prostituzione a roma

LIBERA ZOCCOLA IN LIBERA STRADA – MARINO PENSA A MAXI-MULTE A CASA PER CHI VA CON LE PROSTITUTE MA IL GARANTE DELLA PRIVACY INSORGE – RUTELLI: ‘’IL COMUNE NON PUÒ METTERSI A ORGANIZZARE LA PROSTITUZIONE, SAREBBE REATO’’

giuseppe pecorarogiuseppe pecoraro

1. ROMA, LITE SULLE MULTE A CASA DEI CLIENTI

Giovanna Vitale per “la Repubblica

 

Di Rudy Giuliani, il sindaco repubblicano di New York che negli anni ‘90 dichiarò guerra alla criminalità di strada, Ignazio Marino ha ormai l’espressione beffarda, non ha solo mutuato la ricetta. «Tolleranza zero» contro le lucciole nei luoghi pubblici, ha invocato ieri il primo cittadino di Roma dagli schermi di Rainews24, così sponsorizzando l’istituzione all’Eur di una strada a luci rosse dove concentrare il fiorente mercato del sesso che all’ombra delle architetture razionaliste non ha mai conosciuto crisi.

 

Arrivando perfino a ipotizzare, per chi si ostinasse a praticare fuori dalle aree consentite, multe ai clienti da recapitare a casa, «in cui si dice chiaramente che la sanzione di 500 euro è legata al fatto che si intrattenevano con prostitute », ha specificato l’inquilino del Campidoglio. Un deterrente formidabile, ha lasciato intendere il sindaco, pur annegando la proposta fra mille “se” e altrettanti “forse”.

Antonello Soro Antonello Soro

 

Peccato però che «non si può fare», taglia corto il Garante della privacy. «A normativa vigente la notifica delle sanzioni, anche quelle amministrative, deve avvenire con modalità tali da garantire la riservatezza del destinatario, non deve rendere evidente la violazione commessa », spiega il presidente Antonello Soro. «Si tratta di una norma a carattere generale, che vale quindi per tutte le sanzioni. Per cui, se Marino volesse sancire un unico caso di evidenza della violazione, deve ottenere una norma specifica».

 

Eventualità che il capo dell’Authority si augura non venga presa neanche in considerazione: «Spero proprio che il Parlamento non condivida l’idea che bisogna utilizzare la gogna per scoraggiare la prostituzione », avverte. «Una gogna che a mio parere si ispira — e non aggiungo altro perché non rientra nelle mie competenze — più a un’esigenza di natura morale che a ragioni di reale prevenzione». È durissimo, il Garante: «La gogna appartiene a una visione un po’ medievale del contrasto di un fenomeno anche criminale».

 

andrea santoro e ignazio marinoandrea santoro e ignazio marino

Una bocciatura che fa il paio con quella del prefetto Giuseppe Pecoraro, che il minisindaco dell’Eur (Andrea Santoro) cui è venuta in mente l’idea della red zone, ha tentato invano di coinvolgere. «Tutta questa storia è una boutade», si è sfogato Pecoraro, «non ci sono riferimenti normativi, anzi una legge c’è: si chiama Merlin. Fare ciò che vorrebbe Marino senza un intervento del governo o del Parlamento è reato: è favoreggiamento della prostituzione».

 

Non è l’unico a nutrire forti perplessità. Nel Pd, il partito del sindaco, sono rimasti letteralmente senza parole: nessuno ne sapeva niente. «Ma non si può passare dal decentramento amministrativo dei municipi al federalismo sessuale », dà voce ai malumori il capogruppo dem Fabrizio Panecaldo. Di cui Marino è stato costretto a tenere conto, nelle sue dichiarazioni di ieri:

 

panecaldopanecaldo

«Bisogna proteggere la famiglia con i suoi valori, dare la possibilità alle persone di poter usufruire di un parco, di una strada, senza trovarsi a dover dare spiegazioni ai propri figli sulla presenza delle prostitute », si è infatti giustificato, invocando la necessità di «una maggiore presenza delle forze dell’ordine ».

matteo orfinimatteo orfini

 

Parole utili a lenire, ma non a fermare la rivolta nel Pd. Tant’è che un furibondo Matteo Orfini, commissario della federazione romana, convocherà in settimana un vertice con tutti i protagonisti della vicenda «per sollecitare una riflessione più approfondita». E, a giudicare dalle reazioni, una decisa marcia indietro. Che oggi verrà chiesta a gran voce dalle parlamentari dem, prima firmataria la renziana Lorenza Bonaccorsi, in una lettera aperta al sindaco, al minisidaco Santoro e all’assessora Cattoi.

 

 

2. RUTELLI: “IO, RESIDENTE ALL’EUR, DICO NO AL QUARTIERE A LUCI ROSSE”

Giovanna Vitale per “la Repubblica - Roma

 

I TRE SINDACI RUTELLI VELTRONI MARINO AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE I TRE SINDACI RUTELLI VELTRONI MARINO AL FUNERALE LAICO DI ARNOLDO FOA FOTO LAPRESSE

«LENIN nel 1915 lanciò il socialismo in un solo paese, adesso qua si propone di legalizzare la prostituzione, ma in un solo municipio », ironizza Francesco Rutelli. «Serve una legge per fare queste cose e oggi la legge lo proibisce». L’ex sindaco, già vicepremier e inquilino illustre dell’Eur è a dir poco scettico sull’istituzione di una strada a luci rosse nel suo quartiere.

 

Perché è contrario onorevole Rutelli?

«In Italia la prostituzione è lecita ma è illecito favorirla e non c’è dubbio che in questo caso si organizzerebbe una sorta di mercato del sesso. Il che mi pare un’idea bislacca da parte di un’amministrazione pubblica. Non si capisce perché si dovrebbe considerare degno di tutela il diritto di sfruttare il corpo delle persone. Il fenomeno, com’è noto, affonda nella notte dei tempi, ma non spetta alle istituzioni gestirlo».

Francesco Rutelli Francesco Rutelli

 

Eppure la sperimentazione dovrebbe cominciare già ad aprile, e a due passi da casa sua.

«In realtà mi pare che in Campidoglio ci siano riserve. Da quel che capisco si tratta di un progetto municipale che non è stato abbastanza approfondito dall’amministrazione centrale».

 

C’è stata sottovalutazione?

«Il tema è questo: il pubblico ufficiale che favorisce la prostituzione è sanzionabile con una pena da 4 a 12 anni di carcere. Inoltre la Cassazione ha stabilito circa un anno fa che questo reato esiste indipendentemente dal fine che si intende perseguire, l’amministrazione rischia grosso.Sì, siamo in presenza di una sottovalutazione profonda del problema».

 

prostituzione roma 8prostituzione roma 8

Il mondo cattolico è inferocito: sostiene, in estrema sintesi, che non si può barattare la dignità delle donne con il decoro urbano.

«Prima che cattolico, questa è una questione evidentemente laica. E glielo dice uno che è stato autore del rapporto sulla tratta degli esseri umani approvato in Parlamento all’unanimità: conosco molto bene un fenomeno che ormai le Nazioni unite considera la terza fonte di arricchimento del crimine organizzato. L’idea che una problematica del genere si possa risolvere nel municipio di una città è davvero incredibile».

PROSTITUZIONE A ROMA PROSTITUZIONE A ROMA

 

Il sindaco però ipotizza, come deterrente, multe da 500 euro ai clienti: chi adesca una lucciola fuori dagli spazi consentiti si becca la contravvenzione spedita a casa.

«Se si può fare una multa da 500 euro per scoraggiare la prostituzione, allora vale sempre, non c’è bisogno di istituire strade a luci rosse: si organizzino pattuglioni delle forze dell’ordine e dei vigili urbani là dove le ragazze si concentrano, specie sotto casa della gente, e si provi a farle spostare in zone meno abitate e/o frequentate. Così facendo il fenomeno lo si può contenere e infine risolvere».

 

 

L’obiettivo di Marino è difendere le famiglie, soprattutto con bimbi piccoli, da uno spettacolo poco edificante.

prostituzione roma 5prostituzione roma 5

«Intento nobile e sacrosanto, ma proprio per questo non si può organizzare la prostituzione negli spazi pubblici. E poi, anche se fosse, cosa farebbe il municipio? Certificherebbe le prostitute buone e quelle cattive? E i vigili urbani? Attesteranno che nelle strade dedicate non ci sono magnaccia? E i clienti? Saranno costretti a pagare l’Iva? E le ragazze a rilasciare lo scontrino? Suvvia siamo seri... ».

 

Lei vive all’Eur, ma è davvero emergenza lucciole?

«Non meno e non più che in altri quartieri. Ma i veri problemi sono altri, sia all’Eur sia nelle zone intorno, da Decima al Torrino: a partire da sporcizia, sicurezza e trasporti».

prostituzione roma 1prostituzione roma 1

 

Tornando alla prostituzione: il sindaco, per istituire una red zone all’Eur, dovrebbe chiedere aiuto al governo?

«Senza una legge, lui non può fare niente. Certo, se poi lo Stato vuole far pagare le tasse alle prostitute, registrare i clienti, spetterà al Parlamento occuparsene: ma dubito che accadrà. Con la legge Merlin l’Italia ha abolito le case chiuse 60 anni fa, adesso dovremmo creare le strade chiuse?».

 

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