OGGI L’EMILIA-ROMAGNA, DOMANI L’ITALIA? – SALVINI CHE DOPPIA BERLUSCONI RISCHIA DAVVERO DI DIVENTARE IL PRIMO GRADINO DELLA SCALATA DELLA LEGA AL CENTRODESTRA ITALIANO

Il candidato leghista Fabbri aveva un’asticella da superare, il 13% della vecchia Lega Nord alle Regionali del 2010, ultimo anno prima dell’avvento di Beppe Grillo - Forza Italia è il bersaglio, M5S il granaio dal quale prendere voti: “Come hanno fatto loro con noi. Adesso glieli sfiliamo tutti, uno per volta”…

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Marco Imarisio per il “Corriere della Sera

 

Matteo Renzi Bruno Vespa Matteo Renzi Bruno Vespa

La nuova destra lepenista italiana si fa al bar Dal Mister di Scortichino. A ogni aggiornamento sul sito del Viminale corrisponde un commento di Alan Fabbri seguito dalle risate dei suoi sostenitori che gli stanno alle spalle. «Siamo sopra Bonaccini almeno per un paio di minuti» urla il candidato leghista. «Fatemi una foto prima che torno a essere secondo...».

 

Passano il tempo e le voci corrono più o meno incontrollate. Ma verso le due di notte il buonumore diffuso non sembra solo conseguenza delle abbondanti libagioni. Il crollo dell’affluenza rende possibile ogni sogno, compreso quello del sorpasso sui parenti serpenti di Forza Italia, con i primi dati parziali che dopo lo spoglio di 1.171 sezioni su 4.512 forniscono un punteggio impietoso: 21% leghista contro il misero 8,7% dei berlusconiani. Matteo Salvini chiama sfidando ogni superstizione. «Non ci posso credere — urla al telefono —. Sopra al 20% è un risultato storico». 
 

BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

Quando qualcuno si prenderà la briga di scrivere la storia del Le Pen nostrano, se mai ce ne sarà una, dovrà per forza inserire la notte delle elezioni regionali di Emilia e Romagna trascorsa in questo locale di una frazione di Bondeno, a pochi chilometri dall’argine destro del Po, accanto a un campo sportivo. Fabbri, candidato con barba e codino di un centrodestra unito solo sulla carta sbriga le formalità in anticipo telefonando al suo rivale, il vincitore annunciato Stefano Bonaccini. «Ce le siamo dette ma senza mancarci di rispetto. E guarda che per non c’è problema, se fai cose che mi piacciono sono disposto a collaborare con te». 
 

Ma la cronaca impone di raccontare di un posto pieno che non ci stava più neanche uno spillo, dove Alan Fabbri, il sindaco di Bondeno che Salvini ha scelto per la prima verifica importante della nuova Lega Nord, trascorre la sua notte bianca in attesa dei risultati. All’ingresso c’è parcheggiato un trattore avvolto nella bandiera con il Sole delle Alpi. Dentro, appese alle pareti di legno c’è il tripudio di ogni possibile bandiera indipendentista, dai baschi fino alla Nazione Romagna.

fabbri alan fabbri alan

 

Sono tutte un gentile omaggio del candidato Alan, quando il Mister decise di aprire il bar. La scelta di aspettare circondato dagli amici stempera la tensione di un passaggio che lo stesso Salvini definisce potenzialmente storico, almeno per lui. Lo scambio di messaggi tra mentore e delfino non è proprio al livello dell’incontro di Teano, ma questo passa il convento. «Auguri per il derby» scrive Fabbri intorno alle 20.

 

«Mi tocco» risponde Salvini, e non c’è bisogno di scendere nei dettagli. Ai posteri converrà piuttosto consegnare il precedente sms del segretario leghista in pieno afflato obamiano: «Il meglio deve ancora venire». Ancora poche ore e si saprà. Il voto dell’Emilia-Romagna ha rilevanza nazionale quasi solo per questo, per tastare la consistenza del fenomeno Salvini alla prova dei fatti, dopo infiniti rodaggi televisivi. Anche lo scambio preventivo di cordialità con Bonaccini ha un suo senso. Ai convenuti, amici e familiari di Fabbri, non importa un fico secco della vittoria del candidato democratico. La missione emiliano romagnola consiste nel prendere un voto in più di Forza Italia. 
 

stefano bonaccini stefano bonaccini

«L’astensione è il nostro primo alleato, come il generale inverno per i russi» ammette Fabbri. Nel bel mezzo dello spoglio il suo distacco da Bonaccini è di 17 punti, 48 a 31%, con posti insospettabili come la provincia di Ferrara dove addirittura è un testa a testa con scarto di poche centinaia di voti. «Saranno anche dati provvisori ma non era mai successo prima, gli stiamo facendo un po’ di paura. Stiamo andando bene, soprattutto come Lega Nord. Quelli di Pd, Forza Italia e Movimento 5 Stelle sono rimasti a casa, i nostri invece hanno votato tutti. Siamo il secondo partito regionale, missione compiuta». 
 

BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO

Fabbri aveva un’asticella da superare, il 13% della vecchia Lega Nord alle Regionali del 2010, ultimo anno prima dell’avvento di Beppe Grillo. Forza Italia è il bersaglio, M5S il granaio dal quale prendere voti. «Come hanno fatto loro con noi. Adesso glieli sfiliamo tutti, uno per volta». La notte è ancora lunga ma partono tutti verso Bologna, con festa per pochi intimi in piazza Maggiore. L’Emilia-Romagna, un tempo rossa, rischia davvero di diventare il primo gradino della scalata di Matteo Salvini al centrodestra italiano. 

 

 

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