1. MARPIONNE NON È IL MANDANTE DI RENZI, COME DICE LA CAMUSSO, MA IL SUO NUOVO GURU. IL CAPO DI FCA HA SFANCULATO SINDACATI E POTERI FORTI E PITTIBIMBO VUOL FARE LO STESSO 2. IL SOGNO DEL RENZIE MARPIONATO E’ RIPERCORRERE LE ORME DELLA THATCHER: LEI LADY DI FERRO E LUI PRINCIPINO DI PIOMBO. PER FARE QUESTO HA BISOGNO DI UNO SCONTRO CAMPALE DAL QUALE USCIRE CON LO SCALPO DELLA CAMUSSO, COME MARGARET CON I MINATORI 3. IL PREMIER SPACCONE NON VEDE L’ORA DI ESIBIRE IN EUROPA LE FOTO EROICHE DI PIAZZE PIENE DI SCIOPERANTI E BANDIERE ROSSE PER DARSI ARIE DI FERREO RIFORMATORE 4. SULLE ELEZIONI ANTICIPATE, PERÒ, RENZIE HA CAMBIATO IDEA. NON LE VUOLE PIÙ PERCHÉ SA DI NON RIUSCIRE A PRENDERE QUEL 41% DI CUI VA CIANCIANDO GARRULO DA MESI 5. A IMPENSIERIRE PITTIBIMBO C’È ANCHE LA TENUTA DI FORZA ITALIA. L’EX CAVALIERE CONTROLLA MEZZO PARTITO. E LE USCITE PRO-GAY DELLA CALIPPA FANNO PERDERE VOTI

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RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

DAGOREPORT

 

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

Dopo la Lady di ferro, il Principino di piombo. Nella testa di Matteo Renzi c’è il sogno di ingaggiare un braccio di ferro con il sindacato e di diventare l’erede di Margaret Thatcher ai tempi di Twitter. L’uomo che spezza le reni ai tutori della conservazione e inaugura con una prova muscolare una nuova stagione di riforme.

 

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

Susanna Camusso, leader della Cgil, ha capito con chi ha a che fare e oggi, dalle colonne di Repubblica, accusa Renzie di essere prono a Sergio Marchionne. La questione in realtà è un po’ più sottile. Il trentanovenne premier ha gradualmente cambiato idea sul gran capo di Fca e la cosa è reciproca. Dopo uno scazzo ai tempi delle primarie, i due si sono annusati e piaciuti. E oggi Marpionne è il più grande ambasciatore del renzismo in giro per il mondo, visto che a tutti i suoi interlocutori magnifica le doti di Pittibimbo.

 

A sua volta, Renzie ha deciso di prendere ad esempio il manager con il pulloverino stazzonato, che all’inizio della sua avventura uscì da Confindustria e dichiarò guerra al sindacato. E Marpionne è anche lo stesso che ci mette due minuti a sfanculare uno come Dieguito Della Valle, che il premier non sopporta più nonostante le tante partite della Fiorentina viste gomito a gomito allo stadio.

 

Renzi, che ormai ha eletto Marchionne a guida spirituale, per andare avanti ha bisogno di  fabbricarsi un nemico. E questo nemico è la Cgil. Non è un caso che dalla Leopolda non siano uscite proposte per il futuro o ambiziosi programmi, ma solo una serie di punzecchiature e provocazioni a chi aveva portato in piazza un milione di lavoratori come “prova generale” dello scontro prossimo venturo.

 

renzi e marchionne al council on foreign relations renzi e marchionne al council on foreign relations

Il presidente del Consiglio sogna un grande sciopero generale contro la sua grigia riforma del lavoro. Sogna piazze piene di striscioni rossi. Sogna di essere additato come un nemico del lavoro e della nazione. Ha bisogno di spedire a Bruxelles e in giro per il mondo le foto e le immagini di un grande, eroico, scontro con il sindacato. E poi di tenere duro come la Thatcher con i minatori. Cerca lo scalpo della Camusso per rilanciarsi su scala europea, dopo una serie di figure modeste.

 

Lo scontro andrà in scena tra novembre e la fine dell’anno, con l’approvazione definitiva del Jobs Act. Ma se Renzie ne uscirà vincitore non è detto che sia tentato dalla voglia di incassare al più presto una vittoria elettorale per il suo Pd. Non che un pensierino non ce l’abbia fatto, alle urne anticipate, ma il problema è che il premier si è un po’ imprigionato da solo con ‘sta storia sempre ripetuta del 41%. E se poi prende anche solo un pur onorevolissimo 30%? Non fa la figura dello sconfitto?

susanna camusso by vincino susanna camusso by vincino

 

Tutto sommato, lo stesso Renzie si è convinto che dalle urne ha solo da perdere. Per non parlare del terrore dei suoi alleati, dentro e fuori la maggioranza. Gli ultimi sondaggi riservati danno l’Ncd di Alfano addirittura spalmato sull’1,8% e Forza Italia sarebbe ben sotto il 15%.

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La strada di Renzie, convinto di avere la meglio sulla Cgil e di avere in pugno nemici e alleati, sarebbe abbastanza in discesa se non ci fosse la variabile di Forza Italia. Non che il Patto del Nazareno sia in discussione o che il rapporto con l’ex Cavaliere si sia incrinato. Anzi. Il problema è la tenuta del partito azzurro perché lo stesso Silvio Berlusconi si sta accorgendo che controlla non più della metà del suo stesso movimento.

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

 

Negli ultimi giorni, Berlusconi se l’è presa con Renato Brunetta e Denis Verdini, “rei” di non tenere sotto controllo le truppe parlamentari. Solo che ha sottovalutato il carattere del suo braccio destro toscano. Verdini infatti gli ha risposto a muso duro che la colpa è delle uscite estemporanee della sua fidanzata Francesca su gay e dintorni.

renzi e camusso baraldi renzi e camusso baraldi

 

Per arginare l’emorragia di consensi, il Banana è tornato a fare un po’ la voce grossa con Renzie, ma pare che sia proprio la questione del matrimonio per i gay a pesare nei sondaggi forzisti. In ogni caso, Verdini o non Verdini, la Pascale è stata praticamente “silenziata” da dopo la cena con Vladimir Luxuria.  

 

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