renzi gozi scalfarotto

“UN BRAND SCADUTO” - RENZI TUMULA IL PD E SCOMMETTE SUL BAGNO DI SANGUE DEL PARTITO ALLE EUROPEE 2019 – LA RISCOSSA AFFIDATA PER ORA A SCALFAROTTO E GOZI (CIAO CORE!) MENTRE GIACHETTI E ANNA ASCANI, PIU' REALISTI DEL RE MATTEO, S'IMMOLANO IN UNA CORSA ALLA SEGRETERIA PRIVA DI PROSPETTIVE…

Alessandro Giuli per “Libero quotidiano”

 

renzi alla festa per i dieci anni del pd

Matteo Renzi non può dirlo ancora con parole chiare ma la sua storia con il Partito democratico è finita. «Un brand scaduto», va ripetendo lui ai pochi intimi che ancora lo contornano immaginando per lui un «ritorno al futuro» dopo il prevedibile bagno di sangue delle Europee 2019.

 

Ma prima di quelle elezioni deve consumarsi l' ultimo miglio congressuale, bisogna aspettare i titoli di coda sulla dissolvenza di un partito che l' ex premier considera come la criptonite per Superman. Ma che vuole fare, per davvero, l' eroico bullo di Rignano? Tornare al futuro, appunto, cucendosi addosso una cosa tutta sua, un movimento di popolo e una rete di conoscenze influenti per lanciare la scalata al cielo della nuova (?) politica attraverso un' escogitazione al passo coi tempi ultimi e post ideologici.

 

scalfarotto

Di che si tratta? Per ora di mettere su una costellazione di «comitati civici», come li chiama lui, sul modello dei Ciudadanos spagnoli e del macroniano En marche. Ha tutta l' aria di essere un sussulto antipopulista innescato con le stesse modalità piazzaiole del grillismo. Ma forse non è proprio così. Fatto sta che l' impresa è stata affidata a due sarti renziani di un certo riguardo: Ivan Scalfarotto e Sandro Gozi. E tanto basterebbe per volgersi altrove.

 

Lanciati alla Leopolda di ottobre, mentre Renzi ultimava le riprese del suo documentario fiorentino al debutto in queste ore, i comitati «sono e vogliono essere uno strumento di mobilitazione.

 

Aperti a tutti, anche a chi non ha la tessera del Pd». Soprattutto a chi non ha la tessera del Pd; anche se Scalfarotto, titolare del virgolettato, non può ancora spingersi ad ammetterlo. Scalfarotto ma Renzi può affidarsi a uno come lui? Mistero.

 

gentiloni e renzi

CHE CI VEDE IN LUI? Per quanto inspiegabile, è un fatto che l' ex capo del Pd tiene in altissima considerazione l' appassionato attivista LGBT, l' ex manager pescarese cresciuto foggiano ed esperto di risorse umane, il gattolico militante (due i felini in famiglia) che ama vantarsi d' esser stato «nominato nella Global Diversity List tra le 50 personalità che a livello mondiale si distinguono per la diffusione della cultura della "diversity" e delle pari opportunità» insieme con Barack e Michelle Obama, il Dalai Lama, la regina Noor di Giordania, Bill Gates, Hillary Clinton, José Luis Zapatero, il Principe Henry del Galles, Angelina Jolie, Mohammed Yunus, Christiane Amanpour e Malala Yousufzai.

 

Rieletto deputato in Lombardia nel marzo scorso dopo una legislatura trascorsa come sottosegretario alle (sfortunate) Riforme, oggi Scalfarotto è componente della Commissione nazionale di Garanzia del Partito democratico. Titolo senza blasone per un ambizioso frequentatore di talk politici nei quali fa sfoggio di faconda banalità. Non antipatico, va detto, educato anche quando aggressivo (quasi sempre), ma quanto di più lontano dal carisma la natura abbia concepito. Più che un trascinatore, un trascinato da Renzi, perché di eterne speranze e valide amicizie nel mondo dell' informazione. Non è dato sapere quanti adepti garantirà alla causa renziana, è però sicuro che li rappresenterà meglio del cicisbeo Gozi.

gozi

 

Vaporoso come un olio essenziale, azzimato come un gagà paesano durante il Piano Marshall (tendenza Mister Ripley, per capirci), nella banda Renzi il cinquantenne Gozi è in realtà il vero cittadino del mondo. O per lo meno un naturale inquilino europeo. Una specie di Macron di Sogliano sul Rubicone altrimenti destinato a svernare sulla riviera romagnola. E invece lui, che da poco vanta anche un Dottorato honoris causa in Lettere dall' Università di Friburgo, sembra essere nato per appartenere all' establishment del Vecchio continente.

 

RENZI PD STREAMING

Che cosa lui abbia dato alla politica, a differenza di Scalfarotto che ci ha messo una spruzzata di lotta di genere, è il secondo mistero di questa riflessione. Nato ufficialmente prodiano, grazie all' incarico ricevuto dal Prof bolognese quando era presidente della Commissione europea, Gozi giunge a Bruxelles dalla Sorbona e da Science Po, degno prologo di una carriera diplomatica al servizio della Francia. Ed ecco il segreto di Gozi: è un francese naturale con accidentale passaporto italiano, l' amico ideale degli interessi transalpini.

 

Come e più dell' esule Enrico Letta. Può gloriarsi della Legion d' Onore concessagli dall' ex presidente François Hollande nel gennaio 2014, e del Prix de l' engagement du valeur européen a Parigi, dove insegna Istituzioni e Politiche dell' Unione europea all' Institut d' Etudes Politiques. Anche in Italia, parlamentare dal 2006, non ha fatto altro che lavorare per le tecnocrazie europee: Comitato Schengen e Immigrazione, vice presidente dell' Assemblea parlamentare presso il Consiglio d' Europa, co-presidente dell' intergruppo parlamentare Federalista per gli Stati Uniti d' Europa, presidente dei Federalisti Europei. Pesantissimo, dunque, il curriculum di questo peso piuma del renzismo che gioca a squash e corre maratone.

 

PREPARATO MA INSIPIDO Gozi ha un sorriso insipido ma bonario e un eloquio anemico, preparazione tanta ma empatia zero. Nel suo caso non si tratta di farsi trascinare da Renzi: è il bullo di Rignano a proiettare su di lui lo straordinario complesso d' inferiorità dello strapaese nei confronti del parigino d' adozione. Impossibile fare a meno di lui, quando è il momento di parlare le lingue straniere per cercare altri cicisbei internazionali che sospingano la vanità renziana oltre le secche italiote del Pd.

RENZI PD STREAMING

 

Con questi presupposti, la mostrificazione del ritorno al futuro è assicurata. E con essa il rischio concreto di provocare una diaspora renziana.

 

Dispersi nella bad company chiamata Pd, i seguaci di Matteo sbandano, tremano d' irrequietezza, indovinano l' imminente abbandono. È una sindrome che a sinistra conoscono bene i dalemiani: vittime della cattiva coscienza esibita da Massimo D' Alema alla fine del suo principato («mai esistiti i dalemiani, diciamo»), molti di loro dovettero rifarsi una vita alla meno peggio. E così, mentre Scalfarotto e Gozi filano la lana e l' amianto del loro santo Renzi, Roberto Giachetti e Anna Ascani - i renziani più renziani di Renzi - s' immolano in una corsa alla segreteria priva di prospettive. Una cieca prova d' amore alla quale s' è sottratto il più amletico Marco Minniti, che essendo comunista sa riconoscere benissimo le astuzie della ragione e gli imbrogli del destino.

matteo renzi 3matteo renzi

Ultimi Dagoreport

cdp cassa depositi e prestiti giovanbattista fazzolari fabio barchiesi giorgia meloni giancarlo giorgetti dario scannapieco francesco soro

DAGOREPORT - QUALCOSA DEVE ESSERE SUCCESSO IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE. CHE VIRUS HA COLPITO PALAZZO CHIGI PER PASSARE DA AMATO E LETTA A TALE GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI, UN TIPINO CHE FINO AL 2018, RICOPRIVA IL RUOLO DI DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA ALLA REGIONE LAZIO? - CHE È SUCCESSO A CASSA DEPOSITI E PRESTITI (CDP), HOLDING PUBBLICA CHE GESTISCE I 300 MILIARDI DI RISPARMIO POSTALE DEGLI ITALIANI, PER RITROVARCI VICEDIRETTORE GENERALE, CON AMPIE DELEGHE, DAL PERSONALE E GLI INVESTIMENTI ALLA COMUNICAZIONE, IL 43ENNE FABIO BARCHIESI, CHE ORA ASSUME ANCHE LA CARICA DI AD DI CDP EQUITY, LA PIÙ IMPORTANTE SOCIETÀ DEL GRUPPO? - COME SI FA A RICOPRIRE DI RUOLI NEVRALGICI DI POTERE L’EX FISIOTERAPISTA DI MALAGO' CHE NON HA MAI RICOPERTO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE NEMMENO NEL SUO CONDOMINIO, CHE BALBETTA UN INGLESE APPENA SCOLASTICO E HA ALLE SPALLE UNA LAUREA IN ECONOMIA OTTENUTA, PRESSO LA SELETTIVA UNIVERSITÀ TELEMATICA UNICUSANO, A CUI SI AGGIUNGE UNA CATTEDRA, A CONTRATTO, ALLA LINK, L’ILLUSTRISSIMA UNIVERSITÀ DI VINCENZO SCOTTI? - ALL’ANNUNCIO DELLA NUOVA CARICA DI BARCHIESI, LO SCONCERTO (EUFEMISMO) È PIOMBATO NELLE STANZE DEL MEF, PRIMO AZIONISTA DI CDP, MENTRE PER LE FONDAZIONI BANCARIE L’ULTIMA PRESA DI POTERE DEL DUPLEX FAZZO-BARCHIESI, IN SOLDONI, E' “IL PIÙ GROSSO SCANDALO POLITICO-FINANZIARIO MAI VISTO NEL BELPAESE...”

maurizio landini giorgia meloni

IL SESSISMO È NELLA CONVENIENZA DI CHI GUARDA – LA SINISTRA DIFENDE LANDINI CHE HA DEFINITO “CORTIGIANA” GIORGIA MELONI: PENSATE COSA SAREBBE SUCCESSO NEL "CAMPO LARGO" E NEI GIORNALI D'AREA SE L’AVESSE DETTO SALVINI DI UNA BOLDRINI QUALSIASI. AVREMMO AVUTO PAGINATE SUL SESSISMO DEL BIFOLCO PADANO. MA IL SEGRETARIO DELLA CGIL È "UN COMPAGNO CHE SBAGLIA", E ALLORA VA DIFESO: “È SOLO UN EQUIVOCO” – NON CHE LA DESTRA DIFETTI DI IPOCRISIA: GIORGIA MELONI SI INDIGNA PER "CORTIGIANA" EPPURE E' LA MIGLIORE ALLEATA DI TRUMP, UNO CHE SI VANTAVA DI "AFFERRARE TUTTE LE DONNE PER LA FICA”

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO