“LA VERITA’” NON MOLLA L'OSSO DI PAPA’ BOSCHI: “FONDO DI 6 MILIARDI DI EURO IN HONDURAS”. IL DOCUMENTO IN MANO AI PM SEMBRA UN FALSO, EPPURE NON E' STATA CESTINATO DAGLI INVESTIGATORI - E' STATO TROVATO NEL TABLET DI UN FACCENDIERE COLLEGATO A FLAVIO CARBONI. ECCO COME LO SPIEGA...

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Giacomo Amadori per “la Verità”

 

Nella già intricata vicenda del fallimento di Banca Etruria mancava solo la storia di uno strano programma di investimenti intestato a Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, con annotata la cifra monstre di 6 miliardi di euro da sbloccare, probabilmente, in Honduras. La notizia potrebbe far pensare immediatamente a una fake news, ma ad Arezzo quel documento non è stato cestinato dagli investigatori, perché è stato rinvenuto nel tablet di un noto faccendiere, Giuliano Michelucci, collegato ad altri del calibro di Flavio Carboni e Valeriano Mureddu.

 

ACCORDO TRA PIER LUIGI BOSCHI E LA ZETA GLOBAL ACCORDO TRA PIER LUIGI BOSCHI E LA ZETA GLOBAL

Perché questa compagnia di giro alla vigilia di Natale del 2015 aveva deciso di mettere a punto un contratto di questo tipo, intestato al padre dell' allora ministra delle Riforme? Volevano raggirare una banca offrendo come garante un nome di tale spessore oppure stavano preparando una polpetta avvelenata da utilizzare a chissà quale fine, magari estorsivo? La Procura toscana, per ora, non ha trovato una risposta, ma sono evidenti quante e quali ricadute negative abbia avuto per Boschi senior la frequentazione di certe cattive compagnie.

 

Lo spunto di chi ha ideato questo documento è stato un fatto vero. Un viaggio di Pier Luigi Boschi in Honduras alla ricerca di affari. Nel 2012 affrontò la traversata con l' allora presidente di banca Etruria Giuseppe Fornasari. I due incontrarono un ex direttore di filiale di Bpel che si era lanciato nel commercio dei preziosi ed era diventato socio di un' azienda operante nel settore oro e metalli in Centramerica. Uno dei settori in cui era impegnata la banca aretina era proprio quello del metallo giallo: nel 2015 una società orafa legata all' istituto è stata coinvolta in una grossa frode.

 

Nel 2014 Boschi senior diventa padre di una ministra e la sua carriera ha un' immediata impennata. Nel maggio 2014 diventa vicepresidente dell' istituto, ma invece di aumentare la prudenza diventa più spregiudicato, e si rivolge a massoni e faccendieri per risolvere i problemi dell' istituto. Uno dei personaggi che muovono le fila sullo sfondo è l' avvocato svizzero Pier Francesco Campana, gran collezionista di disavventure giudiziarie e imputato (e recentemente prosciolto) ad Arezzo per il colossale crac dell' Eutelia.

pierluigi boschi pierluigi boschi

 

Campana è colui che, con l' aiuto di un altro faccendiere, Michelucci, spedisce un oscuro pakistano dentro all' ufficio di Boschi senior, spacciandolo come emissario di un emiro. E nello studio di Campana a Chiasso passano un avvocato romano e un ingegnere milanese con la passione del trading finanziario. Una strana coppia che nel dicembre 2015 prova a mettere a punto il programma intestato a Boschi.

 

Un documento che puzza di bruciato sin dalla prima riga. In questo presunto «Accordo commerciale principale» non appaiono firme né dati sensibili di Boschi senior, si legge solo questo codice di transazione : «Boschi/6B/Italy/Zeta/08052015». Si tratta di una bozza di un contratto tra un trader finanziario e un investitore, nel nostro caso un Pier Luigi Boschi che ha eletto domicilio in piazza Indipendenza a Chiasso, in Svizzera, a poca distanza dallo studio dell' avvocato Campana.

 

giuseppe fornasari giuseppe fornasari

Nel contratto si legge che l' investitore si dichiara desideroso di trasferire 6 miliardi di euro utilizzando un conto che potrebbe trovarsi in Honduras. Il trader promette di iniziare a investire «la prima tranche» di 6 miliardi utilizzando un' agenzia ungherese della banca Raiffeisen. Il 50 per cento dei guadagni del presunto investitore e la conferma virtuale dei flussi (tecnicamente «swift») dovranno passare dal Centramerica.

 

La strada è tortuosa: Raiffeisen è un istituto svizzero, Boschi è domiciliato a Chiasso e dovrebbe far arrivare uno swift da 6 miliardi in Ungheria passando dall' Honduras. «Questo tipo di contratti sono spesso delle bufale e vengono presentati per cercare di farsi dare una linea di credito da qualche istituto di bancario poco "avveduto"», commenta Guido Beltrame, esperto di operazioni finanziarie internazionali. Il professionista, che ritiene il documento intestato a Boschi molto approssimativo, aggiunge: «Da anni, ormai, la maggior parte delle banche europee rifuggono questo tipo di operazioni salvo che non siano conniventi».

 

chiasso chiasso

La carta del contratto è intestata alla Zeta global clear limited di Hatfield, una cittadina nel sud dell' Inghilterra. Nel documento compaiono nomi e società, soprattutto ungheresi, di cui gli investigatori hanno verificato l' esistenza attraverso fonti aperte e apposite banche dati. È anche indicato l' Iban del conto aperto a Budapest presso la Raiffeisen bank. Ma gli inquirenti non hanno disposto nessuna rogatoria per aver maggiori informazioni o chiedere delucidazioni ai personaggi citati nel documento. Nemmeno a Boschi.

 

FLAVIO CARBONI FLAVIO CARBONI

In questo modo gli approfondimenti necessari per verificare l' eventuale esistenza dei fondi esteri evocati nel contratto sono finiti su un binario morto. E al momento non risulta esserci nessuna iscrizione sul registro degli indagati. Nel fascicolo si trovano i verbali dei due principali testimoni e poco altro. L' ingegner Lorenzo C. e l' avvocato Marcello C. agli investigatori hanno dato versioni un po' fumose.

 

Il legale ha sostenuto di aver conosciuto l' ingegnere come trader esperto in transazioni finanziarie per importanti clienti internazionali. Lorenzo C. ha raccontato di essere stato chiamato a Roma dai vertici della Banca Etruria per dare una mano. L' ingegnere è stato ancora più vago. Ha detto che l' avvocato gli è stato presentato da terze persone, senza però ricordare altri dettagli. Un punto di contatto certo tra i due esiste: entrambi nelle scorse settimane hanno ammesso con La Verità di aver frequentato lo studio del controverso avvocato Campana.

VALERIANO MUREDDU VALERIANO MUREDDU

 

L' ingegnere ha spiegato che, per compilare il documento in questione ha telefonato a una persona di cui dice di non ricordare il nome, che gli fornì i riferimenti di Pier Luigi Boschi, la cifra di 6 miliardi di euro e il Paese da indicarvi, appunto l' Honduras. La bozza compilata è stata poi inviata a Marcello C.. Lo stesso ingegnere ha assicurato però di non conoscere il signor Boschi. Con il nostro giornale, l' uomo non si dà pace: «Perché avrebbero dovuto farmi compilare un documento per un' operazione inesistente?». Una domanda a cui forse non avremo mai una risposta. 

 

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