"UN PREMIER TERZO, POI VOI VI SPARTITE I MINISTERI", IL "KINGMAKER" PARNASI TRATTAVA COL M5S PER CONTO DELLA LEGA - IL COSTRUTTORE E IL SUPER CONSULENTE DEI GRILLINI LANZALONE TEMEVANO UN GOVERNO 5STELLE- PD: ECCO COSA SPERAVA DI OTTENERE L' AVVOCATO GENOVESE - L’INCHIESTA SUI FONDI DESTINATI AL PARTITO DI SALVINI - GIORGETTI SI DIFENDE: "PARNASI? ERAVAMO VICINI DI CASA. E LA CENA SEGRETA ERA UN..."

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Francesco Grignetti e Edoardo Izzo per la Stampa

 

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Luca Parnasi si considerava il king-maker della nuova maggioranza. E non era un' impressione così campata per aria. Nei giorni delle consultazioni e delle trattative segrete, Parnasi e l' avvocato Luca Lanzalone s' incontrano al bar e discettano di grandi strategie. Parnasi: «Stamattina ho incontrato Giancarlo (Giorgetti, ndr) in aeroporto. La cosa va chiusa velocemente perché l' altro Matteo martedì o mercoledì si incontrerà con il Cavaliere».

 

È l' 8 aprile quando Salvini partecipa a un vertice ad Arcore. Nelle stesse ore, Di Maio minaccia di «chiudere un forno» e di fare l' accordo con il Pd. E questa prospettiva non piace affatto ai due. Sempre Parnasi, tra il serio e il faceto: «Giorgetti mi ha detto che il contratto va firmato subito perché loro sono di Varese, mentre lui è di Pomigliano d' Arco...». Risate. Lanzalone, che appare sempre più un plenipotenziario del M5S, gli risponde però che «c' è una spinta forte dei media ad andare verso il Pd e non verso il centrodestra». Ma questa ipotesi a Parnasi piace poco. Gli propone uno schema di gioco, che guarda caso sarà quello vincente: «Serve una persona super-partes. Poi vi spartite i ministeri. Ma servono regole precise per l' alleanza». E conclude: «Tu fai riferimento a Giancarlo...». Giancarlo Giorgetti, ovvero l' altro plenipotenziario.

 

parnasi parnasi

«Su mandato di Giancarlo...» Ora, la cena per far conoscere Giorgetti a Lanzalone, Parnasi l' aveva organizzata il 12 marzo. Le cose però avevano cominciato a traballare. Erano subentrati gli insulti. E si arriva all' 8 aprile. Lanzalone ha un problema con i giornali, con Dagospia in particolare, e perciò Parnasi vuole che si incontri con il suo amicone Luigi Bisignani. Prima prepara l' incontro. E per spiegargli qual è il suo vero ruolo, di king-maker, Parnasi si sbilancia. A Bisignani racconta del colloquio con Lanzalone. «Gli ho spiegato anche politicamente... anche su mandato di Giancarlo, no?...se si chiude l' accordo Cinquestelle-Lega, si deve chiudere in settimana. Il rischio che il Pd si sfaldi, si smonti, è altissimo. E che quindi gli si crei un' alternativa di governo al mondo Cinquestelle».

 

LANZALONE - ROCCO CASALINO - LUIGI DI MAIO LANZALONE - ROCCO CASALINO - LUIGI DI MAIO

Il costruttore si riferisce al maremoto che attraversa i dem in quei giorni, con quelli che vogliono aprire a Di Maio e quelli contrarissimi. Ancora Parnasi a proposito del colloquio con Lanzalone: «Gli ho detto: "Guarda, l' alternativa, te lo dico perché poi ci sono, è chiaro che il giorno che il mondo Pd scopre che vuole fare l' accordo con i Cinquestelle, e che quindi il mondo Pd è compatto per fare un accordo, fa l' accordo con il centrodestra. Non lo fa certo con voi"».

 

LUCA LANZALONE LUCA LANZALONE

Parnasi incontra Giorgetti a ripetizione. I carabinieri, doverosamente, quando arriva un parlamentare evitano di riportare i loro colloqui. È curioso, però, che dopo un colloquio a tavola, il 16 maggio, dopo che Giorgetti ha raggiunto Parnasi che era già insieme con un sacerdote, il costruttore si precipita in ufficio, non sta nella pelle, e dice alla sorella Flaminia e alla madre che «a breve passerà un avvocato dei Cinquestelle che potrebbe essere nominato primo ministro». Parnasi aveva visto giusto, solo che l' avvocato che diventerà premier non sarà Lanzalone ma Conte.

LANZALONE E VIRGINIA RAGGI LANZALONE E VIRGINIA RAGGI

 

Lanzalone si consola È il 2 giugno quando Lanzalone si confronta il suo collega Luciano Costantini e si sfoga: «Stamani alla cerimonia c' era solo Luigi (Di Maio, ndr). È sbagliato». I carabinieri annotano: «Luciano Costantini afferma che Alfonso (il ministro della Giustizia, Bonafede, ndr) gli ha detto che vorrebbe portarlo ovunque e aspetterà che gli indichi la posizione che vuole assumere. Luciano gli ha chiesto che cosa serve. Alfonso gli ha risposto che non ha ancora capito come funziona il ministero».

 

Se Costantini è quasi sistemato, Lanzalone di sé dice di «avere detto a Luigi (Di Maio, ndr) che è interessato alla nomina a commissario straordinario in qualche amministrazione straordinaria piuttosto che in Cassa Depositi e Prestiti». Già, i due avvocati sono uomini di mondo e puntano al sodo. Annotano i carabinieri: «Parlano degli amministratori giudiziari che sono sempre gli stessi e citano Laghi (Enrico Laghi, amministratore straordinario di Ilva e Alitalia, amico di Lanzalone, ndr) che fattura 700 mila euro al mese». Ah, ecco.

 

 

2. L' OPA DEL COSTRUTTORE SUL GOVERNO M5S-LEGA

Marco Mensurati, Fabio Tonacci e Maria Elena Vincenzi per la Repubblica

luca parnasi luca parnasi

 

L' opa del palazzinaro di Roma sul governo " del cambiamento" entra nella sua fase cruciale il 4 aprile scorso. Un mese esatto dopo l' esito del voto che consegna l' Italia a Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Luca Parnasi sa che se vuole riscuotere il dividendo dei suoi " investimenti" in campagna elettorale - come vedremo, al centro di un nuovo filone d' inchiesta - deve muoversi in fretta. Prima che i giochi siano fatti. In quei giorni già si parla di un possibile Contratto di governo, i 5 Stelle guardano, o fingono di guardare, a sinistra, la Lega fatica a smarcarsi da Berlusconi. Parnasi, stando alle carte dell' indagine, ha foraggiato tutti, dal Pd a Fratelli d' Italia. Ma su Lega e M5S ha puntato la posta più alta. Le « erogazioni macro», come le definisce lui.

 

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LANZALONE E VIRGINIA RAGGI LANZALONE E VIRGINIA RAGGI

Le "dritte" sul Contratto « Poi - annotano i carabinieri del Nucleo investigativo di Roma - Parnasi dice che stamattina ha incontrato tale Giancarlo ( Giorgetti, ndr) in aeroporto e che gli avrebbe detto che il Contratto di governo va firmato subito, perché loro sono di Varese mentre lui ( Di Maio) è di Pomigliano d' Arco » . La battuta di Giorgetti scatena l' ilarità di Lanzalone. Anche il costruttore ride, ma in mente ha un piano che, 89 giorni dopo il voto, diventerà realtà.

 

« Come premier propone una persona terza, super partes. Dice che bisogna stabilire le regole precise dell' alleanza, e dice a Lanzalone di fare riferimento a Giorgetti».

Parnasi sussurra alla politica e fa sogni di cemento: stadi e mall da costruire a Roma e a Milano ( dove ha finanziato con 50mila euro, regolarmente registrati, anche la campagna del sindaco Pd Giuseppe Sala). Prima però deve nascere il governo, di cui ha già " scelto" la sua lista dei ministri: « Spadafora, Fioramonti, Fraccaro, Bonafede e forse Laura Castelli».

luca parnasi luca parnasi

 

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L' indagine sui soldi alla Lega L' opa di Parnasi sul governo giallo- verde, funzionale ai suoi progetti immobiliari, è quasi fatta. Lanzalone lo coprirà con i vertici del Movimento. E non ha bisogno di garanzia con la Lega. Per quella basta Matteo Salvini ( « un fratello » ) e i 250 mila euro che ha versato all' associazione leghista " PiùVoci" tramite la società Pentapigna nel 2015. A cui si aggiungono i più recenti « cento e cento per la Lega » , di cui parla lo scorso febbraio al suo collaboratore Gianluca Talone. Sono pronti a essere bonificati.

 

Ma c' è un problema tecnico. « Ne mettiamo cento sul giornale e cento sulla radio » , propone Gianluca Talone, il contabile. «Ma alle tre di notte su Radio Padania, manco per il cazzo», risponde Parnasi che vuole qualcosa di più plausibile per giustificare il finanziamento. Una prudenza opportuna, visto che, ora, è proprio su quei soldi che punta l' indagine.

salvini giorgetti salvini giorgetti

 

3. GIORGETTI

Chiara Sarra per il Giornale

 

"Parnasi lo conosco da 15 anni, a Roma eravamo vicini di casa". A dirlo è Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, che spiega così la famigerata "cena segreta" con l'imprenditore arrestato per presunte tangenti per la costruzione dello stadio della Roma.

 

parnasi foto di stasi gmt parnasi foto di stasi gmt

"L'ultima volta l'ho sentito una settimana fa: la madre aveva un'operazione delicata, mi ha chiesto di pregare per lei", ha spiegato Giorgetti al Fatto quotidiano, "La cosiddetta cena segreta era un aperitivo: un bicchiere di vino e qualche fetta di salame".

 

Alla domanda se la Lega intenda restituire i soldi versati da Parnasi, Giorgetti risponde: "Non abbiamo fatto niente di male, non vedo perché dovremmo. Non arrivano da attività illecita. E noi con lo stadio della Roma non c'entriamo proprio niente". E accusa le toghe: "Sapevamo perfettamente che nel momento in cui si andava al governo, qualche azione di questo tipo sarebbe arrivata".

 

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