LA SCISSIONE DELL’ATOMO: SCELTA CIVICA IN FRANTUMI, IL NIENTE ROMANO ATTACCA IL NULLA OLIVERO

Il centrino riesce anche a litigare: Andrea Romano critica Andrea Olivero per l’apertura al M5S - “Sei disconnesso da te stesso!” “E tu da scelta civica!”: che teatrino per gli orfani del bocconiano - Intanto riciccia Pisanu e subito tira in ballo le regionali in Sardegna: qualche pensierino?

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1 - LITE TRA MONTIANI SUL M5S ROMANO: "OLIVERO SI COORDINI" E LUI: "SEI TU DISCONNESSO"
Da "la Repubblica"

Scintille dentro Scelta civica. Il deputato Andrea Romano critica Andrea Olivero, coordinatore della lista fondata da Mario Monti, per l'apertura al M5S in un'intervista su
Repubblica di ieri. Romano gli suggerisce ironicamente di «coordinarsi maggiormente con se stesso», evitando «soluzioni politicistiche diverse e contraddittorie». Secca la replica di Olivero: «Forse Romano, che non è nel Comitato direttivo, si è perso qualche puntata. Forse è lui che è sempre più disconnesso da Scelta civica».

ANDREA ROMANOANDREA ROMANO

Romano è duro con il coordinatore: «Solo dieci giorni fa aveva proposto un percorso di fusione tra Sc e Udc, che gli eletti di Scelta civica hanno bocciato senza alcuna incertezza. Mi permetto di suggerire al coordinatore Olivero una maggiore dose di coordinamento innanzitutto con se stesso, ma soprattutto con il messaggio che Sc intende dare ai propri elettori e al Paese».

Olivero a sua volta ribatte: «Come non è vero che ho proposto la fusione con l'Udc, così oggi non propongo alleanze con i Cinque stelle. Mi limito a cercare tutti gli spazi per dare forza alla nostra visione riformista, senza perdere tempo in inutili e del tutto sterili polemiche come invece fanno alcuni colleghi parlamentari.

Andrea RomanoAndrea Romano

2 - PISANU: "SCELTA CIVICA È FALLITA, I MODERATI GUARDINO ALTROVE"
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"

Presidente Pisanu, è la sua prima legislatura da osservatore esterno. Come valuta il governo Letta-Alfano? Può durare?
«Il governo ha buone possibilità di andare avanti, anche oltre i diciotto mesi che si è assegnato per le riforme. Peraltro, i due schieramenti che lo sostengono hanno bisogno di tempo per risolvere complicati problemi interni anche in vista delle prossime competizioni elettorali: europee e regionali in Sardegna».

ANDREA OLIVERO ACLIANDREA OLIVERO ACLI

Lei fa riferimento alle riforme. Crede davvero possa essere la volta buona? Quella più urgente, per cancellare il Porcellum, è stata già rinviata alle calende greche.
«Credo di sì, non solo perché la crisi generale spinge in direzione delle riforme, ma anche perché c'è il vincolo di quel patto politico istituzionale idealmente sottoscritto in occasione del reinsediamento di Napolitano. Quanto alla nuova legge elettorale, è opportuno metterla in coda alle riforme costituzionali perché deve essere coerente alla forma di governo. Il Porcellum, comunque, resta inaccettabile».

MARIO MONTI VOTA PER IL QUIRINALEMARIO MONTI VOTA PER IL QUIRINALE

Pensa che il semipresidenzialismo possa essere davvero una soluzione per l'italia?
«Sì, penso che risponda alla stringente necessità di dare all'Italia una vera "democrazia governante". Per di più, il semipresidenzialismo richiede una legge elettorale maggioritaria a doppio turno. E questo potrebbe essere il cuore del compromesso politico fra Letta e Alfano e, allo stesso tempo, il fondamento di un bipolarismo virtuoso».

LETTA E ALFANOLETTA E ALFANO

Non ritiene però che l'elezione diretta esponga a rischi di derive autoritarie, tanto più se resta il conflitto di interessi berlusconiano?
«E le pare che si debba subordinare una scelta così impegnativa, storica, ad una situazione personale seppure rilevante? Comunque, all'interno di questa scelta si possono prevedere contromisure adeguate».

Giuseppe PisanuGiuseppe Pisanu

Lei conosce bene il Cavaliere da vent'anni. Crede che resisterà alla tentazione di far saltare il governo se pioveranno altre condanne?
«Credo che denuncerebbe la persecuzione giudiziaria, ma non farebbe saltare il governo. E poi è nel suo interesse preservare il governo che per primo ha voluto e rinnovare il partito sulla linea della responsabilità nazionale. Non regalerà alla sinistra né la crisi di questo governo, né l'ipotesi, seppure remota, di una alternativa con Sel e frazioni grilline».

Che ne è stata della vostra esperienza Monti?
«Al di là del discreto risultato elettorale, quell'esperienza è sostanzialmente fallita. Molti liberali, cattolici e laici, ne hanno già preso atto e guardano altrove, convinti che il sistema non abbia bisogno di altri partiti e che i moderati debbano trovare nuovi sentieri verso il Pdl, il Pd e le loro famiglie europee. Vedremo come gli uni e gli altri apriranno le porte. In ogni caso il voto moderato sarà il vero, decisivo, terreno di contesa».

 

 

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