ORA O MAY PIU’ – LA PREMIER BRITANNICA OTTIENE LA FIDUCIA DEL PARTITO CONSERVATORE MA IN CAMBIO DOVRA' FARE UN PASSO INDIETRO: "NON MI RICANDIDERÒ" - LA CONCESSIONE AI FALCHI DEL PARTITO "VOGLIO FINIRE LA TRATTATIVA CON LA UE" - MA CON 117 DEPUTATI CHE HANNO VOTATO CONTRO LA LORO LEADER, LA VITA DELLA MAY NEL SUO PERCORSO VERSO LA BREXIT SI PREANNUNCIA DIFFICILE...

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Cristina Marconi per “il Messaggero”

theresa may theresa may

 

Con duecento voti a favore, la premier Theresa May ha ottenuto la fiducia del 63% suo partito: per un anno sarà blindata a Downing Street, non potranno esserci altre fronde con questa modalità nei suoi confronti. Un bene, nonché la riconferma della straordinaria resilienza di una premier che è stata data per finita innumerevoli volte in due anni e mezzo.

 

Ma con 117 deputati che hanno votato contro la loro leader, la vita della premier nel suo percorso verso la Brexit si preannuncia difficile, visto che non ha una maggioranza in Parlamento e che deve contare sui voti degli unionisti nordirlandesi del Dup, che al momento non la sostengono, oltre al fatto che l' opposizione sta avidamente raccogliendo informazioni su chi potrebbe votare una sfiducia al governo qualora si presentasse l' occasione per farlo.

 

LE 48 LETTERE «Sono felice di aver ricevuto il sostegno dei miei colleghi», ha spiegato la May parlando per la seconda volta della giornata davanti alla celebre porta nera del numero 10 di Downing Street, al termine di una riunione andata avanti per due ore con i deputati. «Questa è la nostra nuova missione: realizzare la Brexit per la quale i britannici hanno votato e riunire il paese», ha spiegato, continuando a esibire il suo unico, reale punto di forza: senza di lei l' uscita dalla Ue è a rischio.

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Dopo la decisione di far slittare il voto sull' accordo sulla Brexit previsto per martedì, la giornata della May è iniziata con la notizia, ampiamente preannunciata la sera prima, che le famose 48 lettere al comitato 1922 dei Tories necessarie per far scattare un voto di sfiducia erano state finalmente spedite, dopo settimane di falsi annunci e passi indietro da parte dei suoi nemici giurati.

theresa may theresa may

 

Una notizia forse non così negativa per May, a cui nelle settimane passate i collaboratori avevano suggerito di affrontare un voto di sfiducia per indebolire il fronte euroscettico che le ha messo i bastoni tra le ruote per anni e che ha dimostrato di avere il potere di nuocerle molto, sebbene non sia stato in grado in due anni e mezzo di portare avanti un' alternativa credibile al piano faticosamente tessuto da Downing Street.

 

LA CONCESSIONE Finora la May aveva resistito al suggerimento, che in teoria l' avrebbe aiutata ad avere un quadro più netto della situazione, cosa che invece prontamente non è avvenuta. Parlando di un risultato «terribile», per Jacob Rees-Mogg, capo del gruppo euroscettico Erg, è giunto il momento che la premier vada dalla regina a presentare le sue dimissioni. In realtà la May, per cercare di rafforzare la sua maggioranza in un voto da cui nessuno aveva mai seriamente pensato potesse uscire del tutto sconfitta, nel pomeriggio aveva lasciato trapelare attraverso il suo portavoce la notizia di non essere intenzionata a guidare il partito alle prossime elezioni previste per il 2022.

theresa may annuncia l'accordo sulla brexit theresa may annuncia l'accordo sulla brexit

 

Vista la sua protratta debolezza, nessuno aveva mai pensato che potesse davvero essere la prossima leader. E' la grande concessione che ha fatto al suo partito poco prima di entrare alla riunione cruciale, quella con la quale ha voluto convincere almeno gli aspiranti rivali a stare dalla sua parte e aiutarla a chiudere questo capitolo doloroso e lungo.

 

Ci sarebbero state scene di pianto tra i deputati, poiché in molti hanno imparato a rispettarla in questi anni impossibili.

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Qualcuno ha notato che la promessa non è legalmente vincolante, ma per il momento, nella volatilità attuale, è difficile capire cosa sia scolpito nella pietra.

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