renzi draghi visco

MO' SO' CAZZI! VISCO INIZIA A TOGLIERSI I SASSOLINI DALLE SCARPE – PRIMO SILURO A SACCOMANNI E LETTA PER IL BAIL IN, IL SECONDO PER PADOAN E IL DUCETTO PER I DECRETI SULL’ETRURIA ED I RIMBORSI AI RISPARMIATORI – LA BOTTA PIU’ FORTE CONTRO RENZI ARRIVERA’ IN PARLAMENTO – A FRANCOFORTE INCONTRO DI MEZZ’ORA CON DRAGHI A PORTE CHIUSE 

Rosario Dimito per il Messaggero

IGNAZIO VISCO

 

«Sono sereno perché io e il direttorio abbiamo messo il massimo di impegno e responsabilità nella gestione delle crisi bancarie. È semmai da parte della politica che non c'è stata piena consapevolezza dei rischi derivanti dalle norme sul bail-in e dalla vendita, del tutto legittima secondo le regole approvate dal Parlamento, dei bond subordinati delle quattro banche finite in risoluzione».

 

Già mercoledì sera a Francoforte, dov'è atterrato alle 17,45 con il volo Alitalia 404, ai colleghi del Consiglio direttivo che affluivano al quartier generale dell'Eurotower, in vista della riunione di ieri, Ignazio Visco dissimulava la tensione accumulata nell'ultima settimana. E offriva con apparente naturalezza, secondo il resoconto di un testimone, la sua interpretazione sulla polemica sollevata da Renzi e dal Pd riguardo le responsabilità della Vigilanza nelle crisi di alcune banche. Tra l'altro, prima della tradizionale cena con i colleghi del board avrebbe avuto un colloquio a quattr'occhi con Mario Draghi durato una mezz'ora. 

 

IL NUOVO MANDATO

LETTA E SACCOMANNI images

Con i suoi interlocutori non avrebbe però scoperto le carte sulle rassicurazioni ricevute martedì da ambienti del Quirinale circa la sua ormai probabile ricandidatura alla guida della Banca d'Italia. Ha però ripetuto quanto aveva confidato il giorno prima ad alcuni suoi collaboratori: «Saranno altri sei anni molto duri, anche se non ci sono alle viste nuovi salvataggi, avremo addosso gli occhi della politica pronta a sollevare altri polveroni».

 

Il clima di tensione non gli ha impedito di partecipare attivamente ai lavori del Consiglio Bce che ha dimezzato l'acquisto mensile dei bond di Stato a partire da gennaio 2018, tanto che nel dibattito sarebbe intervenuto in almeno un'occasione per condividere la svolta impressa da Draghi. Infine, alle 20,30 di ieri sera il ritorno a Roma, forte però della conferma dell'investitura trapelata nel pomeriggio dopo l'invio della lettera del premier Gentiloni al Consiglio superiore di Bankitalia. 

PADOAN RENZI

 

Questa mattina sarà nel suo ufficio al primo piano di Palazzo Koch, ma non prenderà parte alla riunione del Consiglio superiore fissata per le 8,30 che dovrà esprimere il parere sulla designazione via lettera recapitata al consigliere anziano Ignazio Musu. Il regolamento prevede il voto a scrutinio segreto: per la decisione è richiesta la maggioranza dei due terzi dei membri partecipanti. Il Consiglio era stato di fatto convocato da due giorni, visto che da Palazzo Chigi erano pervenuti segnali inequivocabili di voler chiudere entro oggi l'iter di nomina.

 

Dopo il parere non vincolante dei 13 saggi, che ovviamente si presume favorevole, il responso verrà sottoposto al Consiglio dei ministri convocato per lo scopo alle 11 di oggi: la relativa delibera di approvazione verrà infine inviata al Quirinale per il completamento della procedura attraverso un decreto a firma del presidente Sergio Mattarella. Il mandato di sei anni decorrerà da mercoledì 1 novembre e scadrà il 31 ottobre 2023.

VISCO DRAGHI

 

LA PREMESSA

Il gradimento del Consiglio Superiore, però, non consisterà soltanto in un parere favorevole al nuovo governatore come da rito. Dopo il duro scontro sulla ricandidatura di Visco, che di fatto ha velato l'immagine di indipendenza e autonomia a fondamento dell'Istituto, fra i membri del Consiglio sarebbe maturato un desiderio forte di chiarire al mondo della politica che «l'indipendenza e l'autonomia della Banca d'Italia sono un valore inalienabile, che deve essere preservato ad ogni costo e che ogni interferenza verrà dunque respinta senza indugio». Questo sarebbe stato l'argomento al centro di un confronto tra di loro durante la cena svoltasi ieri sera in un ristorante del centro di Roma organizzata per tirare le fila alle consultazioni in corso da giorni. 

 

LA LETTERA

GENTILONI VISCO

Dunque, la missiva che giungerà a Palazzo Chigi conterrà, sia pure nel linguaggio ovattato di Via Nazionale, un cappello contenente una presa di distanza dalle ultime vicende. Il fatto che il governo abbia sottoscritto la mozione del Pd nella quale si chiedeva discontinuità nella gestione dell'Istituto - sebbene poi limata in questo passaggio - viene considerata una ingerenza da respingere senza esitazione. «Se il Parlamento ritiene di dover criticare l'operato della Vigilanza - si commentava ieri sera - l'unica sede dove poter esprimere opinioni, anche le più critiche, è la Commissione d'inchiesta, che non a caso proprio il Pd ha fortemente voluto. Ma ogni interferenza sulla nomina del governatore va respinta senza esitazione».

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…