OVUNQUE E’ JIHAD - GLI ESTREMISTI UCCISI IN BELGIO STAVANO PREPARANDO UN ATTENTATO CLAMOROSO: RAPIRE E DECAPITARE UN VIP - A BRUXELLES E NEI SOBBORGHI RECUPERATO MOLTO ESPLOSIVO - NEL PAESE IL LIVELLO DI ALLERTA E’ AL MASSIMO

Questa mattina le scuole ebraiche di Bruxelles e Anversa sono rimaste chiuse ed anche numerosi posti di polizia hanno chiuso le porte al pubblico per timore di attacchi - Nel mirino i jihadisti “rientrati dalla Siria”, un gruppo che qui conterebbe oltre 300 foreign fighters pronti a tutto, appena 42 dei quali sono nelle mani della Giustizia belga…

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1 - BELGIO: MEDIA,JIHADISTI VOLEVANO RAPIRE E DECAPITARE UN VIP

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(ANSA) - Gli jihadisti stavano preparando in Belgio il rapimento e la decapitazione di un importante personaggio: è quanto riporta questa mattina il sito della Dernier Hoire riprendendo notizie di un giornale fiammingo. Intanto si è appreso che questa mattina le scuole ebraiche di Bruxelles e Anversa sono rimaste chiuse ed anche numerosi posti di polizia hanno chiuso le porte al pubblico per timore di attacchi. Intanto nell'intero Paese l'allerta resta a livello 3, ovvero 'grave'.

 

2 - BELGIO, SGOMINATA CELLULA JIHADISTA - DUE TERRORISTI UCCISI, UNO FERITO

Marco Zatterin per “la Stampa”

 

murale in belgio murale in belgio

Una grande retata antiterrorismo, dopo giorni di appostamenti e intercettazioni, poi molti arresti, due morti e una notte senza pace nella capitale belga. «Sono jihadisti, preparavano degli attentati», assicura la Procura bruxellese. Non c’era tempo da perdere e, col favore delle tenebre, la polizia federale ha scatenato ieri pomeriggio una decina di azioni in città e a Verviers, nei pressi di Liegi. Qui i presunti terroristi hanno aperto il fuoco sulle teste di cuoio e «sono stati neutralizzati»: due sono morti nello scontro, un terzo è ferito. «C’è stata un’esplosione e poi raffiche di mitra», ha raccontato una giovane donna. Un inferno di colpi dopo il quale, in Belgio, le cose non potranno più essere come prima.
 

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Prevenzione 
«Operazione di controllo e prevenzione», spiegano gli inquirenti. Ben fatta, a quanto pare. Dopo gli attacchi parigini, e la scoperta che gli assassini di Charli Hebdo aveva rifornito l’arsenale a Bruxelles, le autorità federali hanno accelerato un lavoro che è in corso da tempo.

 

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Nel mirino i jihadisti «rientrati dalla Siria», un gruppo che qui conterebbe oltre 300 foreign fighters pronti a tutto, appena 42 dei quali sono nelle mani della Giustizia. È facile per loro nascondersi nella capitale, interi quartieri sono a maggioranza musulmana, sinora piuttosto ben integrati in un contesto in genere disposto alla tolleranza. 
 

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Ma gli equilibri sono cambiati. Un clima aggravato dai tre morti al Museo ebraico di Bruxelles di maggio è precipitato dopo gli orrori di Parigi. La polizia belga è andata cercare i presunti jihadisti a Bruxelles Ville, il centro della capitale, e nei comuni di Anderlecht, Molenbeek e Vilvoorde. 
 

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L’intervento
L’operazione di Verviers, 56 mila abitanti, capitale dell’archeologia industriale nel cuore del Limburgo, doveva essere tranquilla come le altre. Invece, al numero 16 di Rue de la Colline, nei pressi della stazione e sul crinale che separa i quartieri buoni da quelli più provati, i federali hanno trovato la porta chiusa.
 

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Un’esplosione sul retro della casa. Una seconda. Due uomini vestiti di nero, «di tipo arabo», sono stati visti correre verso «il quartiere dove abitano i pachistani e gli afgani» dai testimoni, gente che passava lì per caso. Era l’ora del rientro a casa, quella in cui gli uffici hanno già chiuso e i negozi iniziano a calare le saracinesche.

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«Abbiamo sentito un botto in giardino e le raffiche davanti, non sapevamo dove rifugiarci», ha raccontato al quotidiano La Libre una donna che abita lo stabile adiacente. Poco dopo, due presunti terroristi erano a terra. Gli inquirenti ascoltavano le loro telefonate da due settimane: «Avevano in menti di colpire alcuni obiettivi in Belgio».
 

Gli esplosivi

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In serata ancora un assalto a Verviers, quando sembrava essere tornata la calma, quindi ore di gran fermento a Bruxelles. Elicotteri, polizia ovunque, lo strategico tunnel del Cinquantenario che passa sotto le istituzioni europee chiuso per precauzione. Voci di nuovi scontri a Anderlecht, non confermati, ma sono stati trovati degli esplosivi in un appartamento abbandonato in fretta. Perquisizioni a tappeto a poca distanza, casa per casa, sulla Chaussée de Ninove che conduce a Molenbeek, la piccola Amman. Quindi voci di rivolta, smentite seccamente.
 

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È stata un’offensiva che può cambiare il colore di un paese che ha lungamente saputo far convincere genti diverse. Il governo Michel, che oggi si riunisce per varare nuove norme di sicurezza (a partire dai controlli su web), ha sottoscritto la stretta sul livello di sicurezza, portato da 2 a 3 su quattro ieri sera. In Belgio, il campo di battaglia insanguinato da tutte le guerre europee, è cominciato un nuovo conflitto.

 

 

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