blog delle stelle - il riferimento al terrorismo

“SIAMO SOTTO ATTACCO MA NON CEDIAMO AL TERRORISMO” - UN POST DEL “BLOG DELLE STELLE”, ORGANO UFFICIALE DEL M5S, FA INCAZZARE LE OPPOSIZIONI E COSTRINGE ALLE SCUSE LA MAGGIORANZA - FICO PRENDE LE DISTANZE, DI MAIO IMBUFALITO CON IL RESPONSABILE EDITORIALE DEL SITO, PIETRO DETTORI, VICINISSIMO A DAVIDE CASALEGGIO - MA QUEL POST NON E’ OPERA SUA E ALLORA…

1 - «TERRORISMO CONTRO DI NOI» IL BLOG 5 STELLE SCATENA LA BAGARRE

Al.T. per “il Corriere della Sera”

BLOG DELLE STELLE - IL RIFERIMENTO AL TERRORISMO

 

Le prime agenzie escono con i segni grafici dell' urgenza che segnalano un' ultima notizia particolarmente rilevante e titolano: «M5S, siamo sotto attacco ma non cediamo al terrorismo». Passano pochi minuti e in Aula si scatena la bagarre. Il post del Blog delle Stelle, organo ufficiale del Movimento, fa insorgere le opposizioni e imbarazza la maggioranza. Il presidente della Camera Roberto Fico prende le distanze e il post dopo qualche ora sparisce dal blog.

 

Una giornata di proteste, cominciata con la pubblicazione di un comunicato che poteva essere uno dei tanti, con accuse all' opposizione. Ma l' uso di alcuni termini, e di toni decisamente drammatici, fa sobbalzare più di uno sulla sedia. L'incipit, con tanto di maiuscole, dà la misura del pericolo evocato e della forza della contro offensiva: «Siamo sotto attacco. Il Governo, la Manovra del Popolo. La Democrazia è sotto attacco. È in corso una delle più violente offensive nei confronti della volontà popolare perpetrata in 70 anni di storia repubblicana».

 

roberto fico

E ancora: «C'è un vero e proprio terrorismo mediatico e psicologico da parte di grandi lobby, poteri forti e comitati d' affari». Il primo ad accorgersene e a intervenire in Aula è Federico Fornaro, capogruppo di Leu. Ma dopo di lui intervengono in molti, fuori e dentro l'aula di Montecitorio. L'ex segretario del Partito democratico Matteo Renzi attacca via social: «Oggi i 5 Stelle dicono che noi siamo terroristi e che la democrazia è sotto attacco. Se questo è il livello, nel 2019 dovremo trovare degli ottimi specialisti. Questi signori vanno aiutati, non stanno bene».

 

mara carfagna alessandro ruben (1)

Interviene anche da Forza Italia Mara Carfagna, vicepresidente della Camera: «È gravissimo e aberrante paragonare l'attività delle opposizioni all' attività terroristica». Per Mariastella Gelmini, i 5 Stelle sono «cialtroni, che non conoscono il significato della parola terrorismo». E Maurizio Gasparri parla di «linguaggio violento e irresponsabile. I grillini sono l'Italia peggiore, sono un pericolo per il nostro Paese».

 

Dura anche la deputata dem Debora Serracchiani: «Calunnia, calunnia, qualcosa resterà. I 5 Stelle sono abilissimi a falsificare la realtà. Questo post, compresa la successiva cancellazione, non deve sorprendere, fa parte del loro metodo di costruzione del consenso, che prevede la sindrome dell' accerchiamento e della demonizzazione del nemico».

toti mulè

 

Anche i 5 Stelle si rendono conto del boomerang e così il post viene rimosso dal blog. Il presidente della Camera Roberto Fico, nel frattempo, aveva preso pubblicamente le distanze dai toni usati: «Da presidente della Camera vi dico che la democrazia non è sotto attacco, che le opposizioni stanno facendo il loro lavoro, è loro diritto opporsi alla legge di bilancio e non c'è alcuna lobby». Parole chiare che indicano una presa di distanza dal blog e da chi ha scritto quelle parole. Ma la polemica prosegue. Giorgio Mulè, di Forza Italia: «Vergognatevi, in quel post si parla di pizzini. I pizzini li mandano i mafiosi e in quest'Aula non entrerà mai quest'espressione, offensiva delle istituzioni. Ve la dovete rimangiare».

 

2 - LA MOSSA SUL SITO CHE FA CAPO A CASALEGGIO L' IRA DI DI MAIO: CHE VI SALTA IN MENTE?

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

emilio carelli

Il più agitato è Emilio Carelli, che è deputato dei 5 Stelle ma ha una vita di giornalismo di rango alle spalle e conosce bene il significato delle parole: «Sono intervenuto perché è stato strumentalizzato il post del blog. Si parlava di terrorismo mediatico non di terrorismo. Detto questo, è stato un errore. Non si può, dai, così prestiamo il fianco agli attacchi delle opposizioni».

 

Che quel post apparso improvvisamente sul Blog delle Stelle sia stato un erroraccio se n'è accorto subito anche Luigi Di Maio. Ed è stato lui a intervenire con forza, cercando di capire come era nato e ordinandone la rimozione immediata. «Ma cosa vi è venuto in mente?», ha chiesto imbufalito ai responsabili del sito.

 

PIETRO DETTORI

Non già perché indignato dal tono usato, e dalle azzardate evocazioni di «attacchi alla democrazia» e «terrorismi mediatici». Quanto per la consapevolezza dell' inopportunità di un testo che ha offerto un' arma in più all'opposizione per drammatizzare la situazione politica e accusare i 5 Stelle di alimentare un clima di tensione.

 

Il Blog delle Stelle esiste dal 2016 e ha preso il posto del blog di Grillo, traslocato altrove. Il responsabile editoriale è Pietro Dettori, vicinissimo a Davide Casaleggio. Non a caso Dettori è uno dei soci di Rousseau, associazione presieduta da Casaleggio, che di fatto si occupa del Blog delle Stelle, sito ufficiale del Movimento 5 Stelle. L' incarico a Dettori, arrivato pochi mesi fa a Roma, è stato anche un modo per avere un uomo all' Avana, nel senso di mandare nella stanza delle decisioni un uomo fidato. Dettori ha l'ufficio a Palazzo Chigi, dove lavora a stretto contatto con Luigi Di Maio.

 

Eppure, dicono, in queste ore il responsabile editoriale del Blog si trova in Sardegna. E dunque non sarebbe lui ad avere vistato il post, non visionato neppure da Di Maio.

RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA

La comunicazione, con la longa manus di Casaleggio, rappresenta un'arma vincente ma anche a doppio taglio.

 

Non a caso lo stesso premier Giuseppe Conte, neofita del Movimento, si è lasciato scappare: «Alla fine rischiano di ostacolarci, invece di aiutarci». E la natura ibrida del Movimento, nato a Milano con Casaleggio e a Genova con Grillo, poi radicatosi a Roma in Parlamento, non aiuta a lavorare sempre nella stessa direzione.

 

Non che il premier non inciampi in questioni di comunicazioni. La battuta pronunciata durante la conferenza stampa di fine anno sull' Avaro di Molière e i pensionati non è stata felicissima, come ammette a denti stretti all'uscita dalla Camera, dopo il varo della manovra: «Un autogol? Può darsi, ma io non intendevo paragonare i pensionati agli avari. Volevo dire che chiunque si accorgerebbe che la differenza della mancata indicizzazione è di pochi euro. Avete fatto bene i conti?». Conte si gode il varo della manovra: «Ora mi prendo due giorni di ferie. Video messaggi di fine anno? No, io non ne faccio, sono sobrio».

conferenza stampa di fine anno di giuseppe conte 7

 

Un po' meno sobri sono il resto dei componenti della coalizione, che si preparano a bombardare gli italiani. Ci sarà il consueto «discorso all'umanità» di Beppe Grillo, ma quest'anno ce ne saranno altri due, oltre a quello del presidente della Repubblica: Matteo Salvini parlerà subito dopo il Quirinale. E un video sarà fatto anche da Di Maio insieme ad Alessandro Di Battista. Anche se il vicepremier ha spiegato che «probabilmente lo faremo il 1 gennaio».

 

Troppa carne al fuoco, si rischia di non ottenere l'attenzione dovuta. Comunque sia, i due da oggi dovrebbero lavorare alle prossime tappe che li vedranno impegnati in un tour europeo. E dovrebbero andare insieme in una località turistica di montagna. C'è chi dice in Abruzzo, chi nelle Dolomiti.

DANILO TONINELLI

 

A Di Battista sarebbero stati offerti alcuni incarichi, da sottosegretario a Palazzo Chigi a potenziale commissario europeo. Ma lui fa sapere di non volere posti. Quanto ai rimpasti, dopo le indiscrezioni su possibili cambi (tra i quali la sostituzione alle Infrastrutture di Danilo Toninelli, «rischio perché do fastidio», con Riccardo Fraccaro), dal Movimento arrivano smentite. Si vedrà.

Ultimi Dagoreport

jackie kennedy e gianni agnelli a ravello nel 1962

JOHN KENNEDY E’ STATO IL PIÙ INFEDELE PUTTANIERE DEL XX SECOLO MA SUA MOGLIE JACQUELINE S’ATTACCAVA COME UN’IDROVORA A OGNI AUGELLO A PORTATA DI MANO (DAI DUE COGNATI ROBERT E TED PASSANDO PER SINATRA, BEATTY, MARLON BRANDO E VIA CHIAVANDO) - L’8 AGOSTO 1962, TRE GIORNI DOPO LA MORTE DI MARYLIN MONROE, JACKIE (INCAZZATA PER LE INDISCREZIONI SULLA LIAISON TRA IL MARITO E L’ATTRICE) RAGGIUNSE RAVELLO, SULLA COSTIERA AMALFITANA: FU ACCOLTA COME UNA REGINA DALL’ALLUPATISSIMO GIANNI AGNELLI – PER JACKIE, RAVELLO FECE RIMA CON PISELLO E LA VACANZA DIVENNE UN’ALCOVA ROVENTE (“LA VACANZA PIÙ BELLA DELLA SUA VITA”, RIPETEVA) AL PUNTO DA TRATTENERSI PIU’ DEL PREVISTO FINCHÉ NON PIOMBARONO 007 AMERICANI A PRELEVARLA COME UN ALMASRI QUALUNQUE PER RIPORTARLA A WASHINGTON DAL MARITO CORNUTO E INCAZZATO - LA VORACE JACKIE IMPARÒ A FARE BENE I POMPINI GRAZIE ALL'ATTORE WILLIAM HOLDEN: “ALL'INIZIO ERA RILUTTANTE, MA UNA VOLTA PRESO IL RITMO, NON SI FERMAVA PIÙ” –PER RIPICCA CI FU ANCHE UNA LIASON MARELLA AGNELLI-JOHN KENNEDY (CONFIDENZA DI INFORMATISSIMA SOCIALITE) - VIDEO

edmondo cirielli maria rosaria campitiello paolo di maio

“INUTILE FRUSTARE UN CIUCCIO MORTO, CAMBIA SPACCIATORE” – A PARLARE NON È UN HATER ANONIMO MA UN VICEMINISTRO DELLA REPUBBLICA: EDMONDO CIRIELLI, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D'ITALIA E NUMERO DUE DI TAJANI AGLI ESTERI, CHE SBROCCA SU FACEBOOK E INSULTA IL SINDACO DI NOCERA INFERIORE, PAOLO DI MAIO – A FAR ANDARE FUORI GIRI CIRIELLI È STATO UN POST DEL PRIMO CITTADINO SU ALCUNI INCARICHI DELLA COMPAGNA AL MINISTERO DELLA SALUTE, MARIA ROSARIA CAMPITIELLO – LA VIOLENTISSIMA REPRIMENDA DI CIRIELLI: “NELLA VITA PRIVATA NON HAI MAI FATTO NIENTE DI BUONO" - COME MAI CIRIELLI SE L’È PRESA COSÌ TANTO? FORSE SENTE LA SUA CANDIDATURA A GOVERNATORE DELLA CAMPANIA CHE SI ALLONTANA? O TEME UNA SCONFITTA BRUCIANTE, ASSAI PROBABILE SE IL CENTROSINISTRA RITROVA L’UNITÀ?

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...