di maio palazzo chigi

LUIGINO DAL BALCONCINO – L’IMMAGINE CON DI MAIO AL BALCONE DI PALAZZO CHIGI FA IL GIRO DEL MONDO: I GIORNALI STRANIERI PREOCCUPATI DALLA MANOVRA CREDONO CHE DOPO QUELL’ESULTANZA SIA SALTATO OGNI FRENO – “L’ITALIA È DI NUOVO CANDIDATA A BALLARE”, “MANOVRA DA BRIVIDI”, E TIFANO PER IL DOWNGRADING DELLE AGENZIE DI RATING E DELLA BOCCIATURA DELLA COMMISSIONE

Giuseppe Salvaggiulo per www.lastampa.it

DI MAIO FESTEGGIA IL DEF

 

L’immagine notturna del balcone di palazzo Chigi occupato dai ministri grillini esultanti ha fatto il giro del mondo. Se possibile, impressiona gli operatori finanziari e le cancellerie europee più dei decimali di deficit. Non è solo la rivendicazione da guerriglia di uno sfondamento, ma l’annuncio di una tecnica di sfondamento.

 

Scatenati i giornali tedeschi. “L’Italia è di nuovo candidata a ballare, lo status spazzatura non è più lontano”, scrive Handelsblatt. La Süddeutsche Zeitung paragona la manovra a “un menu di costose ghiottonerie”.

DI MAIO SALVINI

 

Lo Spiegel parla di “orgia di spesa”. Il francese Les Echos scrive che “l’Italia è diventata il principale elemento di preoccupazione in Europa”. L’inglese Guardian parla di “Italy’s budget drama” e paventa “uno scontro con l’Ue”. Il New York Times racconta la “zuffa” nella trattativa che ha portato a una “manovra da brividi”.

 

I mercati avevano messo in conto un Def con il deficit significativamente più alto dello 0,9% risultante dagli impegni del governo Gentiloni, ma comunque sotto la soglia psicologica del 2%. Il che, con l’aumento dell’inflazione, avrebbe comunque garantito un debito sotto controllo.

DI MAIO SPREAD

 

Dopo i roboanti annunci di agosto e l’allarme di Mario Draghi, le più recenti dichiarazioni del leader leghista Matteo Salvini erano parse concilianti. La rete di sicurezza formata dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti a Palazzo Chigi e dal ministro dell’Economia Giovanni Tria sotto la supervisione del Quirinale sembrava tenere.

 

Lo scenario è mutato nell’ultima settimana. Il compromesso che Tria e Giorgetti avevano disegnato prevedeva un intervento significativo ma controllato sulle pensioni, uno modesto sulle tasse per i lavoratori autonomi e sul reddito di cittadinanza.

 

di maio festeggia per il def

Penalizzato nei sondaggi e pressato dal suo movimento che temeva una nuova sconfitta tattica a beneficio dell’alleato, il capo politico del M5S, Luigi Di Maio, ha alzato la posta. Ha rifiutato la versione minimalista del Def, attaccato frontalmente il ministro dell’Economia e minacciato la crisi di governo. L’annuncio del presidente francese Emmanuel Macron di portare il deficit al 2,8% del Pil, anche se solo temporaneamente e in condizioni diverse, ha offerto il destro per il rilancio.

 

SALVINI DI MAIO CONTE BY SPINOZA

Decisivo è stato il sostegno di Salvini. Il piano iniziale prevedeva un atteggiamento prudente nella stesura del Def e una manovra più aggressiva in Parlamento, dove la Lega ha collocato due economisti “no euro”, Claudio Borghi e Alberto Bagnai (la loro elezione, tre mesi fa, aveva determinato un allargamento dello spread tra Btp e Bund e un peggioramento dei titoli bancari). Non a caso lo stesso Draghi, parlando un mese fa dei “danni” provocati dalle parole degli esponenti del governo, aveva definito la discussione parlamentare “un momento importante e delicato” quanto la presentazione del testo della manovra. L’accelerazione degli ultimi giorni ha cambiato il quadro.

CONI 5 STELLE SAMMONTANA

 

Salvini ha stretto un patto di ferro con il M5S, all’insegna della guerra permanente ai tecnici e ai mediatori (anche interni al governo), nonché all’Europa.

 

Tria è rimasto isolato, si è dovuto rimangiare impegni e giuramenti, ha ceduto su tutti i fronti. Anche Giorgetti ha perso. Il suo ruolo di segretario del Consiglio dei ministri, con un ruolo notarile, lo ha costretto a partecipare a una seduta e a verbalizzare l’approvazione di un documento frutto di un accordo passato sulla sua testa. Depotenziato in un colpo il ruolo di “eminenza grigia” del governo. Anche la posizione del ministro degli Esteri, l’europeista Enzo Moavero Milanesi, è indebolita.

 

conte di maio salvini

Oltre all’aumento dello spread e del rendimento dei titoli di Stato, gli analisti vedono con particolare preoccupazione tre segnali. Primo: non c’è contagio. Come Draghi aveva già notato, la crisi è tutta e solo italiana. Pessima notizia. Secondo: i più colpiti sono i titoli bancari. A differenza del 2011, le banche italiane sono molto più esposte sul debito pubblico.

LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI

 

E le nuove regole europee impongono una svalutazione dei titoli di Stato, quando i tassi di interesse salgono. Non potendo accedere ad aumenti di capitale, le banche saranno costrette a restrizioni di credito nei confronti di famiglie e imprese. Inevitabile la sofferenza in Borsa.

 

GIOVANNI TRIA

Ma è il terzo segnale – il balcone - a fare più impressione. Dopo la notte dei pugni alzati e delle dita divaricate, tutto può succedere. Ogni freno è saltato. A parte il fatto che il Def annuncia deficit allo stesso livello per tre anni, nessuno scommette che il 2,4% resterà tale. Vuoi che il Parlamento non aggiunga spese e spese, con un ministero dell’Economia annichilito?

 

E chi può garantire che i 13 miliardi di coperture (imprecisati risparmi di spesa, fumosa e sopravvalutata pace fiscale) non siano scritti sulla sabbia? Ormai vale tutto nel festival della spesa corrente, perché degli investimenti si sa poco o nulla.

 

DI MAIO SAN GENNARO BY VUKIC

Ora comincia l’attesa del downgrading delle agenzie di rating e della bocciatura della Commissione Ue. Inevitabili entrambi, non spaventano il governo gialloverde. Anzi paiono quasi auspicati, per proseguire nella narrazione anti sistema che accomuna Lega e M5S nella campagna elettorale permanente verso le elezioni europee.

TRIA BY VAUROMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIOgiovanni tria 5SALVINI DI MAIO CONTEDELVOX TRIA SALVINI DI MAIOsalvini di maioSALVINI DI MAIO FLINSTONESSALVINI DI MAIO

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA