NON DITE A BERTONE CHE DIETRO IL CRAC DEI SALESIANI C’E’ UNA “MAZZETTA” DA 775 MILA €

Valeria Pacelli per "il Fatto Quotidiano"

A ricevere due versamenti di denaro "in cambio di influenza presso la chiesa" per la gestione dell'eredità dei salesiani fu don Manlio Sodi, il presidente della Pontificia Accademia della Teologia. È questa l'ultima novità che emerge dalle indagini difensive e della gendarmeria vaticana che ha riacceso i fari della procura di Roma sulla questione del patrimonio dei salesiani. Perché dopo l'archiviazione sul presunto raggiro ai danni della Fondazione di don Giovanni Bosco, le indagini ora sono state riaperte.

Determinanti le dichiarazioni rese da Don Manlio Sodi, lo scorso dicembre nello studio dell'avvocato Michele Gentiloni, difensore della Congregazione. Don Sodi, in passato collaboratore di Tarcisio Bertone, ammette di aver ricevuto due versamenti, uno da 175 mila euro e un secondo da 600 mila euro, da Carlo Maria Silvera, il consulente finanziario di origini siriane.

Silvera entra negli affari della Congregazione molti anni fa, quando i nipoti di Alessandro Gerini, il ricchissimo "marchese di Dio", senatore democristiano per due legislature, impugnano il testamento del nobiluomo che aveva destinato palazzi e terreni ai salesiani.

Nel 2007 Silvera, in qualità di rappresentante dei nipoti, propone all'economo dei Salesiani, don Giovanni Battista Mazzali, una mediazione. Che prevedeva una clausola: la percentuale a lui destinata sarebbe aumentata al momento in cui sarebbe stata fatta una stima precisa del patrimonio.

Bertone è d'accordo con la soluzione e nella trattativa partecipa anche l'avvocato milanese Renato Zanfagna, finché l'8 giugno 2007 viene siglato il patto. Tuttavia una commissione di periti stabilisce che il patrimonio equivale a circa 658 milioni di euro, e di conseguenza la parcella per Carlo Moisè Silvera raggiunge la soglia di 99 milioni. La congregazione si rifiuta di pagare la cifra pattuita, Silvera fa ricorso e ottiene dal tribunale di Milano il sequestro dei beni dei Salesiani per 130 milioni di euro. Che rischiano il crac e denunciano Silvera e Zanfagna di truffa. L'indagine però viene archiviata.

Ma pochi mesi dopo colpo di scena: Don Manlio Sodi oltre parlare di ingenti somme di denaro, è anche l'uomo che fa da ponte tra Tarcisio Bertone e Renato Zanfagna. I due, tramite don Sodi, riescono ad incontrarsi il 30 marzo del 2007, giorno in cui Bertone dice di essere stato raggirato. Ma la questione è molto più complicata.

Perché da una parte don Manlio davanti ai legali dei Salesiasi ammette di aver ricevuto quel denaro, anche se poi non è molto convinto sulla destinazione, dice "per opere caritatevoli", ma poi non ricorda bene quali esse siano. versione che non convince gli investigatori vaticani, secondo i quali si tratterebbe di una mazzetta per ottenere una corsia preferenziale in Vaticano. Dalla sua invece Carlo Moisè Silvera, sentito dal Fatto, nega. "Conosco don Manlio da molti anni. - racconta Silvera - ma non gli ho mai dato un euro neanche per opere caritatevoli".

E che qualcuno mente è chiaro. Bisogna anche dire che in Vaticano la questione salesiani preme a molti. In primis allo stesso Tarcisio Bertone che poco prima che ci fosse l'archiviazione, il 24 settembre del 2012, ha inviato una lettera alla procura di Roma. Il segretario di Stato ha ammesso di aver avuto contatti con le parti "impegnate in questo lungo e contorto procedimento, cercando di capire per quanto possibile le ragioni della Fondazione. (..) A questo scopo ho favorito per quanto mi era possibile, un accordo transattivo di per sé proposto e condiviso dall'avv. Renato Zanfagna, che fino a un certo periodo fungeva da avvocato difensore della fondazione".

Bertone aveva dato il nulla osta anche per la soluzione negoziale che consentiva al faccendiere di aumentare la sua parcella "ma -spiega nella lettera- ritenendo che non si dovesse superare assolutamente la somma di 25 milioni. (..) Al contrario sono venuto a conoscenza solo successivamente che l'avvocato Zanfagna insieme con l'avvocato Scoccini ed altri hanno congegnato un meccanismo per gonfiare a dismisura il valore del patrimonio".

La lettera è arrivata pochi giorni prima della decisione della procura. Il giudice Adele Rando ha archiviato la vicenda, anche se adesso lo stesso Bertone chiede di essere sentito. Tuttavia, anche l'avvocato Renato Zanfagna ha denunciato per diffamazione la congregazione. Anche se dichiara l'avvocato Michele Gentiloni "dopo accurate ricerche non risulta nessun procedimento a carico dei salesiani. Nessuno è indagato". Ed è questo un altro capitolo di una vicenda che da 22 anni, anno della morte del ricco marchese di dio, ancora non trova soluzione.

 

alessandro gerini CARDINALE TARCISIO BERTONE anita ekberg e il marchese antonio gerini antonio gerini e anita ekberg salesiani don bosco

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