LOBBY GAY CONTRO BERGOGLIO? CHI HA RIFILATO LA POLPETTA AVVELENATA AL PAPA NASCONDENDO LA VITA FROCIONA DI MONSIGNOR RICCA?

Paolo Rodari per "La Repubblica"

Nell'occhio del ciclone il "riformatore" dello Ior. Frequentazioni di locali omosessuali al tempo in cui era dislocato in Uruguay, una stanza per l'amico militare portato dalla Svizzera, un incidente con un giovane in ascensore.

Sono alcune delle circostanze descritte in un'inchiesta dell'Espressoche punta l'indice contro la prima nomina di peso del pontificato di Francesco. Monsignor Battista Ricca, nominato nuovo "prelato" della banca vaticana dopo che, scrive l'Espresso, la "lobby gay" operante dentro il Vaticano è riuscita all'insaputa del Papa a pulirne un curriculum tutt'altro che immacolato. Ma in Vaticano le fonti ufficiali mettono le mani avanti e smentiscono. Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, infatti, è categorico: «Quanto affermato su monsignor Ricca non è attendibile».

Parole che dicono come dentro le mura leonine si creda alla buona fede del monsignore il quale, fra l'altro, già nei giorni scorsi si è difeso direttamente con Jorge Mario Bergoglio. Per il momento in curia romana nessuno si scompone. Anzi, in molti fanno notare la tempistica con la quale la prima nomina del Papa viene messa all'indice. E parlano per questo motivo di un «complotto» ordito proprio contro colui che per volere di Francesco è stato portato nel cuore delle finanze vaticane, dentro quella macchina che da decenni moltiplica vicende opache.

Certo, i fatti riportati dall'Espresso sono circostanziati. Ricca, 57 anni, originario della diocesi di Brescia, proviene dalla carriera diplomatica. Ha prestato servizio per 15 anni in nunziature di vari Paesi, prima di essere richiamato in Vaticano, alla segreteria
di Stato. «Ma ha conquistato la fiducia di Bergoglio - scrive il settimanale - in un'altra veste, inizialmente come direttore della residenza di via della Scrofa nella quale alloggiava l'arcivescovo durante le sue visite a Roma, e ora anche come direttore della
Domus Sanctae Martaenella quale Francesco ha scelto di abitare da Papa».

Prima della nomina, al Pontefice era stato fatto vedere, come è consuetudine, il fascicolo personale riguardante Ricca, «dove non aveva trovato nulla di disdicevole», ma una settimana dopo la nomina «il Papa è venuto a conoscenza, da più fonti, di trascorsi di Ricca a lui fin lì ignoti.

Il "buco nero" nella storia di Ricca, secondo l'Espresso, è il periodo trascorso alla nunziatura di Montevideo, in Uruguay, dove arrivò nel 1999 dopo aver prestato servizio a Berna. Proprio a Berna aveva stretto amicizia con un capitano dell'esercito svizzero, Patrick Haari. «I due arrivarono in Uruguay assieme. E Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella nunziatura», cosa che alla fine avvenne, dopo che il nunzio andò in pensione.

A detta del settimanale «l'intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così scoperta da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici del piccolo Paese sudamericano, non ultime le suore che accudivano alla nunziatura. Anche il nuovo nunzio, il polacco Janusz Bolonek, arrivato a Montevideo all'inizio del 2000, trovò subito intollerabile il ménage
e ne informò le autorità vaticane, insistendo più volte con Haari perché se ne andasse. Ma inutilmente, dati i legami di questi con Ricca».

Nei primi mesi del 2001 Ricca «incappò in più di un incidente per la sua condotta sconsiderata. Un giorno, recatosi come già altre volte in un locale di incontri tra omosessuali, fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto». Nell'agosto dello stesso 2001, «in piena notte l'ascensore della nunziatura si bloccò e di prima mattina dovettero accorrere i pompieri. I quali trovarono imprigionato nella cabina, assieme a Ricca, un giovane».

Il nunzio Bolonek chiese l'immediato allontanamento di Ricca dalla nunziatura e il licenziamento di Haari. E ottenne il via libera dal segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano. Ricca venne prima trasferito a Trinidad e Tobago e poi richiamato in Vaticano.

Secondo l'Espresso, nonostante il nunzio si sia sempre pronunciato «con severità nei confronti di Ricca, nel riferire a Roma», «una coltre di pubblico silenzio ha coperto fino ad oggi quei trascorsi del monsignore» e «in Vaticano c'è chi ha promosso attivamente questa operazione di copertura». Per il settimanale altro non sarebbe che quella "lobby gay" che nel pontificato di Ratzinger accelerava o stoppava le carriere dei monsignori intervenendo con spregiudicatezza e ostentando un innegabile potere.

Ricca finora non ha risposto pubblicamente alle accuse, ma non è detto che nei prossimi giorni egli non intenda agire per altre vie. In Vaticano invitano alla prudenza, ricordando anche che comunque il monsignore è stato nominato dal Papa prelato «ad interim». Come a dire che se la fiducia nei suoi confronti in futuro verrà meno, Francesco potrà sembra dimetterlo.

 

JORGE BERGOGLIO Monsignor Battista Mario Salvatore RiccaPAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO PAPA FRANCESCO JORGE BERGOGLIO TORRIONE NICCOLO QUINTO SEDE DELLO IOR

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”