LA SOPRINTENDENTE DI ROMA ROSSELLA VODRET RISPONDE AGLI ARTICOLI DI DAGOSPIA E DEL “FATTO” - “IL CONTRATTO CON GOOGLE NON L’HO FIRMATO PERCHÉ C’È UN PROBLEMA CON L’ESCLUSIVA - “CARAVAGGIO” NON È COSTATO 3 MLN - PER LE MOSTRE A L’AVANA E MOSCA NON SONO STATI SACCHEGGIATI I MUSEI ROMANI - SONO STATA BOCCIATA A UN SOLO CONCORSO, NON 3, E IL TAR L’HA SOSPESO DOPO IL RICORSO - HO RISPOSTO ALLE INTERROGAZIONI PARLAMENTARI IDV”…

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Risposta all'articolo su Dagospia

A proposito dell'articolo apparso su Dagospia il 15.02.2012,

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/rossella-d-arte-google-ha-scelto-alcuni-dei-musei-pi-importanti-al-mondo-per-35544.htm

Resca e Rossella VodretResca e Rossella Vodret


ai fini di una possibile azione legale a tutela dei miei interessi lesi, si ritiene opportuno comunicare quanto segue:

1) - Mancata firma del contratto su google -
differentemente da quanto scritto, non mi è stato finora possibile firmare il contratto con Google per le possibili interferenze con la gara per i servizi aggiuntivi per i Musei del Polo museale romano, in corso di espletamento, che prevede, tra l'altro, il servizio esclusivo di riproduzione dei beni culturali e del loro merchandising. Il contratto con Google prevedendo (art. 3.1.3) la cessione del diritto "...perpetuo, irrevocabile e gratuito" dello sfruttamento delle immagini prescelte nei musei romani, potrebbe in conflitto con quanto già previsto dal bando di gara.

2) E' falsa l'accusa secondo la quale io farei "mostre in proprio con strutture esterne e studiosi esterni". Nei Musei dipendenti dal Polo da me diretto sono in corso al momento tre mostre:

Galleria Borghese: "I Borghese e l'antico" a cura di Anna Coliva, Marina Minozzie (entrambe funzionari in servizio presso questa Soprintendenza) e di due funzionari del Louvre

Palazzo Barberini: in corso "Guercino opere da Cento a Roma", a cura congiunta mia e del Prof. Gozzi Direttore del Museo Civico di Cento che ha prestato alla mostra ben 17 opere

Palazzo Venezia, in corso la mostra "Roma al tempo di Caravaggio" l'unica, in 2 anni che ricopro la carica di Soprintendente al polo museale di Roma, che sia stata realizzata a mia cura esclusiva. Contrariamente a quanto da voi affermato Il mio nome compare soltanto nel pannello di introduzione alla mostra e non in altri pannelli o apparati didattici.

Foto VodretFoto Vodret

Inoltre a Castel s. Angelo: è in corso di allestimento la mostra su "Amore e Psiche", che si aprirà tra pochi giorni, a cura di Maria Grazia Bernardini Direttore di Castel Sant'Angelo, anche lei dipendente dal polo museale Romano.

Tutte queste mostre sono state organizzate dall'Ufficio Mostre del Polo Museale, eccetto quella della Galleria Borghese, organizzata, in virtù di un contratto precedente alla mia nomina e di durata decennale, dalla società MondoMostre.

3) E' falso che per la mostra Roma al tempo di Caravaggio a palazzo Venezia sia costata 3 milioni di euro

4) E' falso che per la mostra Roma al tempo di Caravaggio siano stati impegnati tutti i capitoli di spesa, anche quelli per gli impianti dei musei e del personale

5) E' falsa e del tutto incomprensibile l'affermazione che nella mostra su Guercino a palazzo Barberini non ci sia "neppure un quadro romano". Evidentemente chi ha scritto l'articolo non sa leggere o non comprende bene ciò che legge: come è chiaramente indicato nel titolo, della mostra sono esposti "Capolavori da Cento e da Roma". Oltre a 17 opere da Cento, sono esposte 24 opere provenienti da Roma.

6) E' falso che per la mostra voluta dal Direttore Generale Resca e dal Capo di Gabinetto Nastasi organizzata per il Museo di belle Arti di l'Avana, curata dalla scrivente insieme con Giorgio Leone (altro funzionario della Soprintendenza) siano stati saccheggiati i Musei romani. Per la mostra sono stati infatti selezionati, tra gli altri, 9 dipinti caravaggeschi per lo più provenienti dai depositi della Galleria Nazionale d'Arte Antica che, come qualsiasi serio studioso sa bene, possiede ben 65 opere caravaggesche di notevole importanza storico-artistica, che normalmente non possono essere esposte per ragioni di spazio.


7) E' falso che io abbia saccheggiato i Musei romani per la mostra su Caravaggio che è ancora in corso a Mosca, Museo Puskin (visitata da più di 350.000 visitatori fino ad oggi). Solo 3 erano i Caravaggio provenienti dai Musei dipendenti dal Polo e uno dalla chiesa di S. Maria del Popolo - Cappella Cerasi - concesso dal Vicariato di Roma, sul prestito del quale la Soprintendenza NON ha dato parere favorevole.

SALVO NASTASI E SOVRINTENDENTE ROSSELLA VODRETSALVO NASTASI E SOVRINTENDENTE ROSSELLA VODRET

8) E' falso che la mostra sul Rinascimento ancora in corso al Museo del Corso sia stata curata da me, come è facile verificare, anche solo aprendo il catalogo; la cura della mostra è di Maria Grazia Bernardini, il già citato Direttore di Castel S. Angelo.

9) E' falso che non sia stata data risposta alle due interpellanze parlamentari del 2010 del sen. Lannutti dell'Italia dei valori. Ad entrambe, a suo tempo, è stata data regolare risposta: una da parte della Soprintendenza e una da parte del competente ufficio del a suo tempo MIBAC.

10) E' falso che io sia stata bocciata a tre concorsi per l'accesso alla dirigenza. Sono stata bocciata ad un solo concorso e per soli 2 centesimi di punto (con votazioni: 68,74,71), per il quale, a seguito di accesso agli atti, è emerso che la commissione aveva letto ognuno dei lunghi elaborati manoscritti in non più di 5 minuti. Contro gli esiti di quel concorso ho presentato, insieme ad altri sei candidati, un ricorso al TAR, che, a suo tempo, ha dato la sospensiva al proseguimento del concorso.

 

RIGUARDO ALL'ARTICOLO SI TOMASO MONTANARI PUBBLICATO SUL FATTO QUOTIDIANO DEL 2 DICEMBRE 2011 E NUOVAMENTE RIPROPOSTO (CON VARIANTI) NELL'ARTICOLO DI DAGOSPIA DEL 15.2.2012, SI PRECISA QUANTO SEGUE:

PREMESSA

In base alla normativa vigente compito istituzionale della Soprintendenza speciale per il polo museale romano è la tutela e la valorizzazione delle opere di competenza (cioè le opere dei musei dipendenti e quelle esistenti nel territorio della Città di Roma)

E' FALSO CIÒ CHE MONTANARI SCRIVE: LA MOSTRA ‘ROMA AL TEMPO DI CARAVAGGIO 1600- 1630' È "UN ATTO DI ALTO TRADIMENTO CULTURALE E PROFESSIONALE".
NON SI VEDE DOVE POSSA ESSERE IL TRADIMENTO VISTO CHE LA MOSTRA È FRUTTO DI QUELLO CHE LA NORMATIVA ASSEGNA AL POLO MUSEALE ROMANO: LA TUTELA (I RESTAURI) E LA VALORIZZAZIONE (L'AVER CONSENTITO LA MIGLIORE FRUIZIONE PER IL PUBBLICO E AGEVOLATO IL LAVORO CRITICO DEGLI STUDIOSI)

LA MIGLIORE RISPOSTA ALLE FALSITÀ SCRITTE DA MONTANARI È:
• NELLE MOLTE, OTTIME RECENSIONI SULLA MOSTRA PUBBLICATE SUI PRINCIPALI GIORNALI ITALIANI, NEGLI APPREZZAMENTI DEGLI STUDIOSI NAZIONALI E INTERNAZIONALI, CHE HANNO VISITATO PIÙ VOLTE LA MOSTRA,
• NELL'ALTISSIMO NUMERO DI VISITATORI CHE OGNI GIORNO SI RECANO A PALAZZO VENEZIA PER L'ESPOSIZIONE (IN MEDIA CIRCA 500/600 PERSONE AL GIORNO)
• NELL'INDICAZIONE COME "MIGLIORE MOSTRA DELL'ANNO 2011" DA AUTOREVOLI PERSONALITÀ DEL MONDO DELL'ARTE

MARIO RESCA E ROSSELLA VODRETMARIO RESCA E ROSSELLA VODRET

Questo apprezzamento è motivato, come testimoniato da vari commenti scritti e orali, proprio da quello che Montanari critica: cioè che si possano finalmente vedere ben illuminate e da vicino opere di norma poco visibili perché situate in chiese poco visitate o in sacrestie buie, spesso a notevole altezza, oppure conservate in paesini sperduti e difficilmente raggiungibili; nonché nell'aver riunito opere di capitale importanza eseguite a Roma e oggi appartenenti a prestigiose collezioni internazionali. La contemporanea presenza in mostra di tali opere ha consentito da parte degli studiosi approfondimenti, nuove ipotesi attributive e, complessivamente, un avanzamento degli studi sulle problematiche del primo seicento

La mostra "Roma al tempo di Caravaggio - 1600 - 1630", del resto, è il punto di arrivo di una serie di studi, durati quasi un decennio, ed è strettamente legata a quanto emerso dalle ricerche sui libri parrocchiali romani dal 1600 al 1630 che hanno portato alla luce più di 6700 documenti, per lo più inediti, sugli artisti attivi a Roma in quegli anni. I documenti sono stati pubblicati dall'Erma di Bretschneider in un volume, che Montanari evidentemente non conosce, uscito contemporaneamente all'inaugurazione della mostra.


E' falso il numero di "quaranta opere strappate alla chiese" - le pale d'altare esposte in mostra sono 22. La Soprintendenza ha compiuto a pieno titolo i suoi compiti istituzionali esercitando nei confronti di queste opere tutela e valorizzazione.
Le pale d'altare sono state tutte restaurate o revisionate dal punto di vista conservativo (tutela) e esposte in mostra per consentirne la piena fruizione nelle migliori condizioni di microclima e illuminazione (valorizzazione).

Molte di queste opere, come detto, erano di fatto invisibili e prive delle condizioni microclimatiche corrette (temperatura/ umidità). Il fatto di essere esposte alla mostra consente non solo al pubblico, ma anche agli studiosi di valutarle e studiarle nelle migliori condizioni possibili. Molti problemi attributivi
possono essere affrontati e risolti grazie ai confronti proposti con le opere delle chiese, finalmente visibili, esposte nella mostra.

E' falso non solo che le opere siano "strappate alle chiese", ma anche che sia stata io stessa a richiedere e ad autorizzare i prestiti. Come prevede la normativa vigente le opere sono state regolarmente richieste ai loro proprietari o detentori: agli Enti ecclesiastici, al Vicariato di Roma, al Fondo Edifici Culto del Ministero dell'Interno. Solo dopo aver avuto l'assenso dei proprietari/detentori (in alcuni casi l'assenso è stato negato e le opere non sono in mostra) la richiesta è stata inviata alla competente Direzione generale del Mibac, la quale, avuto il parere favorevole del Comitato di settore ha autorizzato il prestito.

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E' falso che le mostre da me curate a Cuba e Mosca citate nell'articolo siano mie iniziative personali, esse sono frutto di incarichi ufficiali, conseguenti ad accordi internazionali, che mi sono stati affidati, rispettivamente, dalle competenti direzioni generali del Mibac e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Entrambe le mostre sono state realizzate in collaborazione con il Ministero degli esteri nell'ambito di accordi internazionali tra l'Italia e i due Paesi citati. Le modalità di autorizzazione per il prestito dei dipinti da destinare alle due mostre non dipende da me, ma dalla procedura sopracitata (richiesta della Soprintendenza, parere del comitato di settore, autorizzazione del direttore generale).

La mostra a l'Avana, durata due mesi (settembre/novembre 2011), ha avuto più di 30.000 visitatori ed è stata l'esposizione più visitata nella capitale cubana di tutti i tempi. L'iniziativa si inquadrava in una complessa opera di rapporti avviata e portata avanti dall'Ambasciatore italiano a Cuba.

La mostra a Mosca, inaugurata il 25 novembre 2011, ha concluso le manifestazioni dell'Anno della cultura italiana in Russia, promosso dalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero degli Esteri e dall'Ambasciatore italiano in Russia, Antonio Zanardi Landi. La mostra sta riscuotendo un enorme successo con un'affluenza giornaliera di circa 6000 visitatori al giorno (a oggi sono più di 350.000) e ha avuto recensioni entusiastiche sulla stampa russa e italiana. Sull'argomento, in relazione anche alle critiche mosse da Montanari, si rimanda all'articolo di Marco Carminati sul sole 24 ore di domenica 11 dicembre 2011.

E' falso che io abbia autorizzato "l'espianto" della Cappella Cerasi della Conversione di San Paolo di Caravaggio. A norma di legge, le autorizzazioni non le concede la Soprintendenza ma la Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l'architettura e l'arte contemporanee. Com'è facilmente dimostrabile, nel caso citato da Montanari, la Conversione di San Paolo della Cerasi è partita a seguito di una disposizione scritta del Ministro Galan, senza il parere favorevole della Soprintendenza per il polo museale romano

SALONE D INGRESSO GALLERIA BORGHESESALONE D INGRESSO GALLERIA BORGHESE

E' falso che per le mostre sono state "deportate" a Palazzo Venezia opere della Galleria Borghese (o dalla Galleria Corsini) e che io abbia depauperato le collezioni dei musei del polo:

"i pochi caravaggeschi di Palazzo Barberini" citati da Montanari che io avrei depredato, sono in realtà complessivamente ben 65 e costituiscono il più consistente nucleo di pittura caravaggesca al mondo (cosa che evidentemente sfugge a Montanari), tanto che molte opere sono costrette da tempo ad essere conservate nei depositi per mancanza di spazio espositivo sufficiente a palazzo Barberini. In ogni caso su 65 opere caravaggesche di palazzo Barberini sono esposte alla mostra di palazzo Venezia solo 11 dipinti.

Dagli altri musei del polo sono esposti alla mostra di palazzo Venezia, su un totale di 140 opere, i seguenti dipinti:
sette dalla galleria Borghese
cinque dalla galleria Spada
sei dalla galleria Corsini

non credo che si possa legittimamente parlare di "depauperazioni"

E' Falso quanto scrive Montanari: "In un conflitto di interessi intollerabile, la Rossella Vodret curatrice della mostra chiede i prestiti alla Rossella Vodret soprintendente: e, non sorprendentemente, li ottiene tutti" come ampiamente dimostrato la procedura per l'autorizzazione dei prestiti è del tutto diversa

La notizia è palesemente falsa.
Come noto, nell'ambito della struttura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, come determinata all'esito del d.p.r. 233/2007, nell'ambito degli "Organi centrali del Ministero" vi sono le Direzioni Generali, mentre le Soprintendenze si collocano tra gli "Organi periferici del Ministero".

Ebbene, la Rossella Vodret curatrice della mostra non ha chiesto prestiti alla Rossella Vodret soprintendente ma bensì, quale Responsabile della Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma, con riferimento alla mostra di cui si discute, ha richiesto apposita autorizzazione ministeriale per il prestito delle opere ivi indicate, alla Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l'Architettura e l'Arte Contemporanee, trasmettendo la necessaria documentazione a supporto.

Il Direttore Generale, quindi, verificato il buono stato di conservazione delle opere, come descritto nelle schede conservative, sentito il comitato di settore competente ha, quindi, autorizzato il prestito delle opere ivi indicate.

La notizia, dunque, costituente il presupposto di fatto del diritto di critica del giornalista, è palesemente falsa, oltre a mancare l'utilità sociale della specifica informazione, che invece appare, in questo caso, disutile e capziosa.

mostre ed eventi roma al tempo di caravaggiomostre ed eventi roma al tempo di caravaggio

E' falso che io non tenga in considerazione il Museo di Palazzo Venezia "parente povero della mostra di turno". Proprio grazie al biglietto integrato con la mostra "Roma al tempo di Caravaggio"e alle numerose conferenze e lezioni ad essa collegate, svolte in collaborazione con l'Università la Sapienza che, che si svolgono nel Museo, è stato possibile incrementare dell' 183 % i visitatori del Museo di palazzo Venezia rispetto al 2010.

E' falso che la mostra non abbia nulla a che fare con la ricerca scientifica degli storici dell'arte seri: La mostra è stata infatti interamente costruita con l'aiuto costante di un prestigiosissimo comitato scientifico, presieduto da Maurizio Calvesi, comprendente TUTTI i più importanti studiosi dell'argomento affrontato nella mostra. Tra i quali è appena il caso di citare: professori universitari, ordinari e associati, di varie università italiane (Zuccari, Aurigemma, Squarzina, Macioce, Cappelletti, Morselli, ecc.), Accademici dei Lincei (Calvesi, Zuccari) e studiosi di fama internazionale (Wolfgang Prohaska, Sybille Ebert Schifferer; Vittoria Markova, Sergio Benedetti, Mina Gregori, Claudio Strinati, Nicola Spinosa ecc.).

Certo Monatanari NON è stato invitato a far parte del comitato, dal momento che non è uno specialista di questo periodo storico. Nasce qui la sua rabbia e il suo livore?
Quanto al giudizio di Montanari sulla mostra "Roma al tempo di Caravaggio", lascia il tempo che trova ed è irrilevante non essendo Montanari uno specialista di questo particolarissimo momento storico Come dimostrano le sue pubblicazioni, Montanari si è occupato prevalentemente del Seicento avanzato e specialmente di Bernini, sul quale peraltro ha curato una non memorabile mostra a Palazzo Barberini.

Il giudizio negativo sull'impostazione della mostra di Montanari è peraltro smentito dai numerosi messaggi di congratulazioni che ho ricevuto da "veri"specialisti internazionali dell'inizio del '600, come ad esempio: Arnauld Brejon de Lavergnée, Wolfang Prohaska, Gabriele Finaldi, Elisabeth Cropper, Charles Dempsey, Mina Gregori, ecc..

Ed inoltre, nel testo si legge ad esempio a proposito del "Sant'Agostino nello studio": "Ciliegina sulla torta, ecco la strizzatina d'occhio al mercato dell'arte. Finalmente tutti possono vedere il quadro lanciato a giugno come un Caravaggio a prova di bomba..... (omissis)....... Comunque sia, siamo lontani anni luce da Caravaggio: e ora c'è solo da sperare che non si provi a rifilarlo allo Stato italiano per qualche milione di euro".

Giancarlo GalanGiancarlo Galan

È palese l'insinuazione a possibili ed interferenti interessi privati e personali "la strizzatina d'occhio al mercato dell'arte" così come, ancor più grave, ad eventuali illeciti "c'è solo da sperare che non si provi a rifilarlo allo Stato italiano per qualche milione di euro" (??!!) che potrebbero essere consumati ove i suddetti pretesi interessi avessero prevalenza.

Laddove invece l'esposizione del dipinto avviene all'esito del suo eccezionale ritrovamento in una collezione privata spagnola (A darne notizia sulle pagine della "Domenica" del Sole 24 Ore del 12 giugno 2011, con tutti gli approfondimenti, era stata la professoressa Silvia Danesi Squarzina, massima esperta della Collezione Giustiniani di Roma) ed oggi, oggetto di acceso dibattito scientifico e culturale per la sua attribuibilità a Caravaggio, atteso che esso corrisponderebbe esattamente al quadro commissionato a Caravaggio dal marchese-collezionista Vincenzo Giustiniani che lo fece schedare come opera del Merisi nell'inventario di Casa redatto nel 1638.

Pare quindi paradossale che la circostanza di aver reso fruibile il "Sant'Agostino nello studio", dipinto al centro, come detto, di dibattito da parte di specialisti autorevoli - come del resto dimostra la copiosa stampa al riguardo - possa essere stato da parte del giornalista motivo di un gratuito ed immotivato attacco (attraverso addirittura l'insinuazione sulla possibile consumazione di illeciti) se non per finalità - viene dunque da pensare - evidentemente del tutto estranee alla critica delle scelte, tecniche e scientifiche, che hanno portato all'esposizione del dipinto!

La decisione di esporre il Sant'Agostino nello studio recentemente attribuito a Caravaggio, è stata ritenuta opportuna, visto il clamore suscitato da questa attribuzione, e dalle polemiche sollevate da "esperti" che non conoscevano il quadro dal vero, ma solo attraverso una brutta foto pubblicata sui fogli rosa del Sole 24 Ore (tra questi è compreso Montanari). Dunque far venire in Italia la tela per consentire agli studiosi "veri" di studiarla dal vivo e di organizzare, alla fine della mostra, una tavola rotonda nella quale fosse possibile discutere in modo serio la nuova attribuzione.

La tavola rotonda si terrà il 20 febbraio prossimo nella Sala Altoviti del Museo di Palazzo Venezia. Il dipinto in questione, inoltre, nel percorso espositivo della mostra, si pone, assieme alla Flagellazione di Santa Prassede, anch'essa attribuita al giovane Caravaggio da Calvesi nell'ambito del catalogo che accompagna l'esposizione, si pone come una cesura tra il tempo vero e proprio di Caravaggio a Roma e l'eredità lasciata, elaborata e consumata fino al 1630.


Rossella Vodret

Roma 17.2.2012

 

 

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