo e aggiornato il giorno successivo attorno all'ora di pranzo) da Alessandro De Angelis sull'Huffington Post : «La mite parlamentare di Ncd aveva ancora in mano il biglietto che la ministra del nuovo corso le aveva mandato mentre si discuteva dell'emendamento sulle preferenze. Appena finito di parlare la Bianchi se lo è ritrovato sullo scranno».

Primo passaggio contestato dalla Boschi. L'altro riguarda un presunto commento al film della stessa Boschi: «Se passa l'emendamento che hai difeso», avrebbe detto la ministra alla Bianchi, «salta tutto e si va a votare. Voglio vedere dove prendi i voti per essere eletta». Passaggio, quest'ultimo, smentito da entrambe le protagoniste, anche se l'ex ministro Nunzia De Girolamo, avrebbe chiesto spiegazioni proprio su questo particolare.

VIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DELLA BOSCHIVIRGINIA RAFFAELE NEI PANNI DELLA BOSCHI

«Mai inviato biglietti», dice la Boschi. «Non ho ricevuto nessun biglietto dalla Boschi», rimarca la Bianchi. Giusto, semplicemente perché si sono parlate. Dunque anche la Boschi avrebbe usato il cosiddetto «metodo Gentile», accusato di aver fatto pressioni sul direttore de L'Ora della Calabria per non far uscire un pezzo sul figlio indagato. Solo che all'esponente alfaniano, quella storia, è costata il posto da sottosegretario. La Boschi, invece, con le smentite vorrebbe passare da martire.

Probabilmente deve aver visto giusto anche il capo dello Stato se, stando ad una fonte interna al Quirinale, Napolitano aveva sollevato dubbi non solo su Nicola Gratteri, ma anche su Federica Mogherini agli Esteri e sulla Boschi alle Riforme. «Ma è sicuro?», avrebbe detto Giorgio Napolitano a Matteo Renzi il giorno della presentazione della lista dei ministri. Be', visti i risultati...

 

 

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