LE MANI DI RENZIE SULLA RAI – UN AMMINISTRATORE DELEGATO CON TUTTI I POTERI E UN CDA DI CINQUE PERSONE, ELETTE DAL PARLAMENTO MA SCELTE DA UN ORGANISMO ESTERNO – ECCO IL PROGETTO DEL PD DA TRASFORMARE IN DDL DEL GOVERNO ENTRO FINE ANNO

Domani mattina si riuniranno i vertici del Pd per decidere come procedere sul disegno di legge allo studio dell’esecutivo. Intanto non si placano le polemiche per il canone Rai in bolletta. Per Pupone Toti si tratta di un tentativo “ai limiti della legalità”. Per la Lega sarebbe “un furto di Stato”…

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Alberto Custodero per “la Repubblica

 

Cavallo di Viale Mazzini Cavallo di Viale Mazzini

Riforma della Rai: domani mattina si riuniranno i vertici del Pd per decidere come e dove incardinare il disegno di legge allo studio dell’esecutivo. L’obiettivo è realizzare entro dicembre un ddl governativo. Parallelamente, domani mattina è in programma un cda in Viale Mazzini, con all’ordine del giorno, tra l’altro, le vicedirezioni di Rai Sport. In serata poi tutto il consiglio sarà ascoltato in Commissione di Vigilanza Rai.

 

Al vertice del Partito democratico si punta a rivedere la natura dell’azienda, per eliminare i lacci legati all’equiparazione ad un ente pubblico. L’obiettivo è creare un amministratore delegato in grado di garantire una gestione competitiva e un cda con meno membri rispetto a oggi (l’ipotesi è cinque) e funzioni ridotte. I componenti dovrebbero essere indicati da un soggetto esterno, per garantire indipendenza dalla politica, ed eletti dal Parlamento.

 

Il gruppo di lavoro del Pd dovrà decidere se proporre il provvedimento al Senato o alla Camera. E contattare i partiti di opposizione nel tentativo di stemperare la tensione. Ma al momento, con Forza Italia e M5S è scontro aperto. Giovanni Toti, consigliere politico di Berlusconi, è preoccupato dall’eccessivo prelievo fiscale a carico dei contribuenti.

 

Matteo Renzi Bruno Vespa Matteo Renzi Bruno Vespa

«Inserire il canone Rai nella bolletta della luce - tuona Toti - è l’ennesimo tentativo del governo Renzi, ai limiti della legalità, di far pagare un servizio anche a famiglie, cittadini, consumatori ed utenti che non hanno la televisione ». «Renzi - aggiunge Toti - parla di un Paese più competitivo ma l’unica competizione che sta vincendo l’Italia è quella delle tasse più alte al mondo». Contro la proposta del canone Rai nella bolletta (e contro le altre tasse), l’esponente di Fi annuncia la manifestazione “No Tax Day” in piazza san Fedele a Milano il prossimo 29 novembre.

 

Dal movimento di Grillo arriva una scontata bocciatura. «Uno spot», «una bandiera», definisce Roberto Fico il canone in bolletta. Anche la Lega è contraria e parla di “furto di Stato”, con il capogruppo al Senato Gian Marco Centinaio. Il deputato democratico Michele Anzaldi, segretario della Vigilanza, accoglie positivamente l’ipotesi del canone in bolletta. «Bene il principio, a partire dalla riduzione del canone. Ma - ammonisce - attenzione a come viene declinato ».

GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA GIOVANNI TOTI A PORTA A PORTA

 

È polemica, intanto, tra l’ex consigliere Rai Luisa Todini (che si è dimessa nei giorni scorsi dopo la decisione del cda di Viale Mazzini di fare ricorso contro i tagli da 150milioni del governo) e il mondo dei giornalisti. L’attacco parte dalla Todini, dai microfoni di “In mezz’ora” su Rai 3. Dopo aver ribadito che il ricorso cda Rai sui tagli «è un voto contro il governo», s’è scagliata contro «alcuni giornalisti Rai che amano essere seduti sulle proprie sedie per esercitare il potere».

 

luisa-todini luisa-todini

Immediata la replica del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Enzo Iacopino: «Questo modo di sparare nel mucchio è inaccettabile e non degno di una persona con l’esperienza politica che ha lei». Sulla stesa linea l’Usigrai. «La consigliera dimissionaria (in ritardo) Luisa Todini ha usato lo spazio della tv che fino a pochi giorni fa amministrava, per gettare fango sulla Rai e sui dipendenti del Servizio Pubblico». Per la Todini Renzi deve fare «piazza pulita». Il deputato di Sel Fratoianni replica: «Todini sbaglia, un cda deve rispondere al Parlamento, non al governo di turno».

 

 

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