MILANO LADRONA - SOLDI PUBBLICI PER CENE A BASE DI ARAGOSTE E PER UN BANCHETTO MATRIMONIALE! - IN 64 RISCHIANO IL PROCESSO, SOTTO ACCUSA ANCHE LA MINETTI E IL TROTA - A GIUDIZIO ANCHE ESPONENTI DI PD E SEL

Sandro De Riccardis per “la Repubblica

 

MINETTI LEGGE “50 SFUMATURE DI GRIGIO” MINETTI LEGGE “50 SFUMATURE DI GRIGIO”

È il racconto di un’epoca politica di spese senza freni e di senso d’impunità. Di chi pensa che coi soldi pubblici dei gruppi consiliari in Regione può pagarsi pranzi e aperitivi, spensierate serate in discoteca e cene a base di sushi e aragoste in lussuosi ristoranti milanesi.

 

Persino organizzare il buffet del matrimonio della figlia, facendolo passare come costo di rappresentanza politica. C’è questo e molto altro nella richiesta di rinvio a giudizio dei 64 ex consiglieri della Regione Lombardia, firmata dal procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio. La procura contesta ai 64 politici oltre tre milioni di spese illegittime, tra il 2008 e il 2012.

 

RENZO BOSSI TROTARENZO BOSSI TROTA

Tra i politici per i quali la procura chiede il processo ci sono nomi ormai celebri come Renzo Bossi, figlio del fondatore della Lega, o Nicole Minetti, l’ex igienista dentale coinvolta nello scandalo delle “cene eleganti” di Arcore. O ancora Massimo Guarischi, ora a processo per le tangenti negli appalti della sanità lombarda e compagno di vacanze dell’ex presidente Formigoni.

 

Ma tra gli indagati, ci sono anche l’attuale vicepresidente del Consiglio regionale, il leghista Fabrizio Cecchetti, l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni, gli ex assessori Massimo Ponzoni, Franco Nicoli Cristiani, Monica Rizzi, Romano Colozzi, Massimo Buscemi, Stefano Galli, Giulio Boscagli. Non mancano gli indagati nemmeno tra gli esponenti dell’opposizione, come Chiara Cremonesi (Sel) Luca Gaffuri, Carlo Porcari e Carlo Spreafico (Pd), Elisabetta Fatuzzo (Pensionati).

 

NICOLE MINETTI DAVIDE BONI NICOLE MINETTI DAVIDE BONI

Nelle quasi 700 pagine di richiesta di rinvio a giudizio inoltrata al giudice dell’udienza preliminare — dalle quali esce il Pdl Mauro Parolini che va verso l’archiviazione — ci sono oltre tre milioni di spese considerate dagli investigatori illegittime, leggermente ridotte rispetto a quelle contestate durante l’indagine.

 

Ci sono i numeri della grande passione di Nicole Minetti per il sushi e le sue tante serate in raffinati ristoranti milanesi come “Giannino”, finite in nota spese insieme agli scontrini all’Ikea e in libreria dove l’ex soubrette ha comprato il libro Mignottocrazia , per un totale di 20mila euro. Ci sono i quasi 16mila del “Trota”, il figlio del Senatur, che dovrà spiegare i rimborsi della sua breve esperienza politica in Regione: pacchi di sigarette “Pall Mall” azzurre, consumazioni in autogrill, split per l’aria condizionata, integratori Gatorade, birre, Red Bull.

stefano_gallistefano_galli

 

Pizze, cannoli, ciambelle, coppette di gelato e “Gratta e vinci” fanno invece parte degli oltre 27mila euro di cui dovrà rispondere un altro leghista, Pierluigi Toscani, che ha addebitato ai contribuenti anche 752 euro per cartucce da caccia. Niente a che vedere con il catering da 3300 euro del compagno di partito Roberto Pedretti, organizzato al centro sportivo di Palazzolo.

 

Chiara 
Cremonesi 
Chiara Cremonesi

 Grandi e piccole cifre: come i 50 euro (su 72mila contestati) spesi dal Pdl Roberto Alboni, per un mazzo di fiori; i 171 del leghista Daniele Belotti per una macchina fotografica digitale; i mille e 640 euro per un MacBook del Pdl Alberto Bonetti Baroggi (65mila euro di rimborsi); i cento euro spesi in Mojito e Daiquiri dal leghista Angelo Ciocca; i 60 euro del pedaggio dell’Area C milanese ottenuti da un altro Pdl, Angelo Giammario.

 

Luca GaffuriLuca Gaffuri

Maggioranza e opposizione si troveranno riuniti nell’eventuale processo. Perché a Chiara Cremonesi, allora capogruppo di Sel, sono stati contestati 66mila euro: dai Waferini e Viennesi Armonia, a 101 euro per “salumi vari”; da un necrologio per 353,40 a fiori per 50 euro fino a molti rimborsi per carburante, biglietti ferroviari e pranzi. A Luca Gaffuri, ex capogruppo Pd, la procura contesta spese per circa 10mila euro per pranzi e aperitivi; al suo compagno di partito Carlo Spreafico rimborsi non dovuti per 40mila in viaggi e pranzi. A Carlo Porcari, quale presidente del gruppo del Pd, 200mila euro quasi tutti in menù e coperti.

 

carlo spreafico carlo spreafico

Tutti gli indagati dovranno rispondere di peculato, due di truffa. Uno, Davide Boni, avrebbe comunicato alla Regione di essere residente a Sabbioneta, provincia di Mantova, mentre si era trasferito dal 2003 a Milano: un trucco che gli avrebbe garantito un rimborso illegittimo di 25mila euro in spese di benzina. Il secondo, il leghista Stefano Galli, avrebbe invece fatto ottenere una consulenza da 196mila euro al genero, anche lui tra gli imputati del procedimento, oltre aver incassato seimila euro per il banchetto del matrimonio della figlia.

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?