1. “MATTEO RENZI MI DISSE: ‘TI SPACCO LE GAMBE, BASTARDO’”. SALLUSTI SI CONFESSA A GOMEZ
2. VIDEO: “ERA UNA VIGILIA DI NATALE E MI CHIAMA PALAZZO CHIGI: ‘BUONGIORNO PRESIDENTE, COME STA?’. ‘COME STO UN CAZZO, HAI PUBBLICATO UNA NOTIZIA…VENGO SOTTO CASA TUA E…’
3. “QUANDO BERLUSCONI NEI PRIMI ANNI ’90 SI MISE IN GINOCCHIO E DAVANTI A TUTTI DISSE…”

Condividi questo articolo


Sallusti a Gomez: ''Quella volta che Berlusconi si inginocchiò davanti a tutti...''

Sallusti a Gomez: ''Renzi mi disse 'vengo sotto casa e ti spacco le gambe'''

 

 

alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 4 alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 4

Ti spacco le gambe, bastardo”. Così Matteo Renzi avrebbe apostrofato Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale e prossimo ospite di Peter Gomez a LA CONFESSIONE, in onda venerdì 11 maggio alle 23:00 sul canale NOVE di Discovery Italia. 

 

Il giornalista rivela nei dettagli la storia dell'alterco avuto con l'ex premier. “Lei ha raccontato di aver ricevuto una telefonata da Renzi mentre era presidente del Consiglio, in cui lui le dice che se avesse continuato su una certa linea le avrebbe spezzato le gambe - rammenta il conduttore. Ci racconta bene cosa è successo?”. Sallusti parte dal principio: “Era una vigilia di Natale e suona il telefonino: ‘E’ Palazzo Chigi, le passo il presidente’. Dico: ‘Buongiorno presidente come sta?’”. Il giornalista ricorda bene la collera renziana: “Lui inizia: ‘Come sto un cazzo, tu sei un bastardo’. ‘Ma presidente cosa c’è?’, dico. ‘Hai pubblicato sul sito una notizia...’, fa lui. Io non sapevo onestamente di cosa stavamo parlando”. 

 

Sallusti, impietrito, prova a placare Renzi: “Dico: ‘Stiamo su 'Scherzi a parte'?’; e lui dice: ‘'Scherzi a parte' un cazzo, io vengo sotto casa e ti spacco le gambe’”. A quel punto, il direttore perde le staffe: “Io dico: ‘Sai cosa c’è? Ho un rispetto sacrale del presidente del Consiglio, chiunque sia, ma se la metti su questo piano per me puoi andare a fanculo’, e ho appeso il telefono. Non ci siamo parlati per due anni”. A Gomez resta una domanda centrale: “Ma il presidente del Consiglio che minaccia un giornalista in questa maniera, non è una notizia? Perché non l’ha scritta il giorno dopo?”.

 

Sallusti passa poi a Berlusconi, ricordando quando “In ginocchio al telefono con un politico, Berlusconi decise di scendere in campo". Lo spunto viene da una dichiarazione del Presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri: “Confalonieri ha dichiarato: ‘Se Berlusconi non fosse sceso in politica, oggi saremmo sotto un ponte o in galera’. E’ vera questa descrizione?”, chiede Gomez. Sallusti ha la sua idea: “Berlusconi andava fermato perché stava diventando pericoloso”, aggiunge Sallusti.

 

E descrive nei particolari la scena che cambiò il destino dell’Italia: “Siamo nei primi Anni '90, riunione ad Arcore: difficoltà del gruppo, che pure cresceva, ma era molto indebitato; squilla il telefonoBerlusconi, un po’ indispettito perché aveva dato disposizioni di non essere disturbato, va a rispondere e dice: ‘Sì, sì, sì presidente, va bene presidente’. Chiude la cornetta, si mette letteralmente in ginocchio e torna al tavolo in ginocchio”. Il racconto del giornalista si chiude col colpo di scena: “In ginocchio, Berlusconi guarda i convocati e dice: ‘Signori, questa è l’ultima volta che mi vedrete in ginocchio di fronte alla politica. Adesso faremo noi la politica’”.

 

“LA CONFESSIONE” (programma di Loft Produzioni per Discovery Italia) è disponibile anche su Dplay (sul sito www.it.dplay.com – o scarica l’app su App Store o Google Play). NOVE è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 145 e Tivùsat Canale 9.

 

 

alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 2 alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 2 alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 1 alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 1

 

sallusti renzi sallusti renzi alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 3 alessandro sallusti a la confessione di peter gomez 3 SALLUSTI BERLUSCONI SALLUSTI BERLUSCONI

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - LA “DITTA FERRAGNEZ” È SCOPPIATA DEFINITIVAMENTE CON L’ADDIO DI FEDEZ ALLE TETTINE CONIUGALI DI CHIARA. UN “TRASLOCO” CHE PARE SIA STATO ALLIETATO DA UN DURISSIMO LITIGIO TRA I NOSTRI EROI CADUTI DALL’OLIMPO DIGITALE. UNA PAROLA TIRA UNA PAROLACCIA, FINCHÉ SI È ARRIVATI A UN CLASSICO DI OGNI FINE MATRIMONIO: IL RINFACCIO DI GELOSIE E TRADIMENTI - UNA VOLTA TORNATO A CASA DELLA MAMMINA, IL FEDEZZONE È TORNATO MASCHIO ALFA. ED E’ SUBITO SCOPPIATA UNA RISSA CON NASKA, UN ROCKER BONAZZO IN MODALITÀ MANESKIN - IL 'CAOS BELLI' DI TANTO FERVORE MUSCOLOIDE DEL RAPPER DEFERRAGNIZZATO NEI CONFRONTI DEL BALDO NASKA E' SINTETIZZATO DA FABRIZIO CORONA IN UNA FRASE SIBILLINA: “A QUANTO PARE, I SUOI FIGLI”. OHIBO', CHE C’ENTRA NASKA CON LA FERRAGNI? AH, SAPERLO…

DAGOREPORT – CHE CONFUSIONE, SARÀ PERCHÉ VOTIAMO: LE EUROPEE DEL 9 GIUGNO METTONO IN CAMPO DUE SCHIERAMENTI: URSULA & GIORGIA CONTRO MACRON & SCHOLZ - SE LE DUE BIONDE SI FANNO BELLE IN EGITTO CON 7,4 MILIARDI SGANCIATI DALL'UNIONE EUROPEA, I MASCHIETTI FANNO FUORI LE DUE MERKEL IMMAGINARIE, CHIAMANO IL POLACCO TUSK E DANNO VITA AL "TRIANGOLO DI WEIMAR" PER FRONTEGGIARE LA GUERRA UCRAINA - IL DOPPIO GIOCO DELLA DUCETTA: SPINGE URSULA MA TIENE IN CALDO LA MALTESE METSOLA – OSTACOLI PER DRAGHI - IL MESSAGGIO “IN CODICE” DI MACRON SULL’INVIO DI SOLDATI IN UCRAINA E LE PAROLE AL VENTO DI CROSETTO…

DAGOREPORT – L'ENNESIMO BLUFF DELLA MELONA SI CHIAMA UCRAINA: IL SUO SOSTEGNO E' SOLO UN RIDANCIANO ''CONFORTO VOCALE” COL SOLITO CONTORNO DI SMORFIE E OCCHIONI SBATTUTI A QUELL'ANIMA IN PENA DI ZELENSKY - LA PROVA? A BERLINO, OGGI, SI SONO RIUNITI I LEADER CHE DECIDONO DAVVERO LA STRATEGIA EUROPEA PER SOSTENERE CON ARMI E MEZZI L'UCRAINA: IL FRANCESE MACRON, IL TEDESCO SCHOLZ E IL POLACCO TUSK. E L'ITALIA? NON RIUSCENDO A TRASFORMARE IL BLA-BLA DELLA MELONA NÉ IN SOLDI NÉ IN ARMI, NON CONTA UN CAZZO E STA A CASA - COSI' MENTRE OGGI SI RIUNIVA IL COSIDDETTO "TRIANGOLO DI WEIMAR", SAPETE DOV'ERA L'UNDERDOG DE' NOANTRI? A CIANCIARE SU UN ALTRO SUO POLVERONE: QUEL FANTOMATICO "PIANO MATTEI" CHE FINIRA' CON L'INAUGURAZIONE DI UNA BELLA POMPA DI BENZINA A TUNISI (SE VA BENE...)