DI MAIO E SALVINI A CERNOBBIO: DUE BUCHI CON UN PARTITO INTORNO - INTIMORITI, FRASI FATTE, SLOGAN E ZERO ANALISI - GIGGINO IL GRILLINO SPARA LA CAZZATA: “IL MIO MODELLO E’ RAJOY”, CHE E' RIMASTO AL GOVERNO PER DUE ANNI SENZA MAGGIORANZA - IL LEGHISTA INVITA A SCOPARE: ''ALZI LA MANO CHI HA DUE FIGLI…''

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Ilario Lombardo e Francesco Spini per La Stampa

 

SALVINI CERNOBBIO SALVINI CERNOBBIO

Luigi Di Maio era stato avvertito: non sarà come nei talk show, o nelle piazze, qui ogni argomento, ogni frase, ogni annuncio viene vivisezionato. È la dura regola della politica quando deve confrontarsi con l' impresa, le banche, la finanza. Per prepararsi alla diffidente platea di Cernobbio Di Maio ha riempito di domande lo staff della European House Ambrosetti che organizza il Forum. Poi ha seguito il consiglio di un amico: «Non presentarti come una forza antisistema, ma che vuole riformare il sistema».

 

Così ha studiato il suo intervento, puntellandolo qua e là di titoli. Su tutti: «Smart nation», l' Italia che immagina, rifondata su innovazione e tecnologia. Una definizione che non avrebbe stonato in bocca a Matteo Renzi alla Leopolda. Così, Di Maio, ha anche liberato la sua immagine, meno aderente alla narrazione grillina classica e più alla sua indole. «È un gran moderatone -dice Ovidio Jacorossi di Fintermica - Lo vedo maturato, ha capito il valore del dialogo. Con la contrapposizione non si va da nessuna parte».

 

DI MAIO CERNOBBIO DI MAIO CERNOBBIO

Facile più a dirsi che a farsi nel M5S. Eppure, chi si aspettava di ritrovarsi un avatar di Beppe Grillo che urlava irridendo le assemblee degli azionisti di Telecom, è rimasto deluso. Nessun rigurgito anticapitalista, che pure alligna tra i grillini, dove si può trovare di tutto. Del Movimento Di Maio ha consegnato il volto più rassicurante, in sintonia con il pensiero dominante nel mondo dell' impresa. Moderatone, appunto. Governativo, nelle speranze.

 

davide serra alla leopolda davide serra alla leopolda

Diverso da Matteo Salvini, che non è parso così differente dai salotti tv e dai comizi. Il leghista ha parlato di culle, di demografia, invitando chi avesse almeno due figli ad alzare la mano (una decina in tutto). La competizione si giocava sullo stesso tavolo, entrambi obbligati a strapparsi di dosso le etichette. «Non siamo né antieuroepeisti, né estremisti, né populisti» dice dei grillini Di Maio. Lo aspettano sui fatti qui a Cernobbio. Sull' euro, sul referendum, prima sventolato come soluzione dei mali d' Italia, ora chiuso in un cassetto e definito «extrema ratio».

 

Tocca al renzianissimo Davide Serra, ad di Algebris, chiedere lumi con una certa perfidia: «Il referendum ci servirà - è la risposta - per avere peso contrattuale se le richieste dei Paesi del Mediterraneo non verranno prese in considerazione dall' Ue». Quali? La possibilità di sforare il tetto del 3%. Per Di Maio il modello è «il governo di Mariano Rajoy» che ha fatto riforme strutturali e ha convinto l' Europa a cedere sulla flessibilità.

FORUM AMBROSETTI FORUM AMBROSETTI

 

Non Podemos e i ragazzacci indignati, dunque, ma un conservatore di destra è adesso il modello di Di Maio. La sfida all' euro sembra non interessare più nemmeno a Salvini che, sì, parla di «exit strategy da studiare» sulla moneta unica, ma lo subordina al tema dei migranti. Di Maio glielo lascia fare volentieri perché preferisce snocciolare un primo indice del programma economico-industriale. «Il web come incubatore di posti di lavoro, dove per ogni euro investito ne tornano tre». Non affronta il nodo del debito, ma parla di «tagli selettivi e non lineari», e, forse memore dell' utopia su cui Grillo ha fondato il Movimento, dice che non di solo Pil vive la crescita, ma anche di misuratori della felicità e della salute.

mariano rajoy 2 mariano rajoy 2

 

Offrire più una visione che formule è servito a vincere lo scetticismo degli imprenditori? «Gli applausi sono stati di convenienza, come per Salvini» liquida la faccenda Serra, ma era scontato. Massimo Costa, country manager di Wpp Italia premia il leghista: «Ho trovato Di Maio più scolastico. Salvini, forse per motivi territoriali, se l' è giocata meglio. È stato più coinvolgente e con temi di più ampio respiro». Il punto è che la vecchia Cernobbio, covo di quel che resta dei poteri forti intimidisce anche il più scatenato dei capipopolo.

 

«Tutti e due qui si sono presentati in una veste che non portano in pubblico. E nella sostanza nessuno ha impressionato», osserva Maurizio Traglio, imprenditore nell' industria dei gioielli. Gli imprenditori li stanno a sentire, questi due eretici nati incendiari e finiti (quasi) pompieri, e qualcuno entra nel merito nei ragionamenti.

 

matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2 matteo salvini giovanni toti al papeete di milano marittima 2

«La flat tax di Salvini al 15% mi lascia perplesso - commenta Giuseppe D' Urso, ad di Nuovenergie -, un abbattimento così radicale delle tasse è improponibile se non si taglia il debito pubblico di almeno il 50%. È un libro dei sogni. Di Maio? Ho apprezzato l' aplomb, ma non ha spiegato cos' è il reddito di cittadinanza. Se è legato alla disoccupazione o se è legato alla cittadinanza, strada che non vedo percorribile». L' altro protagonista a Cernobbio è Giovanni Toti, governatore della Liguria, grande sponsor dell' unità del centrodestra, che dice: «Qui si celebra la fine dell' era renziana».

 

 

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