“L’ESERCITO DI SILVIO” A DAGOSPIA: “SIAMO UN ESERCITO PRONTO A DIFENDERE IL NOSTRO CAPO NEI LIMITI DELLA LEGGE”

1 - LETTERA DI SIMONE FURLAN A DAGOSPIA
"Leggiamo su Dagospia articolo, scritto da altri, che tende a far pensare che dietro o a fianco della nostra iniziativa spontanea e dal basso, denominata Esercito di Silvio, ci sia qualcosa di diverso dallo spirito di puro affetto,stima, riconoscenza nei confronti del Presidente Berlusconi e della volontà di difenderlo in ogni ambito nei modi leciti che le leggi e la Costituzione consentono, difenderlo non fisicamente, a questo ci pensano le forze dell'ordine ed il suo sistema di sicurezza, ma difenderlo dal fango e dalla menzogna che in 20 anni gli è stata gettata addosso da una parte di magistrati secondo noi faziosi, da avversari politici incapaci di batterlo elettoralmente e da giornalisti invidiosi o al soldo dei suoi avversari.

Letto il pezzo su dagospia abbiamo deciso di chiedere ai responsabili della associazione indicata, di fornirci, se ritenevano, chiarimenti in merito a quanto scritto ben sapendo che la realtà è diversa e che questi signori operano in Italia solo nell'ambito della protezione civile ed abbiamo a titolo meramente cautelativo, tolto il loro simbolo dal sito, simbolo che potrà essere rimesso al suo posto non appena avremo ricevuto i chiarimenti formali richiesti.

Ribadiamo che l'Esercito di Silvio ripudia la violenza e le armi, è un esercito che difende i valori e le idee che caratterizzano il portato politico di Silvio Berlusconi e la sua persona.
E' un esercito pronto a difendere il nostro capo nei modi, nelle sedi, nei limiti della legge."
Simone Furlan, Esercito di Silvio

2 - SIMONE FURLAN: "SIAMO IL SUO FAN CLUB, POTRÀ USARCI COME VUOLE"
Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

Una mattina Simone Furlan, professione albergatore, guardandosi allo specchio si è autoproclamato fondatore dell' "Esercito di Silvio".

Comandante, è una missione impegnativa. Si sta allenando?
«Ma no! Guardi, lo chiamiamo esercito per darci una missione. È una provocazione. Siamo uno street team della politica. E gli street team si danno gerarchie militari. Berlusconi è il nostro Capo di Stato maggiore».

Scusi, ma cos'è uno street team?
«Un gruppo di fan che va in strada, tra la gente, per riavvicinarla al proprio idolo. È un modello che nasce negli Stati Uniti, lanciato dalle case discografiche per avvicinare alla base le band o le star come i Rolling Stone. È come un fan club».

Insomma, per lei Berlusconi è a metà strada tra un Capo di Stato maggiore e Mick Jagger...
«Beh, scusi, mi dica chi in Italia è più rock di Silvio?».

Lasciamo perdere. Piuttosto, come strutturerete l'esercito?
«Ci sono già 17 mila arruolati e i comandanti di reggimento, con gruppi di almeno tre persone. E poi ci saranno i generali, uno per Regione».

Non è che fa tutto questo per una candidatura?
«Se avessimo fatto tutto questo per una candidatura, avremmo sbagliato i tempi: c'è un governo che durerà anni. No, è solo affetto e stima per Berlusconi. Poi, visto che la struttura sta diventando molto bella - e che le adesioni sono una valanga sarà il Presidente a gestirla come crede. È a sua disposizione».

Faccia una promessa, si impegni a ritirarsi quando il Cavaliere lascerà la politica.
«No, perché ho nel mio intimo un sogno: Berlusconi dopo Berlusconi. Marina dopo Silvio. Lei è una grande Berlusconi».

È proprio innamorato. Se si fosse trovato a Milano, al Duomo, di fronte a quella statuetta?
«Mi sarei lanciato».

Ma voi volete davvero fare servizio d'ordine ai comizi?
«Tocca alle forze dell'ordine, ci mancherebbe. Noi cercheremo solo di essere tanti, come una cintura attorno alla manifestazione. Chiederemo - in modo non violento, pacifico e democratico - di lasciar svolgere i comizi. Non alzeremo mai le mani».

Mi dica un errore, almeno uno, dell'ex premier. Ruby?
«Errare è umano. Non posso dire che non abbia mai sbagliato. Se intercettassero altri politici, penso che troverebbero alcuni che hanno fatto festini. Ma io sono stato a casa di Berlusconi. È fuori dal mondo che abbia fatto cose simili».

Chi è l'avversario più pericoloso, per Berlusconi?
«Prima del 1994, Berlusconi era desiderato da tutti, destra e sinistra. Poi è diventato un grande criminale... La Procura di Milano è la più attiva».

Quindi Ilda Boccassini?
«Là c'è lei, ma non voglio dire che sia lei. Anche perché finora Silvio ha sempre trovato un "giudice a Berlino". Ma se lo condanneranno, noi resteremo al suo fianco ».

Fedeli fino alla fine. Un'ultima cosa: lei Berlusconi lo sente come un fratello, un padre, un nonno?
«Quando gli hanno fatto l'attentato al Duomo, sono stato male come avessero colpito mio padre».

3 - ECCO I 17 MILA SOLDATI DEL CAVALIERE L'ESERCITO DI SILVIO CONTRO I PM LA PRIMA ADUNATA IL 29 GIUGNO A ROMA
Carmelo Lopapa per "la Repubblica"


La prima adunata - trattandosi di esercito si chiama così - è imminente. Il 22 o il 29 giugno a Roma, non a caso: a cavallo della sentenza Ruby che per il comandante in capo (virtuale) dell'armata non promette nulla di buono. Si chiama Esercito di Silvio e fino a ieri sera contava già 17.075 «arruolati».

Tutti telematici, per ora, s'intende. Basta registrarsi al sito web e si diventa soldati. Ma i dodici promotori, quasi tutti imprenditori e professionisti settentrionali che campeggiano con foto sul sito, guidati dall'albergatore padovano Simone Furlan, si preparano a radicare il tutto sul territorio da Nord a Sud, investire ed essere operativi da qui a poche settimane. Ma per fare cose? Il cantiere sa molto di lista civica giovane e di lotta, se non di nuovo partito del presidente. Il richiamo alla Guerra dei Vent'anni nella dichiarazione di accesso
sembra proprio roba sua.

Del resto, è proprio di scomposizione del Pdl che Berlusconi sembra sia tornato a parlare in queste ore. Da venerdì sera e fino a oggi sono ospiti a Villa Certosa in Sardegna i "falchi" Verdini, Santanché e Capezzone. Discussione a 360 gradi sul quadro politico e sull'organizzazione del partito ora che i vertici sono approdati al governo.

«Non voglio contrapposizioni interne» ripete il Cavaliere. Ma ai suoi interlocutori non nasconde il nuovo progetto. Un «sole coi raggi», di cui il Pdl sempre più governativo e moderato costituirebbe solo una delle componenti. Affiancato da un'area laica con Bondi, Galan, Carfagna e Ravetto. Infine da un partito tutto suo, appunto. Giovane e di lotta. Pronto a seguirlo anche in caso di interdizione.

La dichiarazione di fede con cui si aderisce all'Esercito sembra uno scherzo: «Io sottoscritto dichiaro di volermi arruolare nell'Esercito di Silvio per difendere il presidente Berlusconi e combattere al suo fianco la Guerra dei Vent'anni. Dichiaro di riconoscermi in lui, nel suo pensiero, nei suoi ideali. E di essere pronto a partecipare a eventi o manifestazioni in suo supporto».

Lo scherzo finisce qui. Poi si fa sul serio. Età media tra i 19 e i 25 anni. Sono 516 i gruppi organizzati (o street team, come li chiamano loro) ad avere già sposato la causa, racconta soddisfatto Furlan, che un anno fa aveva formato a Padova Forza Insieme, associazione di professionisti impegnati nella difesa da banche e Equitalia, nemici giurati. A Palazzo Grazioli, spiega, è stata inviata solo un'informativa per comunicare l'avvio del progetto.

Poi, va da sé, chi tace acconsente. «No, il presidente non lo abbiamo sentito» giura Diego Volpe Pasini, anche lui tra i colonnelli, anzi, come preferisce, «ufficiale ma di basso rango». Vecchia conoscenza del mondo berlusconiano, meno di un anno fa si era lanciato all'attacco di Alfano e della dirigenza Pdl quando sembrava che il Cavaliere stesse mollando il vecchio partito. «Esercito vuol dire moltitudine, siamo in tanti e animati dal medesimo spirito di corpo e di sacrificio per una causa giusta, ma non abbiamo nulla a che fare col mondo militare» premette l'imprenditore milanese.

«Solo, non vogliamo che si ripetano più episodi come quelli di Brescia o Udine, abbiamo offerto troppe volte la guancia, aggrediti da facinorosi nelle nostre manifestazioni: d'ora in poi saremo presenti ». Servizio d'ordine? «No, ci prenderebbero per fascisti. Ma avete presente la manifestazione dei colletti bianchi di Torino? Ecco, i moderati si sono stancati - continua Pasini - e adesso si faranno sentire al fianco del loro leader vittima di una persecuzione giudiziaria. Berlusconi deve sapere che l'affetto dei suoi elettori prescinde da quel che accadrà nei prossimi mesi nei processi».

Dunque, piazze, manifestazioni. Ma niente Tribunale di Milano, promette Furlan. Sarà piuttosto, è ancora Pasini a parlare, «una rete diffusa di persone disposte ad andare casa per casa per contattare tutti i nostri elettori e tanti altri, per ricordare quanto fatto dal presidente e la persecuzione di cui è vittima». Un po' truppe cammellate, un po' lista civica e apartitica dunque. «Nessun intento elettorale, ma noi seguiremo le indicazioni del presidente qualunque sia l'indicazione, lo voteremmo pure alla guida di "W Arcore" taglia corto Pasini.

Tra i promotori compare anche un diciottenne, si chiama Alessandro Bertoldi, è commissario Pdl a Bolzano, espressione di Michaela Biancofiore, non estranea al progetto. «È evidente che l'Esercito, i cui sponsor coincidono con gli ispiratori del sito Berlusconialquirinale.it, è una cellula formata in vista dell'eventuale ritorno a Forza Italia - spiega la sottosegretaria - Tutta gente che, come me, si identifica nel nostro leader prima che nel Pdl. Ed è pronta a seguirlo ovunque».

 

 

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