MATTEUCCIO ALLE GRANDI MANOVRE - ADESSO TRABALLANO LE POLTRONE DI SCARONI ALL’ENI, CONTI ALL’ENEL E SARMI ALLE POSTE. A MENO CHE NELLA PARTITA RENZIE NON VOGLIA TRASFORMARSI DA ROTTAMATORE A RICICLATORE

Sarebbe curioso che un politico che ha fatto della rottamazione il suo cavallo di battaglia, una volta al potere, non cambiasse nulla nella grande stanza dei bottoni dell'economia e della finanza italiana - Intanto Renzie incassa le lodi di Scaroni: "Quel che mi piace di lui è la sua volontà di agire e di agire velocemente"…

Condividi questo articolo



Carlotta Scozzari per Dagospia

Le poltrone in palio nelle principali aziende italiane rappresentano già la prima grande sfida del premier "in pectore" Matteo Renzi. E meno male che il segretario del Pd, da bravo tifoso della Fiorentina, conosce le regole del gioco, perché c'è chi è pronto a scommettere che il terreno delle nomine pubbliche sarà per Renzie uno dei più insidiosi su cui si sia mai trovato a gareggiare. Non a caso, proprio su quel campo, sostenitori e detrattori lo stanno già aspettando al varco.

scaroniscaroni

Nel 2014, scatta il rinnovo dei vertici per una miriade di società controllate in maniera diretta o indiretta dal Tesoro. In palio ci sono ben 400 poltrone, ma i riflettori, naturalmente, sono puntati verso la crema della crema, verso i gruppi più grandi e con una maggiore presenza a livello internazionale, e quindi Eni, Enel, Finmeccanica, Poste Italiane e Terna.

E se soltanto fino a pochi mesi fa, con Enrico Letta apparentemente saldo alla presidenza del Consiglio, pareva che per i posti nelle maggiori aziende pubbliche italiane sarebbe per lo più stato mantenuto lo "status quo", con la formazione del governo Renzie all'orizzonte ora sembra tutto da rifare. Anche perché sarebbe curioso che un politico che ha fatto della rottamazione il suo cavallo di battaglia, una volta salito al potere, non cambiasse nulla nella grande stanza dei bottoni dell'economia e della finanza italiana.

scaroni e renzi splscaroni e renzi spl

Non è più così scontato, quindi, che il sessantasettenne Paolo Scaroni resti alla guida dell'Eni, il maggiore gruppo italiano per dimensioni. E se se ne va via lui, è altamente probabile che una sorte analoga tocchi al suo omologo in Enel, il sessantaseienne Fulvio Conti. Non stupisce perciò che in tale contesto dalle parole pronunciate ieri da Scaroni trapeli un certo nervosismo: "Mi piacerebbe che tutte le aziende italiane, compresa Eni, abbiamo un piano di successione che consenta agli azionisti di avere visibilità di quello che succede e di averlo per tempo. Le grandi società fanno così. Suggerirei che non ci sia un happening a mezzanotte del giorno prima".

Fulvio ContiFulvio Conti

Mentre oggi l'amministratore delegato del gruppo petrolifero del Cane a sei zampe ha scelto di sollecitare indirettamente Renzi a decidere delle sue sorti in maniera più morbida, anche se pur sempre perentoria: "Quel che mi piace di lui è la sua volontà di agire e di agire velocemente", ha detto Scaroni del premier in pectore.

EnelEnel

In questa fase, tuttavia, è più che mai difficile tentare di fare chiarezza nel ginepraio delle nomine pubbliche. Sembra, infatti, che Renzie per la guida dell'Eni avesse pensato al numero uno della Vodafone, Vittorio Colao, che tuttavia sembra avere preso tempo per un triennio. Scaroni, dal canto suo, non ha fatto mistero di puntare a un nuovo mandato. Se non fosse possibile, il manager, che siede anche nel consiglio di amministrazione delle Generali, potrebbe comunque essere disponibile a spostarsi alla presidenza dell'Eni, a patto però che alla guida del gruppo possa salire il suo delfino interno Claudio De Scalzi.

Massimo Sarmi postinoMassimo Sarmi postino 0rep vittorio colao0rep vittorio colao

Una soluzione, però, che forse sarebbe troppo all'insegna della continuità per il Rottam'attore, che starebbe così pensando ad altre possibilità dopo il "per ora no" ricevuto da Colao. Nel frattempo, un altro manager pubblico sembra essere sempre più in bilico con un governo Renzie alle porte: Massimo Sarmi, che dal 2002 guida indisturbato le Poste Italiane.

Logo Logo "Eni"

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO