LEGA-TELI! - LA PARABOLA DEI TRE ROBERTI: OGGI CASTELLI, CALDEROLI E MARONI FANNO A GARA A MENARE IL POVERO TROTA, MA IERI ERA TUTTO UN COMPLIMENTO PER IL “FIGLIO DEL CAPO” - CALDEROLI: “RENZO È LA FOTOCOPIA DEL PAPÀ” - CASTELLI NEL 2008: “TRA CINQUE ANNI RENZO POTREBBE ESSERE IL NUOVO LEADER DELLA LEGA NORD” - UDITE, UDITE: ANCHE IL BARBARO SOGNANTE BOBO MARONI ANDÒ A FARE CAMPAGNA PER IL TROTA! “UN RAGAZZO PREPARATO CHE HA SCELTO DI METTERSI IN GIOCO SCEGLIENDO LA STRADA MENO FACILE, NELLA LEGA CONTA IL LAVORO A PRESCINDERE DAL NOME”…

Paolo Campo per "Europa Quotidiano"

Adesso agitano la ramazza e chiedono che la pulizia sia profonda. Inflessibili su Renzo Bossi e Rosy Mauro per disarticolare il Cerchio magico stretto attorno a Umberto Bossi. Ma non è stato sempre così per i colonnelli della Lega, alle prese oggi con una turbolenta, drammatica guerra di successione (dopo che per anni è stato semmai il tema della "secessione" all'ordine del giorno nel Carroccio).

Roberto Calderoli, ad esempio, oggi uno dei tre reggenti di questa velenosa transizione, ha mostrato di apprezzare il gesto del figlio di Bossi di dare le dimissioni dall'incarico di consigliere regionale, «così facendo - ha ammesso grave l'ex-ministro al Tg4 - ha dato una mano a superare il momento di difficoltà in cui versa il movimento ».

Ma un annetto fa, in una intervista a Panorama, rivendicava, invece, di essere stato tra gli artefici della scelta di nominare il trota responsabile media della Lega: «È stato deciso da Roberto Maroni, Giancarlo Giorgetti, Rosy Mauro, i capigruppo di camera e senato e da me. Più Bossi. Ci voleva uno giovane e conosciuto. Renzo Bossi era l'uno e l'altro». All'insegna di una collegialità che oggi magari susciterà qualche imbarazzo tra i dirigenti leghisti.

E tornando indietro ai giorni della prima incoronazione del figlio del Senatùr, annunciata nel 2005 a Lugano con il ragazzo a sostenere il papà affacciato alla finestra dopo la malattia, Calderoli si mostrava tra i più entusiasti del passaggio di consegne simbolico tra padre ed erede: «Io e Maroni siamo vecchi, siamo della Lega della prima ora». 
«Noi dobbiamo lavorare per l'oggi e poi affidare il movimento a qualcuno che nel frattempo sta formandosi».

Che, detto da chi sette anni dopo si ritrova reggente del partito, è una profezia niente male. «Renzo è la fotocopia del papà. Quindi se lo facciamo crescere - aggiungeva l'ex ministro delle riforme - avremo un ottimo cavallo da corsa».
Un giudizio condiviso da un altro big leghista, Roberto Castelli, che, come Calderoli, nel 2005 non si sorprendeva affatto dell'investitura paterna per Renzo: «La Lega prima che un partito è un modo di essere, quindi è naturale che un padre voglia trasmettere i propri valori ai figli».

Qualche anno più tardi, nel settembre 2008, in una intervista al Riformista, l'ex-guardasigilli difendeva addirittura l'onnipresenza del giovane Bossi, perfino nei vertici politici con Silvio Berlusconi: «Spesso alle riunioni ci sono altre persone oltre ai segretari di partito, sarebbe paradossale che venga escluso il figlio del capo». Al quale Castelli pronosticava, un anno fa esatto, un radioso futuro politico ai microfoni di una trasmissione radiofonica: «Tra cinque anni Renzo potrebbe essere il nuovo leader della Lega nord; se tu hai un maestro come Umberto Bossi, e sei uno sveglio, in sette o otto anni si può diventare un buon politico».

Anche il terzo Roberto leghista, Maroni, oggi il più vigoroso nella richiesta di un repulisti implacabile, prima di diventare un "barbaro sognante", aveva difeso eccome la "Family". Quando, ad esempio, Panorama pubblicò lo scorso settembre un ritratto molto duro di Manuela Marrone, che per poco non provocava una crisi di governo, proprio l'allora ministro degli interni - stando almeno al racconto che ne fece all'epoca Calderoli - si sarebbe fatto sotto al presidente del consiglio Berlusconi su quella «gratuita carognata», restando in attesa di «risposte immediate e risolutive».

Una difesa d'ufficio, si potrà pensare. Ma pochi mesi prima, nel clima infuocato della campagna elettorale per le regionali, Maroni si era speso in prima persona per la candidatura del Trota a Brescia. Una discesa in campo con il paracadute, quella di Bossi junior, che fece storcere più di un naso nella città lombarda. Non quello dell'allora ministro che, parlando con il Corriere della Sera, citò il caso di Renzo come il «contrario del nepotismo».

Così sarebbe stato se avesse scelto il listino blindato, «invece - sottolineò Maroni - ha preferito andarsi a prendere i voti casa per casa».
Un coraggio che Bobo apprezzò di persona, andando a fare campagna elettorale a Brescia per il rampollo.
24 marzo 2010, conferenza stampa al caffé "I Macc de le ure" di piazza Duomo, Maroni in mezzo a benedire, Renzo alla sua sinistra, il presidente della Provincia Daniele Molgora a destra, presente in sala la regina della Camunia, Monica Rizzi, vicinissima al Trota e insider del Cerchio magico.

«Purtroppo non posso scrivere il nome Bossi sulla scheda, a casa mia - spiegava l'ex-ministro - se fossi qui, certo, il nome Bossi è una garanzia». E, per rafforzare il concetto, definiva il Trota - lo riporta la Padania - «un ragazzo preparato che ha scelto di mettersi in gioco scegliendo la strada meno facile. Nella Lega conta il lavoro a prescindere dal nome». In due anni le cose devono essere cambiate parecchio.

 

ROSI MAURO CON RENZO BOSSI jpegRENZO BOSSI - TROTA E ROSI MAURO6 calderoli castelli maroni 0018la moglie di Bossi Manuela MarroneMONICA RIZZI E IL TROTA

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...