draghi mattarella salvini di maio

MARIO DRAGHI SALE AL COLLE PER FAR ARRIVARE A SALVINI E DI MAIO, TRAMITE MATTARELLA, L’ULTIMO AVVISO PRIMA DELLA TEMPESTA: IL PAESE STA RISCHIANDO IL TRACOLLO FINANZIARIO - IL PRESIDENTE DELLA BCE HA FATTO CAPIRE CHE, PIU’ DELLO SPREAD, L’ITALIA RISCHIA IL DOWNGRADING DI MOODY’S E STANDARD AND POOR’S CHE PORTEREBBE I NOSTRI TITOLI A UN GRADINO DI DISTANZA DAL LIVELLO “SPAZZATURA” - I FUNZIONARI DI BRUXELLES SUSSURRANO: "SE LE COSE VANNO MALE SERVIRA' UNA PESANTE  RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO CHE CANCELLERÀ I RISPARMI DI LARGA PARTE DEGLI ITALIANI"

Dagonews

 

MARIO DRAGHI

E’ salito al Colle per portare a Mattarella l’ultimo avviso prima della tempesta. Mario Draghi, che con il Quirinale mantiene da sempre un canale aperto, ha deciso di rappresentare di persona i rischi a cui andrebbe incontro l’Italia nel caso in cui i mercati iniziassero una guerriglia sui nostri titoli pubblici, innescando l’aumento di spread e tassi di interesse fino a strozzarci. Come scrive Ugo Magri su “la Stampa”, il presidente della Banca centrale europea è convinto che Salvini e Di Maio, nel preparare la manovra, abbiano sottovalutato in modo pericoloso il contesto internazionale.

 

salvini mattarella

Il “cannone di Draghi”, il Quantitative Easing, dal primo ottobre ha fatto l’ultimo giro di boa passando da acquisti per 80 a soli 15 miliardi. La sua conclusione è prevista il 31 dicembre e, dal primo gennaio 2019, l’Italia dovrà cavarsela da sola in quella savana di sciacalli che sono i mercati dei titoli.

 

Draghi ha fatto presente che la maggioranza grillo-leghista ha sbagliato anche l’identikit del “nemico”: a stringere il cappio al paese non sono le istituzioni Ue, ma le agenzie di rating. Il loro declassamento può essere mortale. Nel giro di un mese Moody's e Standard and Poor's potrebbero calare la mannaia su di noi. Siamo ancora due “gradini” sopra il livello spazzatura. Il downgrading delle due agenzie più grandi sarebbe, già da solo, in grado di provocare danni incalcolabili, moltiplicando la sfiducia sui mercati.

MATTARELLA E LUIGI DI MAIO

 

2 - MA A BRUXELLES C' È GIÀ CHI EVOCA LA TROJKA «UNA PESANTE RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO»

Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”

 

Si avvicina la resa dei conti. Ufficialmente la Commissione europea, per tutta la giornata di ieri in attesa della nota aggiuntiva del documento di economia e finanza, non fiata. Poi in serata la lettera del ministro dell' economia Tria con la sintesi degli obiettivi di deficit/pil per i prossimi tre anni e gli obiettivi di crescita del pil. I prossimi giorni saranno dedicati all' esame dei documenti.

 

salvini mattarella

In ogni caso, già Commissione europea e ministri finanziari dell' unione monetaria hanno fatto capire chiaramente le loro prime valutazioni: un deficit/pil al 2,4% nel 2019 è fuori dalle regole di bilancio. Lo avevano detto quando sul tavolo c' era il 2,4% per tutti i tre anni per cui ci si chiede se la retromarcia al 2,1% nel 2020 e all' 1,8% nel 2021 possa cambiare quella valutazione.

 

La cosa certa è che l' umore verso la scelta di rottura del governo italiano è negativo ed è alta la preoccupazione per quanto può accadere se l' Italia non rispetta il principio basilare di assicurare una correzione strutturale del deficit (anche minima) in assenza di condizioni economiche negative. È una scelta di cui si teme un effetto negativo per la stessa stabilità dell' unione monetaria data l' enormità del debito pubblico italiano.

 

moody's rischio declassamento

L' agenzia di stampa Reuters raccoglie fin dal pomeriggio umori e preoccupazioni di alcuni alti funzionari Ue, maturate dopo le riunioni di Eurogruppo ed Ecofin a Lussemburgo lunedì e martedì. Sotto condizione di anonimato, forniscono un quadro di valutazioni allarmante. «Quando il ministro Tria ha parlato della previsione di deficit al 2,4% per i prossimi tre anni siamo rimasti a bocca aperta» e anche la revisione delle ultime ore per il 2020 e il 2021 «non è sufficiente» a ridurre il debito/pil in misura sufficiente, ha indicato all' agenzia britannica un official' dell' Eurozona. «Lo stato d' animo (tra ministri e tecnici ndr) era che si trattava di un segnale terribile».

 

STANDARD AND POOR'S

«FOLLIA TOTALE»

Un altro funzionario indica che «la reazione positiva del mercato alla proposta italiana per il 2020 e il 2021 è assolutamente ridicola: cercano disperatamente buone notizie, ma si stanno illudendo, si sta sottovalutando la scala, la totale follia della deviazione (dagli impegni di riduzione del deficit ndr), le previsioni di crescita del pil sono ridicole, specialmente con questo governo la crescita non andrà meglio, peggiorerà». Il governo stima che nel 2019 il pil crescerà dell' 1,5% (a fronte di una previsione di consenso attorno all' 1%), nel 2020 dell1,6% e nel 2021 dell' 1,4%.

 

il palazzo della commissione europea a bruxelles

Un terzo top official europeo ritiene che «i programmi di bilancio per i prossimi tre anni implicano che l' Italia e con lei l' Eurozona procedono verso la prossima crisi come sonnambuli». Ed ecco il quarto alto funzionario: «Si ritiene generalmente che l' Italia sia troppo grande per essere salvata dall' European Stability Mechanism (il fondo salva-stati dei 19 Stati dell' unione monetaria ndr): non è per ragioni tecniche sulla capacità dell' Esm, ma innanzitutto politiche: specialmente i nordici', ma anche altri Paesi, non vogliono nemmeno provare a usare l' Esm per l' Italia».

 

DEBITO PUBBLICO

Per questo, prosegue la ricostruzione di Reuters riportando l' opinione del primo official, «la ristrutturazione del debito sarebbe la sola strada, se le cose vanno male occorre una ristrutturazione che cancellerà i risparmi di una larga parte del popolo italiano e non sono sicuro che questo sia ciò per il quale ha votato». E quella del secondo alto funzionario: «Il tipo di situazione che si verificherebbe va ben oltre ciò che potrebbero immaginare, vivono sulla luna, è completamente da irresponsabili ciò che sta accadendo».

 

Ieri a Roma, intanto, il ministro tedesco degli affari sociali Michael Roth ha incontrato i parlamentari italiani per discutere dei sistemi di protezione sociale. M5S vanta un elogio al suo reddito di cittadinanza. Il ministro però li smetisce: «Non abbiamo parlato del reddito di cittadinanza, come i sistemi di protezione possano essere attuati è una decisione sovrana di ogni singolo Stato».

Ultimi Dagoreport

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…