torino - manifestazione a favore della tav

“VOGLIAMO IL REFERENDUM SULLA TAV” - A TORINO ANCHE LA SECONDA MANIFESTAZIONE A FAVORE DELL'ALTA VELOCITÀ RIEMPIE LA PIAZZA - CITTADINI, INDUSTRIALI E SINDACI FANNO PRESSIONE SUL MOVIMENTO CINQUESTELLE: “METÀ DELLE CITTÀ VENETE IN QUESTI GIORNI È VIETATA PER SMOG. SPOSTARE LE MERCI DALLA STRADA ALLA FERROVIA VORREBBE DIRE ELIMINARE MIGLIAIA DI TIR E TONNELLATE DI INQUINANTI”

Lodovico Poletto e Andrea Rossi per “la Stampa”

 

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

L' Inno di Mameli cantato da tutta la piazza. I sindaci del Torinese e della Pianura Padana. La battuta del governatore ligure Toti: «Non diciamo "fatto", come farebbe Di Maio, ma questo è un buon passo in avanti». Era la battaglia di Torino. Oggi i 25 mila in piazza raccontano un' altra storia: quella del Nord del Paese che chiede le grandi opere. Non solo il tunnel tra Torino e Lione, ma ben di più.

 

Il 10 novembre non è stato una fiammata, la reazione istintiva a un atto ostile: il documento contro la Tav votato dal Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale. Quel giorno è nata un' onda pronta a mobilitarsi. Una riscossa civica che da Torino - dove è nata in opposizione alla sindaca Appendino - ha fatto un salto di qualità e ora abbraccia buona parte del Nord, l' Italia che produce ma ha paura. «Stiamo entrando in recessione» riflette Dario Gallina, leader degli industriali torinesi. «Non siamo nelle condizioni di perdere credibilità o di mettere ulteriormente a rischio la competitività del Paese». C' è, a differenza di due mesi fa,la politica: Lega, Forza Italia, Pd e Moderati.

Manca solo il M5S.

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

 

La reazione è diventata una rivolta, dai toni sempre civili ma nei fatti ostinata, contro la paura che sia l' Italia a fermarsi. O peggio, ad arretrare. Ecco perché in piazza ci sono imprese e forze produttive, amministratori di luoghi simbolici, come Monica Giuliano, sindaca di Vado Ligure, dove il prossimo anno entrerà in funzione un nuovo terminal portuale da 800 mila container: «Se si fermano le reti di collegamento è finita. Sostenere le infrastrutture significa consolidare un sistema di sviluppo che possa garantire occupazione stabile e qualificata».

 

L'Italia che rifiuta il declino ha anche il volto di Livio Ambrogio, titolare della più grande azienda di logistica intermodale italiana: 600 dipendenti e un fatturato di 75 milioni l' anno. «Mio padre l' ha fondata cinquant' anni fa a Candiolo, alle porte di Torino, ma se negli Anni 80 non avessimo aperto uno scalo a Gallarate, sfruttando i collegamenti con la Svizzera, avremmo chiuso da un pezzo.  A far passare le merci dal vecchio Frejus si lavora in perdita».

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

 

La ditta Ambrogio trasporta merci soprattutto verso il Belgio e la Spagna, ma non è la stessa cosa: «Usare il traforo del Frejus costa tre volte i tunnel svizzeri, perché lì posso far passare 2 mila tonnellate di merce per volta, qui 700. Se non ho chiuso lo scalo di Candiolo è solo perché l' ha costruito mio papà». «Tav subito», urla la piazza.

 

Lo dicono la gente comune e i sindaci che sono la voce di chi ha paura di restare tagliato fuori dagli assi di sviluppo. Hanno paura anche nel Veneto che cresce il doppio del resto d'Italia e sulla carta avrebbe meno motivi di guardare al futuro con preoccupazione. Germano Zanini, 50 anni, a capo di un'azienda con 30 dipendenti nel settore delle energie rinnovabili, ha fondato un comitato pro Tav a Verona: «Metà delle città venete in questi giorni è vietata per smog. Spostare le merci dalla strada alla ferrovia vorrebbe dire eliminare migliaia di Tir e tonnellate di inquinanti».

 

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

È l' Italia che si oppone alla paura di scoprirsi chiusa. Vale per i collegamenti delle merci e delle persone ma vale, più in generale, per l'idea di un Paese al centro di un disegno più grande e non isolato. Piazza Castello è disseminata di bandiere dell' Europa. Una sta sulle spalle di Andrea Borello, 19 anni: «Chi ha la mia età capisce l' importanza di questa infrastruttura, che rappresenta un ulteriore collegamento tra l' Italia e il resto dei paesi europei».

 

Non è l' unico sostenerlo, ma è certamente il più giovane. E le sue parole vanno al cuore dell' obiettivo di oggi: far arrivare a Roma un messaggio chiaro di una parte importante del Paese. In fondo, era un po' l' obiettivo che si erano prefissate le sette donne in arancione che hanno organizzato il primo e il secondo appuntamento Sì Tav dopo quindici anni di narrazione delle vicende dell' alta velocità affidate soltanto al popolo del No: «Siamo il territorio che parla a tutto il Paese».

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

 

Stavolta, però, la mobilitazione è più trasversale rispetto a due mesi fa. Le indiscrezioni sull' analisi costi-benefici sono state un assist insperato che ha chiamato in strada anche i più tiepidi. La scelta della Lega di schierarsi ha fatto il resto. «È comunque chiaro da sempre che le nostre posizioni su questo tema sono differenti da quelle dei nostri alleati di governo», spiega a fine mattinata il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari.

 

«Revisione vuol dire tagliare gli sprechi, non cancellare il progetto». E torna in ballo la questione dei referendum casomai non ci fossero possibilità di raggiungere un' intesa.

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

Ne parlano tutti, non è più un tabù. Sentire l' opinione del territorio è diventato un mantra. L' onda arancione non si tira indietro. Le "madamin" esultano: «Questo è già un referendum: abbiamo con noi quest' oggi più di cento primi cittadini che rappresentano almeno 4 milioni di persone.

 

E molti altri ancora si uniranno». Applausi, dalla piazza e dal mondo dell' imprenditoria. Applausi senza bandiere, perché in realtà le anime che oggi manifestano sono così tante che le bandiere sarebbero troppe. «A me basta che quest' opera sia fatta: non oggi, non domani, ma che si faccia. Che ci sia un impegno e che si parta», dice Mino Giachino, attore comprimario, con le donne "Sì Tav", di questa giornata.

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

 

Il resto sono gli slogan. E le canzoni ai megafoni. Sono i sindaci con e senza fascia e la gente normale come Gianni Milanesio, ex ferroviere sulla Torino-Modane: «Senza la Tav non si porta merce dall' altra parte. Costa troppo. La linea è vecchia. E c' è troppo spreco di energie».

TORINO - MANIFESTAZIONE A FAVORE DELLA TAV

Ultimi Dagoreport

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin valery zaluzhny

DAGOREPORT - ZELENSKY, FINITO NELLA TENAGLIA PUTIN-TRUMP E SOSTENUTO SOLO PARZIALMENTE DA UNA UNIONE EUROPEA BALCANIZZATA, CERCA LA MOSSA DEL CAVALLO PER SPARIGLIARE LE CARTE E SALVARE IL SALVABILE: PORTARE L’UCRAINA A ELEZIONI NEL GIRO DI 2-3 MESI. SAREBBE UNA VITTORIA DI PUTIN, CHE HA SEMPRE CHIESTO DI RIMUOVERE IL PRESIDENTE (DEFINITO “DROGATO”, “TOSSICOMANE”, “MENDICANTE”). IN CAMBIO “MAD VLAD” DOVREBBE ACCONSENTIRE A UNA TREGUA PER PERMETTERE IL VOTO, SOTTO ATTENTO CONTROLLO DEGLI OSSERVATORI OCSE – IN POLE POSITION L’EX CAPO DI STATO MAGGIORE, VALERY ZALUZHNY. MA SIAMO SICURI CHE UN INTEGERRIMO GENERALE COME LUI SIA DISPOSTO A METTERE LA FACCIA SULLA RESA?