ignazio marino versione nerone

MARINO BARCOLLA MA NON MOLLA - SI È DIMESSO MATTIA STELLA, EX CAPO DELLA SEGRETERIA DI “IGNARO” MARINO - NELLE INTERCETTAZIONI DELL’INCHIESTA “MAFIA CAPITALE”, STELLA APPARIVA COME UNO CHE BUZZI VOLEVA UTILIZZARE PER I SUOI SCOPI

Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

 

MARINOMARINO

Ci sono piccole storie che svelano grandi irregolarità e sistematiche manovre corruttive, nelle pieghe dell’indagine amministrativa sulle infiltrazioni di Mafia Capitale nel Comune di Roma. Per esempio un appalto dal valore pressoché insignificante rispetto al «gigantismo» del bilancio generale (474.000 euro destinati alla gestione del servizio di pulizia e manutenzione degli arenili di Castel Porziano per il 2014), però emblematico del modo di operare della presunta associazione mafiosa guidata da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati. Assegnato con una procedura in cui sono state rilevate diverse «carenze».

BUZZI -BUZZI -

 

Il Comune aveva suddiviso l’appalto in due lotti, «per ognuno dei quali ha individuato i soggetti da invitare a gara; senonché tutti i soggetti invitati sono risultati direttamente o indirettamente riconducibili a Buzzi, alcuni addirittura parte integrante del suo sodalizio». Una ulteriore dimostrazione, secondo la commissione d’indagine, «dei collegamenti tra il sodalizio criminale e il vertice politico-amministrativo del Municipio».

 

BUZZI VINCENZI 1BUZZI VINCENZI 1

Nel caso specifico, quello di Ostia. Ma «il percorso amministrativo seguito da questo appalto si incrocia», per i commissari, con l’attività del Dipartimento Ambiente e Territorio del Comune sotto l’attuale gestione; in particolare con «l’atto di indirizzo adottato dall’assessore Estella Marino, su sollecitazione del dottor Altamura (dirigente arrestato per corruzione nella seconda fase dell’operazione della Procura, ndr ) che ha innalzato l’importo degli appalti da riservarsi alle cooperative sociali».

 

franco gabrielli (2)franco gabrielli (2)

Sempre a Ostia c’è la vicenda della nuova sede dei vigili urbani, «ospitati in un immobile di proprietà della Immobilgest, nonostante la metratura dei locali fosse inferiore a quella richiesta dal bando e la destinazione del bene non conforme»; il contratto è scaduto, ma l’amministrazione continua a pagare più di un milione all’anno come «indennità di occupazione».

 

Quando il comandante della Polizia locale di Roma Raffele Clementi, «che in maniera a dir poco singolare non era stato affatto coinvolto nella procedura», lo venne casualmente a sapere, provò a opporsi. In maniera «ferma e formale». Inutilmente: «Il Dipartimento Patrimonio del Comune insiste nella volontà di stipulare il contratto a far data dal 1° aprile 2015». Il problema è che l’Immobilgest è «riconducibile alle proprietà di Mauro Balini», presidente del Porto di Ostia; un personaggio — scrivono gli ispettori — che con il suo corredo di relazioni e contatti è lo strumento attraverso cui l’organizzazione criminale effettua il salto di qualità verso attività commerciali di apparente rispettabilità e liceità».

 

x Marino Alemanno x Marino Alemanno

I commissari concludono stigmatizzando «l’irregolarità della condotta del Comune nella gestione della gara», e anche questa considerazione è stata analizzata dal prefetto Gabrielli per arrivare alle sue determinazioni. Che da un lato hanno portato alla proposta dello scioglimento per mafia del Municipio di Ostia, dall’altro a utilizzare toni più indulgenti con l’assessore Estella Marino: «Non pare discutibile che il dottor Altamura sia inizialmente riuscito nell’intento di “orientare” l’assessore verso decisioni che riservavano alle cooperative una serie di affidamenti in materia di verde pubblico; ma è da sottolineare come ciò sia accaduto nei primi tempi del suo incarico, quando è lecito ritenere che l’amministratore non avesse penetrato a sufficienza la conoscenza degli uffici a lei facenti capo, e dei personaggi che li popolavano».

MATTIA STELLAMATTIA STELLA

 

Tra l’altro Gabrielli precisa che «alla criticità del contesto (ereditato dal sindaco Ignazio Marino dalla Giunta Alemanno, ndr ) si aggiunge, duole dirlo, una generale assenza di iniziative di organi esterni capaci di fornire la dimensione del pericolo dell’infiltrazione mafiosa o, più in generale, delle anomalie esistenti nel sistema degli appalti capitolini; e questo nonostante che alcune rilevanti iniziative di indagine avevano portato alla luce significativi casi di malaffare riguardante le partecipate di Roma Capitale».

 

Una censura apparentemente rivolta all’ex prefetto Pecoraro, il quale insediò la commissione d’accesso che ha riservato severe critiche non solo alla Giunta Alemanno ma anche a quella Marino.

giuseppe pecorarogiuseppe pecoraro

 

Gabrielli ha concluso il suo lavoro proponendo, tra l’altro, la rimozione del segretario generale del Campidoglio in carica con entrambi i sindaci, Liborio Iudicello. Destinatario di analoga proposta era anche l’ex capo della segreteria del sindaco Marino, Mattia Stella, che nelle intercettazioni appariva come uno che Buzzi intendeva utilizzare per i suoi scopi. Stella ieri si è dimesso, (come Iudicello), e il sindaco gli ha ribadito vicinanza e solidarietà. Quanto alle due amministrazioni, il prefetto spiega che con Alemanno Mafia Capitale utilizzava «come strumento principe l’intimidazione mafiosa», mentre con Marino «la disponibilità di amministratori e dipendenti pubblici viene acquisita attraverso la corruzione».

Ultimi Dagoreport

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…