ignazio marino spazzino

MARINO SULLA LUNA – IL SINDACO SE NE ANDREBBE SE GLI FOSSE OFFERTO UN POSTICINO DA MINISTRO O UN INCARICO INTERNAZIONALE – MA RENZI NON HA PROPRIO VOGLIA DI DISTRIBUIRE MEDAGLIETTE – L’IPOTESI DI DIMISSIONI DI MASSA DEI CONSIGLIERI PD SE MARINO NON SCHIODA

Giovanna Vitale per “la Repubblica

renzi malago marino del rio foto mezzelani gmt330renzi malago marino del rio foto mezzelani gmt330

 

Il giorno dopo la spallata di Renzi a Marino, una crepa sembra intravedersi nella coltre di ostinato silenzio che circonda l’inquilino del Campidoglio. Un rifiuto a commentare le provocazioni del premier letto da molti come il disperato tentativo di trattare una resa. «Il sindaco ha capito che per lui è comunque finita e ha scelto di resistere per alzare il prezzo», racconta un alto dirigente del Pd.

 

 «Suoi emissari starebbero infatti pensando di recapitare un messaggio preciso al capo del governo: se gli verrà offerta un’alternativa, un incarico magari da ministro o in qualche organismo internazionale, così da uscire in modo onorevole senza il bollino dell’incapace, Marino potrebbe pure valutare il passo indietro. Altrimenti rimarrà al suo posto e venderà cara la pelle».

 

marino renzi  foto mezzelani gmt325marino renzi foto mezzelani gmt325

Ipotesi al momento non confermate né dal Nazareno, né dall’entourage del primo cittadino. Anche perché, dicono i fedelissimi del capo del governo, una richiesta del genere sarebbe considerata irricevibile. Restituendo l’immagine di un muro contro muro difficile da scalfire. Ma evidentemente la resistenza è un pò meno granitica e per la prima volta è presa in considerazione una exit strategy. «Per ora siamo nell’impasse più totale», si lamentano però i renziani capitolini.

 

I quali ritengono poco praticabile pure l’altro scenario che si sta profilando in queste ore: il sindaco resta dov’è, ma sarà commissariato, dovrà cioè azzerare tutti gli assessori e varare una “ supergiunta” con l’innesto di 5 o 6 big del Pd, a partire dal vicesindaco, che in qualche modo governino in sua vece, relegandolo al ruolo di mero tagliatore di nastri.

 

L’unica apertura che - secondo alcuni - Renzi sarebbe disposto a concedere. Specie dopo la minaccia di Matteo Orfini. Che, appresa dalle agenzie la sortita non concordata a Porta a Porta , avrebbe telefonato all’altro Matteo per comunicargli le sue dimissioni da commissario del partito romano. Lamentando di essere stato spedito a fare lo scudo umano di Marino e poi però lasciato solo, all’oscuro del cambio di rotta radicale. Uno scontro che si sarebbe appunto chiuso con un compromesso.

er cecato ignazio marinoer cecato ignazio marino

 

Spiegato così ieri dal capo dei “giovani turchi”: «Il premier ha disegnato una sfida che penso Roma debba accettare, ovvero il fatto che quando si chiuderà la partita di Mafia Capitale con la relazione del prefetto Gabrielli, bisogna rilanciare l’azione amministrativa, fare un salto di qualità». Tradotto: rivoluzionare la squadra che guida la città. Anche perché «il Pd non molla Marino, è legittimato dal voto popolare, non se ne va perché lo decidono Orfini o Renzi», ha insistito il presidente del Pd.

 

Sconfessato tuttavia a stretto giro da Franco Gabrielli. Il quale - dopo aver smentito qualsiasi sua aspirazione a «ricoprire incarichi politici al vertice di istituzioni amministrative locali o nazionali, a Roma come altrove », dunque a candidarsi a sindaco - ha sentito l’esigenza di specificare che nessuna decisione è stata ancora presa sullo scioglimento del Campidoglio per mafia: «Il prefetto è attualmente impegnato nella lettura della corposa relazione (oltre 800 pagine) consegnata dalla Commissione di accesso nel pomeriggio del 15 giugno». Per cui parlare di salto di qualità o di rilancio dell’azione di governo è quanto meno prematuro. Un altro schiaffo, per Orfini.

MATTEO 
ORFINI
MATTEO ORFINI

 

Che aggiunge confusione a confusione. Mentre infatti il commissario mantiene la barra dritta a difesa del chirurgo genovese, dipinto dallo staff come sereno e tranquillo, al lavoro sui dossier più scottanti, i consiglieri di maggioranza sono allo sbando. Preoccupati di capire quale sarà il loro destino. In tanti, in queste ore, soprattutto gli eletti di fede renziana, stanno tempestando il Nazareno di telefonate. Tutte dello stesso tenore: diteci cosa dobbiamo fare, noi siamo pronti a seguire le indicazioni del segretario- premier, anche spingendoci fino all’extrema ratio di rimettere il mandato nelle sue mani.

 

franco gabriellifranco gabrielli

Significa che, se pure Marino intendesse imbullonarsi alla poltrona, loro sarebbero pronti al sabotaggio, a dimmettersi in massa o a far mancare il numero legale, paralizzando l’aula. Tradotto: nessuna delibera potrebbe essere più approvata e la sorta della giunta sarebbe comunque segnata. Lo dice chiaro Orlando Corsetti, presidente della Commissione Commercio: «Ha ragione Renzi: per la giunta Marino è scattato l’ultimo giro. Se l’amministrazione deve cadere, cadrà per sua incapacità e non per Mafia Capitale. Molti assessori non hanno l’esperienza necessaria per amministrare Roma». La foto del caos che regna a palazzo Senatorio. Dove il sindaco resta asserragliato, sperando che il tempo diventi suo alleato.

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...