gilet gialli champs elysees

“MACRON DIMETTITI” - DOPO PIU’ DI DUE MESI, I GILET GIALLI CONTINUANO A PROTESTARE: 84MILA SFILANO IN TUTTO IL PAESE - IL MOVIMENTO HA RIPRESO CORPO, RADDOPPIANDO LE PRESENZE PIAZZA E ISTITUENDO UN PROPRIO SERVIZIO D'ORDINE PER ISOLARE I VIOLENTI - LA PROVOCAZIONE DI MACRON:  “I PROBLEMI CHE STA ATTRAVERSANDO LA NOSTRA SONO DOVUTI AL FATTO CHE TROPPI NOSTRI CONCITTADINI PENSANO DI POTER OTTENERE QUALCOSA SENZA SFORZO”

Francesco De Remigis per “il Giornale”

gilet gialli

 

Ai tentativi del governo francese di criminalizzare il movimento, ricondurlo a gruppi di violenti e delegittimarne le rivendicazioni, i gilet gialli rispondono con una partecipazione massiccia al nono fine settimana anti-Macron: 8mila presenze a Parigi, 84mila in tutto il Paese. Numeri in crescita e violenze in diminuzione.

 

Solo piccolissimi gruppi di facinorosi si sono scontrati ieri con la polizia nella capitale e a Bourges, dove i casseur sono entrati in azione al termine di una mobilitazione pacifica di 7mila persone. Siamo nel cuore della Francia, 250 chilometri a Sud di Parigi. Simbolo dell' esodo delle ricchezze e del lavoro a vantaggio della capitale e dei suoi sobborghi.

 

gilet gialli 4

Qui si sono dati appuntamento i portavoce del movimento per chiedere le dimissioni del presidente della Repubblica e l' introduzione di una democrazia diretta; opzioni ignorate dal governo che tergiversa sul dibattito lanciato da Macron, che domani scriverà una lettera ai francesi. Si aprirà martedì e «non metterà in discussione quanto fatto in 19 mesi», fa sapere il portavoce dell' esecutivo.

 

L' onda gialla riprende corpo, raddoppia quasi le presenze e istituisce un proprio servizio d' ordine. Il tentativo di isolare i violenti è in parte riuscito. A Bourges, nominata capitale «rurale» dei gilet gialli, la situazione è degenerata intorno alle 17 malgrado i divieti e le decine di camionette che bloccavano l' accesso al centro: 400 facinorosi hanno puntato la zona off limits. Lacrimogeni e bottiglie lanciate dai casseur. Una trentina i fermi. Teppisti minoritari anche a Parigi: 156 i fermi nonostante l' autorizzazione ad arresti preventivi data ai 5mila poliziotti mobilitati (80mila in tutto il Paese).

 

gilet gialli 5

Il corteo dei «giubbotti» nella capitale è partito dal ministero dell' Economia alle 11, da Bercy, stazionando alla Bastiglia per raggiungere infine Place de l' Etoile in cima agli Champs-Elysees. Qui sono iniziati i tafferugli. Qualche lacrimogeno. Incidenti circoscritti a cui le forze dell' ordine hanno risposto con idranti e proiettili di gomma: 2 feriti. «La polizia è con noi» scandivano fino a quel momento i gilet pacifici, insieme a «Liberate Christophe», l' ex pugile che sabato colpì due gendarmi, «Benalla in prigione!» (l' ex bodyguard del presidente, ndr) e il consueto «Macron dimettiti!».

 

gilet gialli 1

Più di 6mila «giubbotti» anche a Bordeaux, contro i 4.600 dello scorso sabato. La capitale della Nuova Aquitania si conferma una delle roccaforti del movimento e in serata qui è scoppiata l' unica vera guerriglia urbana. L' altra fortezza è Tolosa. Oltre 5mila hanno marciato pacificamente prima che pochi facinorosi si scontrassero con la polizia. Mobilitazioni anche a Lille, Calais e soprattutto a Le Touquet davanti alla villa del presidente: nuovo guanto di sfida a Macron.

 

gilet gialli 2

La sua dichiarazione sul «senso dello sforzo» che mancherebbe ai francesi aveva fatto infuriare molti: «I problemi che sta attraversando la nostra società - ha detto venerdì - sono dovuti al fatto che troppi nostri concittadini pensano di poter ottenere» qualcosa «senza sforzo». I gilet hanno reagito striscioni in mano: «Ti stiamo cercando a casa tua».

 

Piazze piene anche a Nantes (3mila), 2.500 a Rouen, dove sono stati aggrediti dei giornalisti di LCI, 1.500 a Caen e Strasburgo, un migliaio a Nîmes e Nizza.

gilet gialli assaltano la polizia 1

Rispetto all' Arco di Trionfo saccheggiato l' 8 dicembre, vetrine e negozi distrutti o la ruspa con cui hanno sfondato un ministero la settimana scorsa, meno violenze. «Solo» 244 fermi, 20 feriti lievi e il 54% dei francesi che continua a sostenere la protesta. Due mesi dopo l' inizio.

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO