sarri mancini

LIBERTÀ DI MANDARCI AFFANCULO - L'AVVOCATO MALAVENDA: ''CON LA DEPENALIZZAZIONE DELL'INGIURIA, CHI È MOLTO RICCO O MOLTO POVERO POTRÀ INSULTARE LIBERAMENTE. PAGANDO IL DOVUTO, O SFUGGENDO ALLA SANZIONE PECUNIARIA PERCHÉ NULLATENENTE'' - LA DIFFAMAZIONE RESTA REATO, MA LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE INTERVENIRE

Lettera di Caterina Malavenda al “Corriere della Sera

le liti di vittorio sgarbi le liti di vittorio sgarbi

 

Caro direttore, il giudice penale non dovrà più occuparsi di stabilire se, nell' apostrofare qualcuno con epiteti sgradevoli, lo si è offeso. Basta sentenze che disquisiscono, spesso con una certa eleganza, sulla rilevanza penale di espressioni tutt' altro che eleganti, per accertare se dire ad una signora «stai zitta che sei un cesso» o mandare al diavolo il vicino e, persino, apostrofare il rivale, chiamandolo fedifrago e fellone, meriti una condanna o sia da tollerare, rientrando nella progressiva ed inarrestabile degenerazione del linguaggio che qualcuno, con garbato eufemismo, definisce desensibilizzazione.

MIKA INSULTIMIKA INSULTI

 

In un Paese in cui condomini e automobilisti, allenatori e calciatori - soggetti, però, ancora alle sentenze del giudice sportivo -, politici ed imprenditori non perdono occasione per insultarsi, il reato di ingiuria è stato depenalizzato, riducendo il carico del contenzioso penale. Da oggi, la materia passa al giudice civile, cui già per la verità poteva ricorrere, affrontando però una qualche spesa, chi non voleva far querela, un atto che, invece, non costa nulla; e che potrà liquidare i danni a favore della vittima, oltre che una sanzione pecuniaria, a favore delle casse dello Stato da cento a dodicimila euro, a seconda della gravità dell' offesa.

 

FRANCESCHINI INSULTATO AL RISTORANTE FRANCESCHINI INSULTATO AL RISTORANTE

Dunque, senza farne una questione di classi sociali, chi è ricco o molto povero potrà ingiuriare chi vuole, pagando il dovuto o sfuggendo, per mancanza di materia prima, alle procedure esecutive, salvando in entrambi i casi la fedina penale. Chi ha subito l' ingiuria, per converso, dovrà affrontare delle spese, senza la certezza di recuperare un euro e né la soddisfazione di far appiccicare a chi lo ha offeso, abbiente o meno, l' etichetta di pregiudicato, non sempre un handicap, ma comunque un fastidio.

 

FRANCESCHINI INSULTATO AL RISTORANTE jpegFRANCESCHINI INSULTATO AL RISTORANTE jpeg

È vero che in un Paese di maghi e fattucchiere è stato depenalizzato l' abuso della credulità popolare e, facendo felici esibizionisti e praticanti dell' amore all' aperto, anche gli atti osceni in luogo pubblico, ma sulla liberalizzazione dell' ingiuria sarebbe stato meglio riflettere di più, anche per evitare l' irridente tripudio degli ingiuriatori di professione.

 

Cosa fatta capo ha, ma la decisione rischia di avere anche conseguenze forse impreviste o trascurate. L' ingiuria, infatti, è l' altra faccia della diffamazione, che continua ad essere reato: lo stesso insulto è diffamatorio, se il destinatario è assente, ma è ingiurioso se, invece, è presente o se gli viene rivolto direttamente, ad esempio, per lettera o telefonata, il che genera curiose stranezze, ora che l' ingiuria è stata depenalizzata.

LITIGI TALEBANI LITIGI TALEBANI

 

Non potrà essere, infatti, condannato chi dovesse apostrofare, con un epiteto sanguinoso, in uno stadio stracolmo e in diretta tv, l' avversario che lo ha appena dribblato, mentre incorrerà nella severa sanzione penale chi abbia parlato male dell' amica assente, con pochi intimi.

 

INSULTI LITIGI INSULTI LITIGI

E non tragga in inganno l' idea che la diffamazione sia più grave, perché destinata a raggiungere, in alcuni casi, un numero elevato di persone, visto che anche l' ingiuria può avere questa caratteristica, oltre che nell' esempio fatto, anche ove venga utilizzato Internet e la persona offesa sia, ad esempio, fra i numerosi destinatari di un unico messaggio denigratorio.

 

A parità di condizioni, dunque, due discipline diverse, con effetti stranianti, specie ora che il Parlamento sta per approvare la legge che limita alla multa la pena per i diffamatori, chiaro indice della sopravvenuta scarsa gravità del reato, in ciascuna delle sue forme. E allora, come mai non si è proceduto a depenalizzare anche questo reato, nonostante i possibili profili di incostituzionalità, per violazione del principio di uguaglianza, che la decisione opposta presenta?

INSULTARE INSULTARE

 

Una domanda alla quale potrà rispondere solo la Corte costituzionale, alla quale si rivolgerà il primo imputato per diffamazione cui verrà in mente di formularla.

 

insultiinsulti

 

Ultimi Dagoreport

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?

matteo piantedosi khalifa haftar giovanni caravelli

FOLLOW THE MONEY! - DIETRO AL RESPINGIMENTO DI PIANTEDOSI IN LIBIA, PROBABILMENTE, CI SAREBBE IL VIL DENARO! SADDAM HAFTAR, FIGLIO DEL GENERALISSIMO KHALIFA E GOVERNANTE DI FATTO DELLA CIRENAICA, AVREBBE CHIESTO ALL'ITALIA UN SOSTEGNO ECONOMICO PER "GESTIRE" I MIGRANTI (TENERLI IN GABBIA SENZA FARLI PARTIRE), COME QUELLO CHE ROMA CONCEDE AL GOVERNO DI TRIPOLI - L'AISE DI CARAVELLI, CHE HA OTTIMI RAPPORTI CON HAFTAR JR, TANTO DA AVERLO PORTATO IN ITALIA PER UN TOUR DEI MINISTERI (UN MESE FA HA INCONTRATO PIANTEDOSI, CROSETTO E TAJANI), HA CONTATTATO GLI 007 DI GRECIA E MALTA, PER CHIEDERE DI CONDIVIDERE L'ESBORSO. QUELLI HANNO RISPOSTO "NO, GRAZIE" - E COSÌ, È PARTITA LA "RITORSIONE" DEGLI HAFTAR, CHE HANNO ORGANIZZATO LA TRAPPOLA PER LA DELEGAZIONE EUROPEA (COMPOSTA OLTRE A PIANTEDOSI DAI MINISTRI DI GRECIA E MALTA)