tunisia 000578-138_636x382

I MISTERI DI UNA STRAGE - A GENNAIO LE AUTORITA’ TUNISINE DEFINIVANO IL MUSEO UN “OBIETTIVO SENSIBILE”: PERCHÉ NESSUN GOVERNO É STATO ALLERTATO? PERCHÉ A PROTEGGERE IL "BARDO" C’ERA SOLO UNA GUARDIA ARMATA?

strage in tunisia bed311strage in tunisia bed311

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

 

Alina è tornata al mattino presto. Era fuggita dalla porta principale, lasciandosi dietro le urla, gli spari, e quei turisti italiani che stava accompagnando attraverso le meraviglie dell’antichità. Ha 23 anni, è una ragazza di quella primavera del 2011 ormai così lontana. Ora guarda l’ingresso transennato del Bardo, il «suo» museo, che conosce così bene perché vive di questo, facendo la guida culturale. «Non sapremo mai la verità».

 

Il giorno dopo è sempre quello dell’unità nazionale e dei dubbi. Stavolta ce ne sono così tanti che vale la pena metterli in fila, non per fare dietrologia, ma per capire meglio l’attentato di Tunisi, che si porta dietro il peso di 23 morti e una serie di punti oscuri che rivelano la fragilità degli apparati di sicurezza, esorcizzata a mezzo stampa evocando infiltrazioni e forze lontane, quasi a negare nemici e fronti interni. 
 

attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05cattacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05c

Gli obiettivi
Gli autori della strage non hanno mai davvero provato a entrare all’Assemblea dei rappresentanti del popolo, il Parlamento tunisino dove mercoledì si discuteva della legge anti-terrorismo. Wafel Bouzi, la guida di un gruppo di turisti spagnoli che viaggiavano sulla Splendida di Msc, dice di aver visto nel parcheggio del museo un giovane sui vent’anni, in abiti civili, senza barba, che teneva in mano un Kalashnikov.

 

«Credevo scherzasse. Poi si è messo a sparare sulla gente che scendeva dal pullman». Sono le 12.30, così ha dichiarato a stampa e forze dell’ordine. Quella è l’ora delle comitive straniere, quando le guide cominciano la giornata di lavoro. In quel momento la deputata Sayda Ounissi in un tweet racconta che un uomo armato è stato visto vicino al Parlamento. Cinque minuti dopo, quando la strage al museo è in corso, un altro tweet. «Panico enorme, ci stanno evacuando» . 
 

strage in tunisia 97cb5bstrage in tunisia 97cb5b

I controlli
Non c’era nessuno, o quasi. Il Bardo, 124 stanze nella ex residenza del bey, il sovrano del XIX secolo, principale attrazione tunisina, a 100 metri dalla sede del Parlamento e di fronte a quella dei servizi segreti, era sorvegliato da una sola guardia armata. Quando i terroristi hanno cominciato a sparare, lo hanno fatto in perfetta solitudine. Nel piazzale che separa l’Assemblea del popolo dal Bardo ci sono due casupole con scritto Polizia. La prima, più vicina al Parlamento, è abbandonata.

 

Sembra un deposito di oggetti da lavoro e giardinaggio. La seconda era vuota anche ieri. Questo potrebbe spiegare come sia stato possibile per i terroristi entrare dalla porta principale portando in spalla due sacche di armi. Secondo le testimonianze il travestimento da poliziotti non sarebbe avvenuto all’esterno ma dentro, dopo una prima sparatoria al pianterreno. 
 

Stato d’allerta
La Tunisia del 18 marzo 2015 avrebbe dovuto essere un Paese a nervi tesi. Dalla primavera 2011 ci sono stati 28 attacchi terroristici per 28 vittime. Il penultimo un mese fa. Era il 18 febbraio, assalto di un gruppo armato alla residenza privata del ministro dell’Interno, uccisi 4 agenti.

 

attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 23512f9attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 23512f9

Due giorni prima dell’attentato al museo era apparso un messaggio del gruppo Katibet Okba Ibn Nafaa, sostenitore del Califfato islamico: prometteva uno «choc per i falsi devoti, in particolare i più marci tra loro, gli uomini di cultura». Nella relazione governativa sulla sicurezza presentata al Parlamento a gennaio il museo del Bardo era definito come «obiettivo altamente sensibile». Ma nessuna comunicazione di questo genere è mai giunta ai governi stranieri e alle compagnie che organizzano viaggi turistici a Tunisi. 
 

Uno strano documento
A leggerlo fa impressione. «I due sono scesi dall’autobus, passando davanti al commissariato di Polizia degli infedeli e al centro dei servizi segreti tirannici. Si sono seduti, per riflettere. Hanno depositato la valigia con le armi e le bombe nel deposito bagagli della stazione. Sono andati per una prima perlustrazione del luogo. Sono tornati a prendere la valigia. Hanno lanciato contro i poliziotti una bomba a mano e poi hanno diretto il loro mitra contro gli infedeli originari.

 

spari dentro al museo bardo di tunisispari dentro al museo bardo di tunisi

Così è cominciata l’epica azione». È apparso su un sito di simpatie jihadiste, anonimo, da prendere con le molle. Ma molto informato. L’autore sottolinea che è stata un’azione spontanea, armi a prezzo accessibile, nessun addestramento particolare. Come a dire che può rifarlo chiunque, in ogni momento. Volevano dimostrare che la Tunisia è vulnerabile. Ci sono riusciti. 

un sostenitore isis esulta per la morte di francesco caldara vittima a tunisiun sostenitore isis esulta per la morte di francesco caldara vittima a tunisi

 

strage in tunisia c2ac5d3strage in tunisia c2ac5d3

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")