di maio salvini

“ZITTI E SORRIDETE” – L’ORDINE DI SALVINI AI SUOI PER EVITARE LO SCONTRO DOPO L’OFFENSIVA GIUSTIZIALISTA GRILLINA SUI FONDI DELLA LEGA. LE DUE FORZE DI MAGGIORANZA LITIGANO SU TUTTO: TAV, HEZBOLLAH, GIUSTIZIA, MA MATTEO NON HA NESSUN INTERESSE POLITICO A INTESTARSI UNA CRISI – IL SUO OBIETTIVO È ARRIVARE ALLE EUROPEE ASPETTANDO SULLA RIVA DEL FIUME

Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

 

matteo salvini luigi di maio

È il governo dei due mondi: quello reale, che in Europa rischia l' infrazione; e quello parallelo, che in Italia rischia l' implosione. Non passa giorno senza una polemica tra i due partiti di maggioranza, che si dividono platealmente su ogni tema: dalla costruzione della Tav alle gelosie per i rapporti con gli imprenditori, dalla gestione dei rifiuti a Roma (che evoca lo scontro sugli inceneritori) alle delicate questioni diplomatiche in Medio Oriente.

 

salvini e di maio murales by tvboy 2

Il bradisismo accompagna la gestione quotidiana di palazzo Chigi e ogni scossa sembra sempre preludere al Big-one . Questa è anche la sensazione nelle opposizioni. L' ha motivata Berlusconi la scorsa settimana, con la sua solita irruenza, l' ha ribadita ieri Gentiloni: l' ex premier, sempre cauto nelle esternazioni, ha dato «pochi mesi» di vita al governo, aggiungendo che a quel punto la crisi «passerà nelle mani del capo dello Stato».

 

SALVINI DI MAIO

«State zitti e sorridete», è invece la parola d' ordine che Salvini ha trasmesso da Gerusalemme ai suoi dirigenti: nessuno avrebbe dovuto rispondere all'«offensiva giustizialista» grillina, che ha alzato il tiro sull' inchiesta relativa ai fondi della Lega e ha chiesto chiarimenti all' alleato. L' insistenza con cui prima i capigruppo M5S, poi persino Di Maio, hanno messo nel mirino il segretario del Carroccio, in altre epoche avrebbe provocato la rottura della coalizione. Ma c' è un motivo se - ad ogni polemica - Salvini esorta i suoi a evitare «falli di reazione».

 

E anche ieri è stata rispettata la regola, sebbene in molti avrebbero voluto ricordare all' altro vicepremier il diverso trattamento riservato sulla vicenda che ha coinvolto il padre e lo ha riguardato personalmente .

CARTA IGIENICA SALVINI DI MAIO

 

Il ministro dell' Interno però non intende intestarsi una crisi, non ne ha interesse politico. Il suo obiettivo è arrivare alle Europee con l' attuale gabinetto, in modo da garantirsi due traguardi: assumere il ruolo di player nazionale, come capo del primo partito italiano, e rivendicare alla Lega la scelta del commissario che il governo dovrà indicare a Bruxelles. Per il Carroccio lo snodo dunque è giugno, ed è per allora che il titolare degli Interni - in base ai nuovi rapporti di forza - chiederebbe a suo vantaggio la revisione del «contratto» con i grillini.

 

matteo salvini giancarlo giorgetti

Il gioco è chiaro, il punto è se gli avversari hanno delle contromosse. Certo non Di Maio, secondo la Lega, che «ormai è disperato» e vede allargarsi nei Cinquestelle le crepe tra governisti e movimentisti. Da alcune settimane è stata poi individuata un' altra faglia: un' area di parlamentari che è autonoma rispetto ai due blocchi. Se così stanno le cose, se davvero «Di Maio è prigioniero» come evidenzia anche il democratico Delrio, allora il bradisismo politico della maggioranza ha un' altra natura. E forse ha ragione il capogruppo di M5S al Senato, Patuanelli, che giorni fa auspicava la «moratoria dei sondaggi»: «Andrebbero vietati fino a un mese dal voto».

 

SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

Lo stillicidio quotidiano - a suo giudizio - sarebbe quindi la conseguenza della competizione tra i due vicepremier, costantemente ingaggiati per un «like» in più sulla rete. Anche perché, finora, pur di evitare la crisi Di Maio e Salvini un compromesso l' hanno sempre raggiunto. «Sull' eco-tassa io e Matteo abbiamo già un accordo», ha raccontato il capo del Movimento: «La cancelleremo al Senato». Ma di qui a giugno il tragitto è lungo, e un passo falso aprirebbe la strada alla crisi: «In quel caso - secondo il leader del Carroccio - Mattarella non ci farebbe tornare a votare». Se la caduta del governo arrivasse però a giugno, dopo un successo nelle urne, Salvini potrebbe vantare un ruolo centrale nel sistema politico.

 

Perciò ha imposto ai suoi di «sorridere e star zitti». Bisognerà vedere fino a quando resisteranno. Sul territorio scalpitano e nel governo c' è chi - come Giorgetti - si è seduto sulla riva del fiume.

Giugno è lontano. E intanto c' è da portare a casa la manovra...

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…