“CON L’UE SI VA VERSO UN COMPROMESSO CHE FARÀ VINCERE TUTTI”, L' OTTIMISMO DI LEGA E M5S 'CONDANNATI' A STARE INSIEME NONOSTANTE SI SOPPORTINO SEMPRE MENO – SALVINI: "È NATALE, JUNCKER SIA BUONO" - ECCO COSA C’ERA DIETRO L’ATTACCO DI GIORGETTI AL M5S ("UN MONDO DI PAZZI")

-

Condividi questo articolo


Francesco Verderami per il Corriere della Sera

 

matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

Il «governo del cambiamento» si è distinto finora solo per aver cambiato la manovra, sul resto si muove come i governi precedenti: in Europa vota direttive all' apparenza indigeribili per una coalizione sovranista-populista; in Italia fa votare il Parlamento a colpi di fiducia. Malgrado contraddizioni e retromarce, nonostante si sopportino sempre meno, grillini e leghisti sono per il momento condannati a stare insieme.

 

Il primo a saperlo è Giorgetti, che la scorsa settimana ha affondato il colpo contro M5S senza nemmeno avvertire Salvini: a farlo infuriare era stato l' ennesimo sgarbo subìto dagli alleati, un taglio alla proroga sul gioco d' azzardo che penalizza le società dilettantistiche sportive, a cui il sottosegretario alla Presidenza tiene. «È un mondo di pazzi», ha risposto a un leghista di governo che gli aveva scritto per la ricorrenza del suo compleanno.

 

conte salvini di maio conte salvini di maio

Ma con quel «mondo» dovrà avere ancora a che fare, sebbene non sia facile assistere alla trattativa sulla legge di Stabilità senza dire «io l' avevo detto». Ché poi è la stessa condizione del collega grillino Buffagni, inascoltato mentre Di Maio festeggiava sul balcone di Palazzo Chigi. Ora l' esecutivo - per ammissione di un suo autorevole esponente - «è costretto a fare quanto avrebbe dovuto già fare», e si trova «a qualche milione dall' accordo» con la Commissione, che sta analizzando i conti di Conte come una società di revisione alle prese col bilancio di un' azienda a rischio.

 

E nonostante Salvini e Di Maio sostengano che «i numerini» non si toccheranno più, c' è chi - nel Carroccio - ripete da giorni che «lo zero virgola zero quattro è il margine ulteriore di trattativa» che palazzo Chigi si è dato per chiudere l' intesa con Bruxelles. L' accordo prevedeva anche che la manovra venisse votata almeno da un ramo del Parlamento prima di ricevere il via libera dell' Europa: siccome il negoziato si è dilungato, la Commissione rinvierà il giudizio a gennaio.

SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

È un modo per tenere sotto osservazione l' esecutivo, dove si scommette che «alla fine non ci verrà comminata la procedura d' infrazione e ci beccheremo solo una raccomandazione».

 

Insomma, si respira un clima d' ottimismo, accreditato anche da Salvini: «È Natale, Juncker sia buono». E la sensazione - espressa da un sottosegretario leghista - è che al dunque si arriverà a un «compromesso all' italiana, dove tutti potranno dire di aver vinto». È vero che Juncker ha spiegato al governo di «non avere intenzione di aprire un contenzioso». Tuttavia - a un passo dall' intesa - tra i ministri più esperti di questioni comunitarie c' è chi trattiene il fiato in attesa di capire come reagiranno i falchi dei paesi del Nord Europa.

 

In attesa resta anche il Senato, dove non si sa ancora quale manovra votare: in altre epoche l' attuale situazione avrebbe preannunciato l' avvento di un altro governo. Il punto è che non esistono oggi altre maggioranze in Parlamento, e che tanto Di Maio quanto Salvini non possono né vogliono rompere: il primo perché non ha alternative, il secondo perché non gradisce l' alternativa di un gabinetto con Berlusconi e un gruppetto di fuoriusciti camuffati da «responsabili». È lo stallo a produrre la stabilità che il Colle tende a preservare attraverso un canale diretto e privilegiato con il premier.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

 

Ma è una calma apparente in vista del 2019, quando si dovranno declinare in norme i due provvedimenti bandiera di M5S e Lega, quando si dovrà decidere della Tav e delle autonomie regionali, quando ci sarà la competition per le Europee. E si vedrà se sarà solo una sfida giocata sul terreno politico, perché ieri Salvini è stato sibillino parlando di giustizia: intervistato da «Quarta Repubblica», ha detto infatti che «la stragrande maggioranza dei magistrati tiene la politica fuori dai tribunali. Ma c' è qualcuno che resta ancorato ai vecchi schemi e pensa di usare la toga per fare quello che gli italiani non hanno fatto in cabina elettorale». Torna il ticchettio?

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria DI MAIO SALVINI DI MAIO SALVINI SALVINI DI MAIO SALVINI DI MAIO matteo salvini luigi di maio matteo salvini luigi di maio

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...