macron hitler le monde

MACRON, TI MANCANO SOLO I BAFFI - POLEMICHE SULLA COPERTINA DI “M”, IL SETTIMANALE DI “LE MONDE”, CHE RAFFIGURA EMMANUEL MACRON COME ADOLF HITLER – FOTO DI TRE QUARTI E LA FOLLA “INCORPORATA” NELLA GIACCA, LA COPERTINA È STATA REALIZZATA DAL GRAFICO JEAN-BAPTISTE TALBOURDET E ARRIVA IN UN MOMENTO DELICATO NEI RAPPORTI TRA L’ELISEO E IL QUOTIDIANO FRANCESE, CHE HA SVELATO IL CASO BENALLA – LA FASCINAZIONE DELLA CULTURA POP PER L’ESTETICA DA TOTALITARISMI

1 – MACRON COME HITLER SUL MAGAZINE DI LE MONDE: PROTESTE DAI LETTORI

Paolo Berizzi per www.repubblica.it

 

MACRON COME HITLER SU LE MONDE

 

Macron come Hitler? Leggendo la prima pagina di "M", la rivista settimanale del quotidiano Le Monde, molti francesi hanno avuto un sobbalzo. Colpa di una grafica un po' azzardata. Nel numero uscito oggi in edicola il presidente Emmanuel Macron è raffigurato sugli Champs-Elysees in un'ambientazione che effettivamente evoca analoghe immagini d'epoca di Adolf Hitler.

MACRON PIFFERAIO

 

Foto del busto di tre quarti, sguardo determinato e l'immagine della folla "incorporata" nella giacca del capo dello Stato. Il titolo racconta la parabola di Macron e la associa proprio al celebre viale parigino: "Dall'investitura ai gilet gialli: gli Champs-Elysees teatro del potere macroniano". La presunta gaffe, però, è la scelta della composizione grafica. Troppe affinità con l'iconografia nazista. E così dopo la pubblicazione del settimanale molti lettori indignati hanno protestato criticando l'idea editoriale.

 

gilet gialli

Indignazione diffusa, soprattutto sui social. Su Twitter tanti hanno postato immagini storiche con protagonista Hitler che richiamano molto da vicino la scelta grafica del periodico. Post e messaggi irritati, con decine di lettori che hanno annunciato l'intenzione di disdire l'abbonamento. L'ondata di proteste ha costretto il direttore Luc Bronner a intervenire con un articolo di scuse su lemonde.fr.

 

"La copertina di M di sabato 29 dicembre - ha scritto - ha suscitato reazioni critiche da parte di alcuni dei nostri lettori. Ci scusiamo con coloro che sono rimasti scioccati dalle intenzioni grafiche che ovviamente non corrispondono ai rimproveri che ci sono stati indirizzati".

 

EMMANUEL E BRIGITTE MACRON A SAINT TROPEZ

Per Emmanuel Macron, forse, un'ulteriore dose di imbarazzo (in questo caso il presidente è ovviamente fuoricausa) dopo la fotografia che lo ritrae in vacanza a Saint-Tropez proprio nei giorni in cui la rabbia sociale esplode in tutta la Francia. Il presidente rientrerà a Parigi questa sera per prepararsi al discorso di fine anno di domani.

 

2 – Il caso Le Monde. «Macron come Hitler» Quando la grafica costringe alle scuse

Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

 

MACRON COME HITLER SU LE MONDE

Il colore beige dello sfondo dà un' idea di carta invecchiata ed evoca il passato. Poi ci sono il rosso e il nero, una immagine di Emmanuel Macron dai tratti induriti, un' altra in bianco e nero della folla sugli Champs Élysées, e infine il carattere gotico della testata «M», il magazine settimanale di Le Monde .

 

La copertina di fine anno ha provocato grandi polemiche in Francia perché molti vi hanno riconosciuto una citazione dell' iconografia nazista, con un più o meno involontario paragone tra il presidente Macron e Hitler. L' articolo nelle pagine interne firmato da Ariane Chemin, che è una tra le migliori giornaliste francesi, racconta gli Champs Élysées come luogo centrale della presidenza e delle disavventure di Macron, teatro delle celebrazioni del 14 luglio con Donald Trump, della sfilata malriuscita dei Bleus campioni del mondo e degli scontri tra polizia e gilets jaunes .

 

ARIANE CHEMIN

Un testo equilibrato, ma illustrato da una copertina che cala Macron in un' atmosfera da regime totalitario, dove il cupo detentore del potere viene osannato dalle masse. Il presidente dell' Assemblea nazionale Richard Ferrand, tra i fondatori di En Marche, è stato tra i primi a protestare: «Vorrei capire su cosa poggiano i riferimenti grafici e iconografici di Le Monde . Se non può essere un caso, di che cosa si tratta allora? Alla ricerca del senso perduto».

 

HITLER SU HARPER'S MAGAZINE

Ferrand ha accompagnato le sue frasi su Twitter dalle immagini della copertina di Le Monde e di un manifesto hitleriano, e molti lo hanno seguito nell' indignazione: compagni del partito di maggioranza ma anche il disegnatore e regista Joann Sfar, l' illustratore Xavier Gorce che pure lavora per Le Monde , la ex presidente del Medef (la Confindustria francese) Laurence Parisot e Jean-Luc Mélenchon, il leader della France Insoumise che ha colto l' occasione per lamentarsi di essere stato a sua volta maltrattato in passato dai grafici di Le Monde .

 

You Could Have It So Much Better dei Franz Ferdinand

Il capo della redazione Luc Bronner e il direttore Jérôme Fenoglio hanno presentato le scuse del giornale, rivolgendosi a quanti si sono sentiti offesi da «intenzioni grafiche che non corrispondono in nulla ai rimproveri che ci vengono mossi». Bronner è entrato nel merito e ha spiegato che la copertina adotta i codici dei costruttivisti russi dell' inizio del XX secolo «che usavano il nero e il rosso», stile tornato di moda grazie anche all' artista canadese Lincoln Agnew, autore di molte illustrazioni (da Obama a Ellen de Generes) per giornali di tutto il mondo.

 

La copertina in questione però è stata realizzata dal grafico francese Jean-Baptiste Talbourdet, che si è evidentemente ispirato a un' opera di Lincoln Agnew per il numero di luglio 2017 di Harper' s Magazine . Stessi colori beige, rosso e nero, stesse geometrie, stessa folla in bianco e nero, cambia il soggetto: Adolf Hitler.

IL MANIFESTO DI RODCHENKO CON LA DONNA CHE URLA 'LIBRI'

 

I costruttivisti russi e in generale l' estetica da totalitarismi degli anni Trenta imperversano nella cultura pop da molti anni. Per esempio, la copertina dell' album You Could Have It So Much Better dei Franz Ferdinand, rielaborazione di un' opera del 1924 di Alexander Rodchenko, viene usata e riciclata in tutte le salse da oltre 10 anni.

 

Ma al di là della disputa grafico-semiologica, la copertina di Le Monde ha fatto così innervosire i vertici di En Marche forse perché arriva in un momento delicato nei rapporti tra l' Eliseo e il più influente quotidiano francese, responsabile - tramite la penna della stessa Ariane Chemin - delle rivelazioni su Alexandre Benalla che lo scorso luglio hanno dato il via alla crisi della presidenza Macron.

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)